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Cosa cerco, Signore,

tra le onde che lambiscono la sabbia,

tra i flutti che s’infrangono sulle rocce?

Cosa cerco, mio Dio,

nei fiumi di inquietanti parole

nei rivoli di confuse promesse

che seminano sfiducia e paura?

Ecco, tu vieni, in questa storia

di uomini, nel buio di una cella,

nei palazzi degli odierni Erodi,

e diventi eco,

spazio che abbatte ogni barriera

senza armi e folla esaltata.

 

Cosa cerco, Signore,

nella debole voce del Profeta

che traccia tra colli e vallate

la strada a Te che vieni

senza dover attenderne un altro?

Voglio stare con te, Signore mio,

lontano dai mercati della bontà

fuori da questa lunga buia notte

intrisa di luci artificiali,

per seguire il cammino di chi,

pieno della tua luce,

ogni giorno

supera i ristretti confini

si apre a lontani orizzonti.

 

Cosa cerco, Signore e Maestro,

tra ciechi, sordi e muti,

queste misere briciole

vite senza vita?

Spalanco lo sguardo

ricolmo dei segni

di coloro che hanno ritrovato

la perduta luce,

l’udito velato dal confuso vocio,

la dolcezza della parola a lungo dimenticata.

Si, Gesù, ti cerco

nelle pieghe del mio mondo

inquieto, disumano e

indifferente,

per seminare gesti d’amore

per coltivare speranze

per aprire feritoie di fraternità

che annunciano il tuo Regno.

✠ Don Pino