Alla tua mensa, Gesù,
gustiamo
il tuo corpo:
cenciosi ma colmi di luce,
inerti ma ricchi di te
testardi ma rivoluzionari della storia.
Ti siamo tutti cari:
Lazzaro bramoso di te
l’epulone perso
in un abisso incolmabile
indifferenza
che crea distanza.
Alla tua mensa, Gesù,
gustiamo
la fraternità:
sguardi che s’incrociano
sorrisi che si intrecciano
mani che si stringono
passi verso la stessa meta
per vivere con te
per sempre
tra i pascoli di eternità
ruscelli di paradiso,
cieli d’infinito.
Alla tua mensa, Gesù,
gustiamo
la comunione
per essere te
rivestiti di Dio
spogli dell’io,
tarlo che consuma
arsura senza vita.
Lo sguardo traboccante
di spazi eterni
accoglie il grido dei poveri.
✠ Don Pino
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