“Voglio esprimere la gratitudine verso la Conferenza Episcopale Italiana per aver scelto Taranto, per averci dato il privilegio di metterci al servizio di questo evento con il Teatro Pubblico Pugliese che lo ha organizzato strutturalmente. L’ultimo grande incontro era stato fatto a Bari con la CEI e quindi davvero noi siamo felicissimi di questa insistenza benefica che la CEI ha con la Puglia e siamo veramente molto orgogliosi”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano intervenendo oggi a Taranto alla Settimana sociale dei Cattolici italiani.
“Ho sentito in questa platea una grande fede – ha proseguito Emiliano – una fede nell’umanità e nella politica, che evidentemente è l’unico mezzo di cui disponiamo per cambiare il destino di ciascuno di noi in termini di uguaglianza, di parità di diritti, di capacità di accogliere e incuriosirci per ogni diversità. L’evento ha una dimensione molto forte, evocativa, anche perché si svolge a Taranto, un luogo dove la questione della sostenibilità misurerà la capacità del Governo italiano e dell’Unione Europea di cambiare il modello produttivo. Noi abbiamo molta fiducia che le ispirazioni del dibattito possano dare un concreto contributo alla Puglia, che da 18 anni a questa parte lavora con umiltà seguendo gli indirizzi che oggi stiamo riassumendo, grazie anche alla presenza del ministro Giovannini che è stato nitidissimo nel suo intervento e ha parlato del progetto di modifica costituzionale in senso ambientalista e sostenibile: il principio che la generazione precedente deve garantire al futuro della generazione successiva.
Questo significa lavorare per aumentare la nostra natalità, che è in gravissimo declino, e per rispettare l’unica terra di cui disponiamo che è il principale dono che abbiamo ricevuto e che va tramandata a chi seguirà, meglio di come l’abbiamo ricevuta.
Questi elementi devono ispirare l’azione di tutti i partiti politici e purtroppo, faccio autocritica, sembrano interessati molto di più ai destini dei singoli esponenti politici piuttosto che al destino della comunità nazionale e in generale dell’umanità. Questo sforzo di generosità e altruismo è il messaggio che io porterò a casa, nelle mie riflessioni quotidiane e nel seguito del mio mandato, grazie alla settimana sociale che la Conferenza episcopale ha organizzato qui a Taranto”.
Rispondendo alle domande dei giornalisti sui Decreti Salva Ilva, Emiliano ha detto: “Il ministro Giovannini mi ha molto emozionato. Sentire un esponente del Governo dire che se avessimo già avuto questo principio del rispetto della generazione successiva nella Costituzione, alcune norme non sarebbero state approvate perché incostituzionali. Mi sono permesso di dire che sono felice che la norma venga esplicitata, ma i padri costituenti furono particolarmente avveduti e già oggi la salute è un principio che è sovraordinato all’economia. Già adesso. Specificarlo farà bene, ma non era necessario. I decreti Salva Ilva che hanno costretto la Corte Costituzionale dolorosamente a dovere accettare l’idea che, sia pure per il breve periodo di adeguamento degli impianti, il diritto alla salute deve essere subordinato all’economia perché si tratterebbe di un impianto strategico per l’Italia, è una cosa che dal mio punto di vista è incostituzionale ancora oggi. Se poi riflettiamo sul fatto che il periodo di adeguamento degli impianti è trascorso vanamente e che nessun impianto è stato adeguato, siamo in una situazione di plateale incostituzionalità della fabbrica nel suo complesso.
Mi auguro che il Governo riesca a trovare una soluzione, con la salvaguardia dei livelli occupazionali. Abbiamo dimostrato come è facile trovare investitori nella città di Taranto. Noi stiamo lavorando all’apertura di un grande cantiere navale, Ferretti, che da solo darà da lavorare a 1500 persone. Basterebbe qualche incrociatore militare in più nel porto di Taranto per supportare ancora meglio questa transizione occupazionale verso una scelta: quella della chiusura della fabbrica o quella della sua totale rivoluzione tecnologica che però deve rispettare la salute.
Taranto senza l’Ilva oggi sarebbe una città più felice, più ricca, con maggiori prospettive e con molti più esseri viventi, perché tanti hanno perso la vita a causa di questa fabbrica negli anni.
Io non potrò mai consentire che il diritto alla salute qui a Taranto sia posposto rispetto a quello dell’economia. Ed è il senso di tutto questo evento, in cui la centralità dell’uomo e della donna nell’equilibrio dei diritti si deve sposare con l’economia. È la dottrina sociale della chiesa, che io credo di aver sempre rispettato nei miei mandati sia da sindaco che da presidente, che ci porta ad avere questa conclusione. Prima la salute, il diritto delle persone, l’equilibrio tra le generazioni e tra i generi e poi l’economia. L’economia a servizio dell’uomo e non viceversa”.
Commenti recenti