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Il Pianeta che speriamo

 Ambiente, lavoro, futuro

#tutto è connesso

Regione Basilicata

Contributo al cammino di preparazione alla 49a

Settimana Sociale dei Cattolici Italiani

Taranto 21-24 ottobre 2021 

Potenza,  2Ottobre 2021

INDICE

Introduzione  3

Metodologia   3

Cronoprogramma delle attività   4

Ricerca bibliografica   5

Progetto “Buone Pratiche”  12

Analisi delle risposte ai questionari 13

Parrocchie  13

Associazioni datoriali 18

Confindustria  18

Organizzazioni sindacali 19

Enti di ricerca  21

ASI 21

Il contributo delle Istituzioni 22

Il mondo giovanile  22

Altri contributi 26

ARPAB  26

Lega Ambiente  28

Italia nostra  29

UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE  29

Focus groups  31

Agricoltura  31

Discussion paper 31

Formazione  34

Discussion paper 34

FG Politiche industriali 37

Discussion paper 37

FG Ambiente  39

Discussion paper 39

FG Turismo  43

Discussion paper 43

Conclusioni 46

ALLEGATI: questionari e richieste di contributi 47

Introduzione

Il presente documento contiene i risultati delle attività preparatorie condotte dalla “Commissione Regionale-Settimana Sociale Taranto 2021” della Basilicata. I contenuti di questo rapporto sono stati sviluppati conformemente alle indicazioni proposte dai “Lineamenta” circa le “5 piste di lavoro” da seguire e  qui di  seguito riportate:

  • Individuazione dei nodi da sciogliere;
  • Ascolto delle persone e delle comunità;
  • Ricerca e rilettura delle “Buone pratiche”;
  • I giovani e le “Nuove visioni di futuro”;
  • Sintesi di “Proposte concrete” per la settimana sociale;

L’approccio metodologico seguito è schematicamente riportato nel paragrafo seguente che contiene anche il “Cronoprogramma di alto livello” che è stato seguito nella implementazione delle varie attività.

Metodologia

La metodologia seguita dalla commissione è stata quella di una “progettazione partecipata” dove l’interazione con il territorio si è sviluppata su piani diversi prendendo in considerazione:

  • Le Parrocchie;
  • Le organizzazioni datoriali di categoria;
  • Le imprese;
  • I sindacati;
  • Gli enti di ricerca/agenzie operanti sul territorio;
  • Le associazioni di volontariato;
  • Il mondo giovanile;
  • Le istituzioni politiche;

La raccolta dei diversi contributi è avvenuta tramite la distribuzione di questionari/lettere per sollecitare contributi sui temi fondamentali contenuti nella “Laudato si” e con riferimento particolare alla situazione specifica della regione.

I risultati della indagine territoriale sono stati poi utilizzati per  un approfondimento tematico attraverso la costituzione di tre “Focus groups” che hanno permesso di individuare le “Proposte concrete” da sottoporre in vista della settimana sociale.

Il cronoprogramma delle attività è allegato qui di seguito:

Cronoprogramma delle attività

Ricerca bibliografica

I “Lineamenta” suggeriscono, come prima pista di lavoro per il cammino preparatorio della settimana sociale, l’acquisizione di contributi che provengono da ricerche e studi fatti sul territorio dalle varie organizzazioni in esso operante, allo scopo di individuare “le principali questioni”  e i “Nodi da sciogliere”. Questa attività, propedeutica alle indagini condotte sul territorio, risulta fondamentale per l’attività di sintesi finale del lavoro fatto.

La commissione regionale della Basilicata ha ritenuto di dover indirizzare gli sforzi di ricerca bibliografica, nella raccolta e sintesi di “idee, identificazione dei bisogni, strategie politiche ed economiche future”, messe assieme da diversi attori qui di seguito identificati:

  1. Banca d’Italia-“L’economia della Basilicata”
  2. The European House-Ambrosetti- “Energie per un futuro sostenibile”
  3. Piccole e medie imprese.-“Pensiamo Basilicata-Piattaforma programmatica”
  4. Organizzazioni Sindacali. “Per un rilancio della proposta politica: un Piano Unitario”
  5. Confindustria Basilicata. “Lo scenario, la visione e la proposta”
  6. CISL:”La Basilicata al microscopio”

Gli elementi di maggior rilievo emersi dalla analisi dei suddetti documenti vengono sinteticamente riportati qui di seguito.

  1. Banca d’Italia-“L’economia della Basilicata”

L’attuale quadro economico della Basilicata risente fortemente della situazione di crisi causata dalla pandemia con un calo del fatturato che già nel primo semestre del 2020 si annunciava pari al 40% e con un marcata crisi di liquidità delle imprese.

L’emergenza sanitaria e la sospensione delle attività̀ non essenziali hanno avuto significative ripercussioni sul mercato del lavoro regionale. il flusso delle nuove assunzioni nel settore privato non agricolo si è ridotto in regione di oltre il 40 per cento.

Le famiglie prive di redditi da lavoro – più spesso composte da immigrati o da individui a bassa scolarità – rischiano di tornare a crescere a seguito degli impatti recessivi dell’emergenza sanitaria

Il 2021 si annuncia altrettanto critico con l’aggiunta di una riduzione delle royalties provenienti dalle estrazioni petrolifere a causa del calo del prezzo del greggio.

Il comparto turistico, settore  piuttosto importante per l’economia della Regione,  ha beneficiato di un anno positivo nel 2019 anche per le iniziative legate a MATERA capitale della cultura europea, mentre ha sofferto di un trend negativo nel 2020 e presenta delle criticità anche  nel 2021.

Stabile è l’outlook del settore agricolo sebbene con variazioni non omogenee nei diversi settori di produzione.

Il comparto del commercio ha continuato a manifestare difficoltà: nel 2019 è proseguito il calo del numero di imprese, e nel 2020 questa  debolezza del settore si è accentuata anche a causa della pandemia e della conseguente riduzione del numero di nuove iscrizioni,

L’industria manifatturiera regionale, i cui proventi dipendono in larga misura dal settore automotive, soffre di una flessione delle esportazioni all’estero.

In Basilicata l’occupazione si caratterizza, secondo i dati Istat, per un’incidenza di rapporti di lavoro instabili più marcata rispetto alla media nazionale. Il reddito pro-capite è pari a circa tre-quarti di quello nazionale. Un peso importante nelle attività produttive, specie in agricoltura, è dato dall’impiego di manodopera costituita in buona parte da immigrati.

Il comparto sanitario rappresenta la principale voce del bilancio regionale. La Basilicata si caratterizza per un flusso di pazienti in uscita, che si rivolge a strutture sanitarie di altre regioni, superiore a quello in entrata; tale andamento è risultato sostanzialmente stabile nel corso degli ultimi anni.

  1. The European House-Ambrosetti- “Energie per un futuro sostenibile”

Il futuro sviluppo sostenibile della Basilicata deve mettere al centro le competenze strategiche regionali costituite da:

  • La presenza di uno zoccolo duro di imprese di grandi dimensioni e capital intensive;
  • Il contributo della filiera alimentare estesa;
  • Le opportunità del turismo di prossimità;

Essa richiede inoltre:

  • Una forte partnership pubblico-privata e un’attenta capacità di programmazione degli investimenti da parte del sistema pubblico e privato;
  • La valorizzazione della Basilicata come luogo di opportunità, ma anche la sperimentazione di buone pratiche di tutela ambientale, attrazione di giovani ad alta qualifica, costruzione di un ambiente di business e di vita innovativo, inclusivo e orientato alla crescita;

La spesa sostenuta per attività di ricerca e sviluppo, intra muros, della Pubblica Amministrazione, dell’Università e delle imprese pubbliche e private sul PIL è, in Basilicata, piuttosto bassa (0,7%). La regione si colloca attualmente al terzultimo posto nel panorama nazionale.

L’innovazione passa, necessariamente, attraverso l’incremento degli investimenti in ricerca e deve fare leva sulle imprese Medium-High Tech il cui valore sul totale del settore manifatturiero  è piuttosto alto in regione  (59%).

ll piano strategico del territorio deve identificare obiettivi misurabili per la verifica dei risultati.

Le priorità sono:

  1. Rafforzamento e valorizzazione della competitività dell’industria nei settori strategici per il territorio
  2. Valorizzazione delle filiere dell’agroalimentare e del turismo quali “attrattori” locali, nazionali e internazionali
  3. Necessità di   ̋ibridazione ̋ di settori tradizionali e della Pubblica Amministrazione attraverso innovazione e tecnologia;
  4. Realizzazione di hub formativi e/o centri di eccellenza di Innovazione & Ricerca;
  5. Contrasto ai flussi migratori giovanili in uscita dal territorio;
  6. Rigenerazione del tessuto urbano e del patrimonio naturalistico e ambientale come strumenti a sostegno della vocazione turistica del territorio;
  7. Realizzazione di progettualità di contrasto al decadimento della passione e dell’ottimismo;
  8. Miglioramento dei processi di governance e più “gioco di squadra” anche con le Regioni limitrofe;
  9. Ottimizzazione nell’allocazione e gestione dei fondi pubblici per lo sviluppo;
  10. Potenziamento del sistema infrastrutturale;

Nel settore del turismo la Basilicata può rispondere positivamente ai nuovi trends determinati dalla pandemia che mettono in priorità:

  1. Viaggi domestici, di prossimità e breve durata
  2. Predilezione per strutture ricettive più piccole e in natura
  3. Minor interesse per luoghi affollati e grandi eventi
  4. Turismo all’aperto e attività di wellbeing in natura
  5. Attività per piccoli gruppi o solo traveller
  6. Esperienze friendly ed eco-sostenibili
  7. Nuovi bisogni (distanziamento sociale, sicurezza, salute, informazione)
  8. Tecnologie per vita più smart (delivery, prenotazione da remoto, tracciamento dei flussi, smartworking)

Le risposte del turismo lucano possono basarsi su un nuovo modello che sia:

  1. Aperto e inclusivo (coordinamento tra istituzioni, collaborazione con residenti, rete con aree interne, scambi formativi con altri operatori del settore);
  2. Identitario ed esperienziale (attrattività culturale delle mete, rigenerazione dei borghi, turismo all’aperto;
  3. Accessibile e smart (disponibilità di servizi, infrastrutture digitali, piani di sicurezza per il viaggiatore “arrivi sano, parti sano”;
  1. Piccole e medie imprese.-“Pensiamo Basilicata-Piattaforma programmatica”

La piattaforma programmatica delle piccole e medie imprese ha individuato come priorità nello sviluppo della economia regionale la necessità di cambiare le logiche delle priorità nella programmazione della spesa pubblica regionale, così da definire una politica di sviluppo che possa:

  1. consentire il consolidamento e il rilancio dei settori tradizionali quali l’edilizia, l’impiantistica, la meccanica;
  2. migliorare e qualificare le competenze professionali degli imprenditori, delle maestranze e dei giovani lucani in linea con gli assi di sviluppo regionali in modo da ridurre il divario tra mondo della formazione e del lavoro, promuovendo job profile innovativi;

Nel settore dell’edilizia va favorita la ripresa sbloccando le procedure di spesa dei lavori pubblici ed eliminare i ritardi nei pagamenti delle pubbliche amministrazioni;

E’ importante inoltre fornire concreto sostegno all’artigianato, protagonista nella difesa degli antichi saperi attraverso la sfida dell’innovazione;

La regione è costituita da tanti piccoli comuni (<5000 abitanti) bisognerebbe condurre un’azione efficace di contrasto del calo demografico in questi comuni  favorendo, nel settore del commercio:

  • il sostegno alla realizzazione, anche di concerto con le cooperative sociali, di attività̀ di servizio (domiciliazione delle consegne, acquisizione di ordini, vigilanza ambientale, accoglienza ed informazione turistica, animazione sociale e culturale, etc.);
  • la messa in campo di specifici strumenti finanziari di sostegno alle imprese   in essere, sul modello del microcredito;

Per sostenere efficacemente la Strategia per la Smart Specializzazion della regione bisogna sostenere   le imprese con bandi regionali per la concessione di incentivi ed agevolazioni. In tal senso, la collaborazione con l’Università della Basilicata e gli enti ed organismi di ricerca lucani potrà aiutare il “sistema Basilicata” ad essere driver di politiche di sviluppo;

Va ripensato il sistema di welfare lucano con un percorso partecipativo e di ben-essere (pubblico-privato). L’obiettivo del nuovo welfare, come previsto anche da Agenda 2030, deve essere quello di potenziare e promuovere l’inclusione sociale, economica e politica di tutti.

Nel settore agro-alimentare, agro-ambiente e ruralità 4.0 andrebbe realizzato un “Un piano regionale per una “Basilicata Giardino del Mezzogiorno e Vivaio del Mediterraneo”

Cultura e Turismo costituiscono il binomio vincente per l’attrattività della Basilicata post Matera 2019

Il grande patrimonio materiale e immateriale regionale svolge una funzione importantissima non solo per il turismo in generale, ma anche come strumento educativo e di riattivazione delle comunità̀. Per questo motivo occorre:

  • costruire innovativi modelli di fruizione e gestione;
  • lavorare ad un progetto strategico per sostenere e valorizzare le filiere turistiche, artistico‐creative e culturali che si sono definite negli ultimi anni;
  • infrastrutturare e rigenerare le aree periferiche e i borghi consentendo così anche la messa in sicurezza dei territori, il recupero di attività̀ commerciali e artigianali;

Nel settore energetico va favorito un uso efficiente e sostenibile delle risorse naturali. E’ necessario  che siano messe in campo azioni mirate e trasversali volte a favorire e incentivare:

  • l’incremento della produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili;
  • la creazione di un hub energetico;
  • lo sviluppo del progetto della chimica verde;
  • l’economia circolare e la green economy.
  1. Organizzazioni Sindacali. “Per un rilancio della proposta politica: un Piano Unitario”

Per lo sviluppo futuro della Basilicata occorre una energica manovra di politica economica regionale, coerente, proiettata in avanti e governata socialmente

Innovazione e industria 4.0

L’Industria 4.0 rappresenta, per molti aspetti, una opportunità ed un rischio, in quanto implica la riduzione di figure professionali tradizionali e contestualmente la richiesta di nuovi profili e nuovi lavori. 

Occorre puntare su politiche industriali e del mercato del lavoro, su strategie e prospettive di valorizzazione delle competenze, di attivazione circolare della scuola, dell’università e del mondo della ricerca.

Il Piano Nazionale Transizione  4.0 mette in campo risorse significative per tutte le imprese che investono, che fanno ricerca e che si digitalizzano. 

Una strategia Industria 4.0 regionale deve saper cogliere i seguenti punti per poter essere efficace:

  • definire ed aggiornare una programmazione regionale e multiregionale coerente con le logiche territoriali; 
  • favorire nuove progettualità e criteri di sostegno allo sviluppo privilegiando 
  • semplificare i processi d’interazione tra gli operatori dei diversi mondi; 
  • qualificare l’offerta formativa regionale   specializzazione e di dottorato dei laureati lucani nelle università ed istituti di ricerca nazionali ed esteri;

Automotive e petrolio. Due mondi che devono diventare sistema.

È necessario mettere a punto una strategia di connessione che colleghi funzionalmente le potenzialità del settore petrolifero della Val d’Agri con il comparto della produzione di autoveicoli e dei sistemi di mobilità.

C’è un nesso tra lo sviluppo tecnologico dell’auto, le tematiche dell’attività estrattiva, la riduzione della dipendenza dalla fonte fossile e la sperimentazione di alternative energetiche

Il Campus universitario va promosso come polo tecnologico per l’innovazione in Basilicata.

Il rilancio di politiche locali intorno al “distretto auto” è una straordinaria occasione per sollecitare Eni a riprendere il progetto di chimica verde.

Il segmento del patrimonio forestale: una valorizzazione possibile

Una “nuova idea” di crescita e sviluppo, su base ambientale, parte da un riordino della gestione forestale attraverso una vera azione di valorizzazione del bene-foresta. Va riorganizzata la struttura regionale di gestione del patrimonio forestale.

Le vie d’accesso alla Basilicata, le vie dello sviluppo

Se è vero che la Basilicata è un territorio di snodo tra le regioni del Mezzogiorno, va allora sviluppata la sua naturale vocazione alla trasversalità

Attualmente, infatti, le direttrici di traffico che lambiscono dal punto di vista trasportistico e ferroviario la nostra regione non hanno nella maggior parte dei casi alcuno scalo nei centri lucani e da questi non esistono trasporti a rete per le zone interne.

LEGALITÀ E APPALTI

Dall’ultima relazione del Procuratore Nazionale Antimafia emerge una Basilicata preda della criminalità di diversa estrazione geografica e che sta sviluppando una sempre più forte capacità di intrecciare rapporti con amministratori pubblici e politici locali, finalizzati ad ottenere più agevolmente appalti

i reati ambientali “costituiscono il prezzo che la regione paga alla promessa di ricchezza proveniente dalle risorse naturali del territorio”. Imperversano, naturalmente, anche le manifestazioni “ordinarie” della criminalità attraverso il narcotraffico, gioco d’azzardo, estorsioni e caporalato.La lotta per la legalità entra, dunque, a pieno titolo negli assi portanti dello sviluppo di questa regione

Bisogna rafforzare la legalità per dare valore e sostegno al lavoro.

Ripartire dalla Riforma del sistema sanitario

La riforma e la tenuta del sistema sanitario regionale è una questione che attiene all’idea di coesione sociale, aggiornata alla stregua dei cambiamenti in atto e di una puntuale analisi dei bisogni.

Urge un governo dei processi legati alla prevenzione, alla cronicità, all’assistenza post-ricovero, alle patologie a lungo decorso ed alla personalizzazione delle cure, alla riqualificazione dell’assistenza ospedaliera puntando all’appropriatezza dei ricoveri nella fase di acuzie, riabilitazione e lungodegenza.

Nel territorio va rafforzata la presa in carico e la continuità assistenziale a partire dalla riqualificazione della rete ospedaliera, la creazione di strutture intermedie appunto come le Case della Salute

Il problema della migrazione sanitaria continua a non essere affrontato in termini strutturali, producendo costi a carico del SSR e disagi anche rilevanti all’utenza.

Verso una strategia regionale per il superamento del precariato

In Basilicata non è stato mai realizzato un censimento dei precari sull’intero sistema della P.A.

CGIL CISL e UIL di Basilicata rivendicano la definizione di un Piano Regionale per il superamento del precariato che affronti il tema del ricambio generazionale e del fabbisogno di nuove professionalità negli organici pubblici.

  1. Confindustria Basilicata. “Lo scenario, la visione e la proposta”

Le criticità nel panorama economico della regione riguardano in particolare il settore edilizio da tempo in crisi e prima volano dell’economia che neccessita di un rilancio attraverso investimenti in infrastrutture pubbliche.

L’industria manifatturiera (Automotive, agroalimentare, legno arredo, aerospazio, energetico ed edilizia) va sostenuta con attività di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico.)

Occorre un riassetto dei consorzi industriali con la creazione di  un unico consorzio.

Vanno ricercate sinergie con le regioni limitrofe (Puglia in particolare)

È necessario uno snellimento della macchina amministrativa che è troppo lenta ( ci sono i bandi ma gli esami e le procedure ritardano l’erogazione dei contributi).

I limiti infrastrutturali vanno superati attraverso la creazione di UN’ AREA LOGISTICA INTEGRALE, il completamento delle arterie strategiche e interventi di manutenzione sulla viabilità ordinaria,

La promozione dell’Innovazione passa attraverso il supporto ai 5 Cluster di specializzazione intelligente(es. energia, aerospazio, automotive) per promuovere sinergie eccellenti.

  1. CISL: ”La Basilicata al microscopio”

Tra le ragioni alla base del ritardo di sviluppo della Basilicata va certamente annoverato il fatto che La Basilicata ha un territorio molto esteso, poco meno della Campania, ma con una densità tra le più basse d’Italia, 56 abitanti per chilometro quadro. Dei suoi 131 comuni, solo 21 hanno una popolazione superiore ai 5.000 abitanti: quindi il 96% dei comuni lucani è definito come un’area interna.

Queste aree sono prive di servizi perciò soggette a de-antropizzazione, pertanto invocare più   invocare risorse per promuovere lo sviluppo regionale non è sufficiente se manca il capitale umano in grado di mettere a frutto la disponibilità di queste risorse.

Il dramma che si consuma in Basilicata e nel Sud della trappola demografica, ossia il cortocircuito tra bassa natalità̀, invecchiamento ed emigrazione.

Il capitale sociale è indispensabile per il futuro di una società̀ e non si crea con il denaro, ma con le interrelazioni tra noi e tra altri mondi, con un lavoro di educa-zione e conoscenza delle potenzialità̀ e delle criticità.

La Basilicata non va vista con la logica quantitativa dei numeri, ma sulla sua capacità di essere un   living lab, ossia un luogo, un eco- sistema dove si integrano processi d’innovazione e di ricerca in una partnership tra persone, pubblico e privato.

La regione, come tutto il paese, ha sofferto la crisi dovuta alla pandemia mostrando, tuttavia,  una resilienza maggiore rispetto ad altre aree grazie al peso che, sulla sua economia, ha la filiera agro-alimentare toccata in misura minore dalla crisi.

Le debolezze della regione all’interno del Sistema Paese ci sono alcune specifiche che soprattutto nel Mezzogiorno sviliscono le condizioni di vita delle famiglie e le opportunità di crescita delle imprese:

– il digital divide;

– le debolezze della pubblica amministrazione;

– il persistente divario nei diritti di cittadinanza;

Secondo la Svimez va riavviato un percorso sostenibile di riequilibrio nell’accesso ai diritti di cittadinanza su tutto il territorio nazionale: salute, istruzione, mobilità. In secondo luogo, non può essere più rimandata la definizione di un disegno unitario di politica industriale per valorizzare la prospettiva green e la strategia Euro-mediterranea che vede nel Mezzogiorno il centro logistico e infrastrutturale di questa strategia.

La Basilicata e le regioni del Sud, alla vigilia di un prossimo enorme afflusso di denaro proveniente sia dal prossimo ciclo di programmazione dei Fondi Strutturali europei 2021-2027, sia dal Recovery Fund, sia dal fondi statali per il Mezzogiorno, dovrebbe guardare indietro nella sua storia e ripensare a quanto avvenuto con gli interventi di politica industriale post terremoto: tantissime imprese fallirono nell’arco di pochi anni, lasciando sul territorio capannoni abbandonati e cassa integrazione, perché frutto di mera speculazione e di iniziative volte solo a capitalizzare i finanziamenti senza alcuna attenzione al coinvolgimento del territorio e alla sua vocazione.

La valorizzazione dell’identità del territorio e dei suoi prodotti è essenziale per costruire storie imprenditoriali di successo (vedi Ferrero e ZUEGG). Altrettanto importante è lo sviluppo del capitale umano e delle competenze, condizione essenziale per promuovere idee innovative capaci di arrestare l’emorragia di risorse umane causata dalla emigrazione.

Nel 2065 le proiezioni ISTAT comunicano che la Basilicata sarà la seconda regione più vecchia d’Italia dopo il Molise. Diventa quindi cruciale e non rinviabile un insieme di politiche che investano risorse e servizi sull’invecchiamento attivo e in buona salute della popolazione per evitare un collasso del bilancio sanitario e non solo.

Infine le royalties lucane, provenienti dal petrolio,  dovrebbero essere a beneficio di tutti e una parte di esse volte ad investimenti sul futuro. Finora esse sono state invece utilizzate a favore di alcuni target specifici e per azioni volte al ripianamento di situazioni immanenti ed urgente.

Una Basilicata che aspira ad un futuro migliore dovrebbe:

  • DIALOGARE E CONOSCERE PER PROGRAMMARE: la Basilicata deve rafforzare il dialogo costruttivo generoso e operoso tra i corpi intermedi, le associazioni, l’Università, i corpi intermedi;
  • EDUCARE PREPREVENIRE: è fondamentale intraprendere e sostenere un percorso di apprendimento e sviluppo delle competenze per tutte le fasce di età per innalzare il livello di consapevolezza di tutta la popolazione;
  • RIPARARE LE SCONNESSIONI GENERAZIONALI E COMUNITARE: molti anziani e pochi bambini, importante stabilire delle connessioni di memoria e scambi di sapere tra le generazioni;
  • CURARE SOLITUDINI E DISTANZE: mettere al centro i bisogni generati dalla solitudine;
  • IMPARARE DIGITALE: necessario un massiccio intervento regionale di educazione al digitale
  • RITORNARE COME POSSIBILITÀ REALE: il South Working grande opportunità per il recupero demografico
  • COLTIVARE IL PAESAGGIO: il paesaggio è il bene pubblico più prezioso della Basilicata;
  • CONNETTERE LE AREE INTERNE E INVESTIRE NELLA QUALITÀ DELLA VITA: le aree interne che sono il tessuto connettivo della Regione rischiano di scomparire;
  • SVILUPPARE ENERGIE PERSONALI E AMBIENTALI: coltivare il capitale umano e recuperare il legame col territorio;
  • SCOPRIRE GIACIMENTI PRESENTI E PASSATI: valorizzare le eccellenze (vedi artigianato di qualità)

Progetto “Buone Pratiche”

Il progetto “Buone Pratiche” attivato nell’ambito del cammino di preparazione alla settimana sociale è una delle piste  di lavoro individuate dai “Lineamenta” su cui si è impegnata la commissione regionale della Basilicata. L’ obiettivo di questo progetto è stato non solo quello di poter    “censire l’esistente”, ma anche la possibilità di fare tesoro delle “realtà virtuose” esistenti sul territorio   per promuovere, sul territorio, modelli di “fare impresa” che valorizzano i valori dell’economia circolare e della ecologia integrale.

Partendo dagli indicatori predisposti da NeXtè stato creato un questionario online sotto forma di “Google form”, distribuito alle aziende, prevalentemente attraverso le organizzazioni di categoria (Confindustria, Confagricoltura, etc.)

Nell’invito fatto pervenire alle aziende (vedi ALLEGATI) è stata esplicitamente menzionata la possibilità, di partecipare, per chi lo vuole, alla  settimana sociale di Taranto condividendo in tal modo, in un confronto costruttivo e in un contesto più ampio, le buone pratiche adottate nella propria azienda.

Analisi delle risposte ai questionari

Parrocchie

L’indagine conoscitiva rivolta alle comunità parrocchiali della nostra regione è stata condotta con l’ausilio di un questionario ispirato alle indicazioni contenute nei “Lineamenta” e agli interrogativi contenuti nell’ “Instrumentum laboris”.

Il questionario, distribuito alle diverse parrocchie attraverso i responsabili diocesani per la Pastorale sociale e del lavoro, è stato organizzato in otto diverse sezioni come segue:

  1. Conoscenza e consapevolezza dei valori e del messaggio della Enciclica “Laudato si”.
  2. La Pandemia: coscienza e cambiamento
  3. Il futuro: i giovani e la responsabilità di ognuno
  4. Lavoro e ambiente
  5. Le fragilità della società moderna: gli anziani
  6. Le responsabilità della politica: promozione di un cambiamento
  7. L’ecologia integrale: una meta il cui raggiungimento può essere veicolato attraverso l’uso di linguaggi diversi
  8. Le sfide della Chiesa per guidare una transizione ecologica in Basilicata

Vengono sintetizzate qui di seguito, in un quadro complessivo, le indicazioni emerse dalle rispostefornite dalle diverse parrocchie.

Conoscenza e consapevolezza dei valori e del messaggio della Enciclica “Laudato si”.

La maggior parte delle parrocchie che hanno risposto al questionario (il 76%) afferma di aver approfondito il messaggio della enciclica e modificato conseguentemente i diversi itinerari catechetici (70%). Ciò ha dato anche origine a diverse iniziative all’interno delle varie comunità rivolte a promuovere i valori e gli ideali della enciclica (55% delle parrocchie).

Gli strumenti utilizzati in questo cammino di approfondimento sono stati essenzialmente incontri culturali e/o di preghiera rivolti anche ai giovani. Questi incontri hanno dato l’opportunità di approfondire valori come: la cultura della sobrietà e del riciclo e la necessità di evitare gli sprechi. L’enciclica è stata anche oggetto, in alcuni casi, di incontri dibattito dove il contenuto del messaggio di papa Francesco è stato integralmente presentato.

Il GREST parrocchiale, l’oratorio estivo e giornate dedicate alla custodia del creato hanno fornito, in alcuni casi, l’opportunità di approfondire il messaggio della enciclica a beneficio oltre che dei giovani,   di bambini e ragazzi frequentanti la parrocchia.

Iniziative concrete, come la cura dei giardini che circondano le chiese, la raccolta differenziata nelle strutture parrocchiali e l’idea di oratori “plastic free” si sono rivelate strumenti importanti di educazione al rispetto dell’ambiente, così come la promozione di giornate ecologie rivolte ai più piccoli.

In alcuni realtà le parrocchie hanno promosso pellegrinaggi-meditazione per favorire il saper posare lo sguardo sulla bellezza della natura e sulle ferite causate dall’uomo alla natura.

L’approfondimento della “Laudato si”, in alcune parrocchie, è stato il risultato di una scelta fatta a livello diocesano concretizzatasi in incontri bi-mensili che hanno approfondito quattro tematiche: teologia della creazione; spiritualità ed ecclesiologia della LS; economia per uno sviluppo sostenibile; ascolto del grido dei poveri. 

Si segnalano infine iniziative come l’organizzazione di “Giornate-Evento” con l’ausilio delle sezioni di Italia Nostra.

La Pandemia: coscienza e cambiamento

La pandemia è entrata pesantemente a far parte del vissuto delle nostre comunità con impatti sulle relazioni a livello personale e famigliare nel 70% dei casi e al 93% a livello comunitario.  

Il supporto ai più bisognosi, alle attività della Caritas (fornitura di alimenti, vestiario, generi alimentari per bambini, pagamento di bollette) e l’ascolto delle fragilità delle persone, sono state tra le attività messe in piedi dalle parrocchie durante l’ultimo anno attraverso centri di ascolto che si sono occupati, oltre che dei bisogni economici, anche del supporto morale e psicologico. Attività come le raccolte alimentari hanno visto impegnato famiglie e ragazzi delle varie associazioni parrocchiali.

Incontri di approfondimento con a tema con il supporto di esperti sono stati organizzati per affrontare al meglio la gestione delle difficoltà di ordine psicologico, come quelle legate, per esempio,  a situazioni di  solitudine.

Le difficoltà aggiunte dalla pandemia nella vita di tutti i giorni hanno spinto molte parrocchie a riorganizzare, oltre alle celebrazioni eucaristiche, anche gli incontri di catechismo online.

Quest’anno passato è anche stato un tempo di riflessione per molti, una riscoperta di valori universali come la vita e la salute. 

Il futuro: i giovani e la responsabilità di ognuno

L’impegno dei giovani in attività di promozione di uno sviluppo sostenibile è presente nel 55% delle comunità parrocchiali. I giovani sono stati impegnati concretamente in attività come, per esempio, la pulizia di spazi comuni all’interno dei quartieri, la partecipazione a incontri di approfondimento della enciclica “Laudato si” e attività di formazione estive.

I gruppi delle varie associazioni parrocchiali (vedi per es. gli Scout) si sono impegnato a tradurre il messaggio della enciclica di Papa Francesco in atteggiamenti di vita meno consumistici e più solidali e fraterni. Sono stati inoltre attivati percorsi di educazione attraverso la realizzazione di laboratori di riciclo e attività di responsabilizzazione agli acquisti etici.

Lavoro e ambiente

Il collegamento tra ambiente e sviluppo sostenibile passa necessariamente dall’abbandono della idea di profitto a tutti i costi che ha causato danni enormi all’ambiente come lo sfruttamento del sottosuolo per lo stoccaggio di materiali tossici.

La promozione di una economia circolare deve necessariamente essere supportata da un impegno delle istituzioni politiche. Queste, finora, non hanno dimostrato sufficiente sensibilità a temi come quello delle bonifiche dei suoli inquinati e trattato fenomeni come la erosione costiera soltanto con interventi spot.

L’impegno alla tutela dell’ambiente deve essere supportato dalle eccellenze scientifiche presenti in regione. È necessario trovare meccanismi di incentivazione di un turismo sostenibile con il supporto delle imprese che lavorano nel settore.

Una attenzione particolare merita il settore agricolo dove sarebbe necessario promuovere lo sviluppo di filiere sostenibili e al cui interno vanno combattuti fenomeni come il caporalato che mettono al primo posto il profitto di impresa a danno della dignità delle persone.

Importante è favorire la diffusione di modelli di sviluppo sostenibili attraverso la testimonianza    di persone, aziende, imprese   che coniugano la fede vissuta e la capacità di fare impresa in grado di vincere la concorrenza del mercato.

Va sostenuta l’educazione dei consumatori ad un acquisto etico e sostenibile che privilegi filiere di produzione scevre dal caporalato (Vedi esempio della cooperativa NO-CAP costituita da braccianti anche immigrati che distribuisce prodotti a diversi supermercati).

La sensibilizzazione delle comunità andrebbe supportata dalla presenza di un laboratorio permanente per il bene comune attento ai bisogni del territorio.

È necessario innescare un cambiamento di mentalità in tutti I lucani: conoscere la verità sulle condizioni di inquinamento (specie nella nostra area), attivarsi perché ci sia più controllo e maggiore sensibilità delle forze politiche ai temi ecologici e una e imprenditoria sostenibile.

Va mantenuto e migliorato l’equilibrio ecologico del territorio attraverso attività di forestazione. È possibile fermare l’emigrazione dei giovani favorendo la creazione di distretti che valorizzino i prodotti del territorio

Il processo di sensibilizzazione della popolazione deve partire dalla scuola per poi coinvolgere le realtà parrocchiali, le associazioni e le amministrazioni locali che non sempre sono all’altezza di servire adeguatamente i bisogni del territorio.

Bisogna far crescere sempre di più la consapevolezza, attraverso la testimonianza, che ciò che è di tutti lo è perché è di ciascuno e non di nessuno.

Le fragilità della società moderna: gli anziani

L’inclusione e la cura degli anziani custodi della memoria delle nostre comunità passa attraverso opere di assistenza stabile che rispettino la dignità della persona. L’inclusione può essere favorita dallo sviluppo di attività laboratoriali all’interno delle comunità parrocchiali luoghi dove sviluppare le relazioni inter-generazionali ed il trasferimento di conoscenze e tradizioni patrimonio della storia di ciascuna comunità.

La cura degli anziani passa attraverso iniziative volte ad evitare il decadimento psicofisico e sociale. Servono luoghi di incontro ove permettere aggregazione, fraternità e attività motoria.

È importante l’integrazione nel ciclo economico e sociale degli anziani attraverso associazioni di aiuto reciproco, servizi di polizia (ad es. nonno vigile) e controllo del territorio (educazione ambientale).

La chiesa parte attiva di una progettualità non contingente a sostegno dei più fragili: interventi di prossimità, formazione familiare per chi assiste, corsi diocesani per personale di assistenza.

Vanno promosse attività di volontariato assieme alle associazioni Caritas e favorita la costituzione di “uffici di progettazione” in grado di cogliere opportunità per la realizzazione di iniziative a favore di anziani e famiglie in difficoltà con l’aiuto dei fondi messi disposizione della Commissione Europea.

L’assistenza agli anziani richiede anche una “formazione adeguata” di chi di essi deve prendersi cura. Importante per valutare pienamente l’impegno a cui si è chiamati è la conoscenza, il censimento dei bisogni della comunità in cui si vive.

Il bisogno di assistenza degli anziani comprende non solo le necessità primarie per la vita di tutti i giorni ma anche l’assistenza al disbrigo di pratiche presso le amministrazioni pubbliche.

Importante è infine l’attenzione pastorale e il collegamento con le case di riposo presenti in loco.

Le responsabilità della politica: promozione di un cambiamento

Per favorire un cambiamento politico e istituzionale che promuova un nuovo modello di sviluppo, la chiesa locale dovrebbe partire dalle esperienze positive avviate in passate (vedi progetto Policoro) per avviare nuove iniziative che possano trovare attenzione anche da parte delle istituzioni politiche.

La Chiesa, nella sua totalità potrebbe intervenire direttamente ai tavoli di lavoro con le forze politiche, facendosi voce del popolo e favorendo   la presenza di cristiani nella vita politica.

Non serve un partito unico dei cristiani, ma è importante formare cristiani che incidano nella realtà quotidiana. La catechesi si occupi di queste tematiche promuovendo la conoscenza della dottrina sociale della Chiesa.

È importante formare e supportare i laici che in politica si vogliono impegnare, perché possano essere testimoni e portatori del messaggio evangelico sul valore e sull’importanza della custodia del creato nella loro attività al servizio del bene comune.

Le scuole di educazione e conoscenza della dottrina sociale della Chiesa sono importanti in quanto opportunità concrete di educazione alla politica, di formazione dei giovani che si dedichino in maniera permanente al servizio del bene comune.

Più forte deve farsi sentire la voce della Chiesa nel denunciare i mali che affliggono il mondo moderno spronando gli uomini ad un profondo amore per il proprio territorio e alla sua cura. E alla base di tutto questo deve esserci un forte richiamo alla responsabilità personale, alla necessità di fuggire dalla mentalità di delegare ad altri le proprie responsabilità.

L’ecologia integrale: una meta il cui raggiungimento può essere veicolato attraverso l’uso di linguaggi diversi

Veicolare il messaggio della “Laudato si” attraverso altri linguaggi è una opportunità per valorizzare anche le tante bellezze artistiche e naturali di cui è ricca la nostra regione.

Nella nostra regione esistono già iniziative di giovani che accompagnano turisti alla fruizione delle bellezze artistiche e naturalistiche offerte dal territorio. Queste iniziative dovrebbero essere promosse in maniera sistematica da parte del governo regionale con l’obiettivo di promuovere una educazione alla importanza della cura del bello e della preservazione del patrimonio naturalistico.

La Chiesa diocesana detiene il meglio delle bellezze artistiche. Tuttavia ogni Parrocchia deve produrne e coltivare con accuratezza ciò che già possiede. 

Utile sarebbe creare una proposta di ” cammino della fede” per far conoscere il nostro territorio generando circoli virtuosi per l’economia dei piccoli borghi (progetto in fieri in vista del Giubileo 2025).

Percorsi di catechesi attraverso l’Arte, come quelli avviati a Matera stile “Pietre vive”, veicolano efficacemente il messaggio evangelico. È importante, pertanto, curare di più i luoghi di culto.

Occorrono persone appassionate e testimoni in grado di raccontare la storia , la cultura , le tradizioni della nostra terra,  è possibile unire e coordinare,  favorire attività turistiche semplici.

Studiare di più storia e geologia della nostra regione ci aiuterebbe a conoscere meglio le risorse da sfruttare e a immaginare opportuni itinerari turistico-culturali ed ecologici.

Una idea progettuale tipo ..  “come eravamo“, “come siamo” e “come vorremmo essere” aiuterebbe a riflettere e a prendere iniziative opportune per il valorizzare del territorio.

Vanno risanare le ferite del territorio causate dalle estrazioni petrolifere, censire i siti orfani che vanno bonificati.

È importante mappare le bellezze architettoniche e artistiche esistenti la cui promozione può essere favorita dalla produzione di Prodotti multimediali fatti dai giovani.

Non è possibile operare efficacemente in attività di cura del territorio senza un coordinamento regionale che metta assieme  le differenti comunità le quali, con le loro bellezze artistiche a naturalistiche potrebbero entrare a far parte di una rete capace di amplificare i benefici delle iniziative messe in atto.

Le sfide della Chiesa per guidare una transizione ecologica in Basilicata

La Chiesa, impegnata sul territorio regionale attraverso l’opera delle parrocchie, ha il compito primario di educare le comunità ad apprezzare il dono del creato valorizzandone le potenzialità nella promozione del benessere dell’uomo. In quest’opera di sensibilizzazione essa dovrebbe attivarsi a favorire, attraverso seminari di studi aperti alla comunità civile, il coinvolgimento delle realtà lavorative e delle istituzioni in un processo di educazione concreta alla ecologia integrale.

Importante è anche il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte di politica ambientale e nell’accesso   alla giustizia in materia ambientale (vedi   convenzione di Aarhus a cui ha aderto anche l’Italia).

Una pastorale rinnovata e più attenta alle problematiche ambientali può favorire la maturazione di coscienze sensibili ai problemi relativi alla custodia del creato.

La salvaguardia della vocazione agricola e turistica del nostro territorio è un tema importante che   tutta la Chiesa dovrebbe impegnarsi a sostenere.

Va promosso il coinvolgimento dei giovani, eredi del mondo che stiamo costruendo, nella realizzazione di un modello di sviluppo sostenibile e resiliente.

Azioni concrete a favore di una transizione “GREEN” possono essere sviluppate utilizzando gli strumenti messi in campo dalla legge regionale a favore delle attività oratoriali.

Le politiche ambientali dovrebbero essere indirizzate verso una riduzione delle estrazioni petrolifere e l’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili sebbene in maniera ordinata e rispettoso del panorama (no a pale eoliche dovunque).

È importante realizzare un osservatorio indipendente per il monitoraggio delle matrici ambientali in territori come la val d’Agri, val Basento etc.

Va fatta una valorizzazione più oculata dell’utilizzo dei fondi di compensazione ambientale.

La “Laudato si” deve anche interpellare   la Chiesa sulla importanza di rivedere i percorsi di formazione e catechetici per orientarli nella direzione indicata dalla enciclica di Papa Francesco. Alcune realtà parrocchiali della nostra regione sono innestate in un mondo rurale dove il contatto con la natura offre naturali opportunità per avvicinare i bambini, per esempio, a prendere coscienza della bellezza del creato e della necessità di curarlo e custodirlo. In simili contesti l’ampio discorso della conversione ecologica può più facilmente essere inserito in una cosmologia cristiana che, per esempio, aiuti a comprendere il mistero della creazione attraverso l’osservazione della natura e dei frutti della terra. Similmente, per i giovani e gli adulti di queste comunità, si potrebbe immaginare un percorso di formazione che passi attraverso la rivitalizzazione dell’agricoltura costruita sulla ricchezza della antica cultura contadina ed innovata dalle nuove metodologie di produzione.

Associazioni datoriali

 

Confindustria

Nell’esercizio del vostro ruolo di associazioni datoriali e sulla base della conoscenza da voi maturata del mondo del lavoro regionale, indicate nel seguito quali sono le principali questioni, ossia i più significativi nodi da sciogliere ad oggi esistenti motivandone brevemente la scelta.

La maggiore problematica relativa al mondo lavorativo regionale è sicuramente rappresentata dall’essere caratterizzato ancora da un elevato tasso di disoccupazione. Fenomeno, questo, che penalizza principalmente giovani e donne e desta preoccupazione soprattutto in considerazione degli effetti, presenti e futuri, indotti dalla pandemia. Invertire la tendenza della dinamica occupazionale, ad avviso di Confindustria Basilicata, rappresenta una assoluta priorità da affrontare attraverso diverse leve: sostegno agli investimenti pubblici e privati (in tutti i settori, e in particolare quelli che tradizionalmente rappresentano  presidi di imprenditorialità diffusa in tutti i comuni lucani, come l’edilizia); aumento della competitività del territorio, in primis attraverso un rafforzamento della dotazione infrastrutturale,  per l’attrazione di nuovi investimenti e il consolidamento dell’esistente; conferma degli sgravi fiscali per le imprese che assumono al Mezzogiorno previsti nell’ultima legge di Bilancio 2021.  Riteniamo poi cruciale intervenire con un kit di strumenti per ridurre il disallineamento tra domanda e offerta di competenze. Anche in Basilicata, infatti, molte aziende faticano a trovare le professionalità richieste. Riteniamo, quindi, che si dovrebbe puntare su strumenti quali Istituti tecnici superiori, work experience, alternanza scuola lavoro e, più in generale, su tutti quei progetti utili a trasferire le competenze necessarie a favorire la “buona occupazione” in Basilicata. Condizione, questa, indispensabile per consentire ai giovani lucani di realizzare a casa propria le legittime aspirazioni professionali e di vita, mettendo un freno al preoccupante fenomeno della “fuga dei cervelli”. Riteniamo urgente anche una riforma degli ammortizzatori sociali e del lavoro che superi la logica della pura assistenza a favore della formazione e della rioccupabilità dei tanti che sono rimasti senza lavoro.

Alla luce di tali problematiche e tenuto conto delle possibilità legate all’attuazione del  Piano Generazione Futura UE, quali sono a vostro avviso le principali sfide da affrontare nella costruzione di un modello di crescita più sostenibile nella regione Basilicata.

La sostenibilità è tra gli asset principali del Piano Next Generation EU e rappresenta un terreno su cui la Basilicata ha grandi potenzialità da esprimere, che dovranno essere amplificate al massimo. Non siamo all’anno zero perché la nostra regione rappresenta già un buon modello di sostenibilità, soprattutto dal punto di vista della produzione energetica. Oltre al primato per il più noto giacimento petrolifero, la regione è tra le prime in Italia per produzione da fonti rinnovabili. Questo rappresenta un buon punto di partenza per la costruzione di un modello di sviluppo plurimo che sappia declinare il concetto di sostenibilità – sociale, economica e ambientale – nelle varie specializzazioni produttive che la Basilicata vanta: dall’automotive lucano alle eccellenze dell’agroindustria, passando dal turismo e dalla rigenerazione urbana (solo per citare alcune). Crediamo, pertanto, che una buona parte delle ingenti risorse provenienti dall’industria estrattiva vada  utilizzata per sostenere nuovi investimenti non Oil. Una leva importante per spingere l’affermazione di modelli maggiormente sostenibili è sicuramente rappresentata dagli investimenti in innovazione e digitalizzazione.  Qui c’è un ritardo che va colmato e tali interventi possono dare un forte impulso alla crescita competitiva del sistema produttivo regionale. Basti pensare al salto in avanti che le produzioni agricole di eccellenza della nostra regione possono compiere attraverso sistemi di sviluppo biocompatibili e le nuove tecnologie 4.0. Così come va colmata la distanza tra ricerca pubblica e produzione industriale e allineata la formazione verso le nuove competenze green, insieme a una importante azione di semplificazione delle procedure ed efficientamento della pubblica amministrazione.  E’ necessario, inoltre, che la Basilicata vinca la sfida della accessibilità e di una maggiore connessione alle reti e ai territori limitrofi. Valutiamo, pertanto, positivamente il segnale relativo alle infrastrutture ferroviarie lucane. Bisogna, infine, investire con determinazione sui driver dell’inclusione sociale e della coesione territoriale, al fine di contrastare le dinamiche demografiche che rischiano di desertificare le aree interne delle regioni, determinando così una concreta prospettiva di resilienza per una parte significativa del territorio lucano.

Organizzazioni sindacali

L’interazione con le organizzazioni sindacali presenti sul territorio è stata condotta formulando   interrogativi:

  • Sulle questioni principali, i nodi da sciogliere ad oggi esistenti relativamente al mondo del lavoro
  • Le sfide della transizione ecologica che attendono la nostra regione e le possibilità offerte dal piano europeo Next Generation EU.

I NODI DA SCIOGLIERE

Le difficoltà nel mondo del lavoro, il problema serio della disoccupazione, tocca in particolar modo giovani e donne ed è legato alla mancanza di formazione adeguata aggravata dalla scarsità di offerte di lavoro di qualità. Per superare queste difficoltà oggi è fondamentale un uso oculato delle risorse in arrivo, sia dal Recovery Fund, che dal nuovo ciclo di programmazione europeo, all’interno di un contesto di vero dialogo sociale con tutti gli interlocutori della società lucana.

L’Agenda 2030 deve,  rappresentare la guida per “ricominciare”, il nostro impegno nelle comunità e nella costruzione di relazioni solide e perseguire con impegno e responsabilità lo sviluppo integrale capace di contemperare economia, ambiente e inclusione sociale.

Per la UIL di Basilicata l’esperienza del Covid-19 ci sta richiamando a un’urgente esigenza di ripensare il rapporto tra mercato (economia), comunità, beni comuni e beni pubblici, a partire dalle drammatiche esperienze delle strutture sanitarie messe sotto stress dal virus.

La Basilicata è afflitta da numerose criticità̀, a nostro avviso la principale è il progressivo ed inarrestabile declino demografico. La Basilicata continua a perdere popolazione a causa della costante emigrazione giovanile e non solo, negli ultimi anni infatti si è aggiunta anche l’emigrazione della fascia di età 55-70 anni per ricongiungersi con i nuclei famigliari dei figli al nord

In un territorio vasto con poca popolazione tutti i servizi diventano diseconomici, ed infatti la Basilicata risente di una scarsa presenza di servizi sociali, di servizi di trasporto, di servizi per anziani e minori e questo si ripercuote sulla qualità̀ della vita che spinge le persone ad emigrare.

La mancanza di posti di lavoro diventa cosi sia la causa che l’ effetto di questo lento declino, al punto che le politiche del lavoro da sole non servirebbero a risollevare la condizione dei lucani, non basta insediare qualche stabilimento produttivo, che rischia di essere solo una cattedrale nel deserto, se non si risolve ad esempio il problema dei servizi di trasporto per i cittadini e di collegamenti viari che rendono questa terra difficilmente raggiungibile con qualsiasi mezzo, che rende poco conveniente investire in loco proprio per la scarsa domanda di servizi come diretta conseguenza dello spopolamento.

LE SFIDE DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA IN BASILICIATA

È necessario un investimento sull’economia “green” per staccarsi dalla dipendenza delle risorse petrolifere, sulle infrastrutture e su città all’insegna della sostenibilità valorizzando le risorse naturali e turistiche della regione e la filiera agroalimentare. Va organizzato un sistema sanitario a sostegno delle famiglie che faccia fronte alle esigenze di una popolazione sempre più anziana e numerosa.

Il tempo che viviamo ci richiama ad avviare un processo di cambiamento e trasformazione dei nostri stili di vita e dei nostri spazi, attraverso un impegno a privilegiare l’etica come vettore dello sviluppo.

La risposta alla pandemia proposta dall’Europa, la transizione verso una economia “gentile” deve essere la nostra guida per affrontare le sfide del futuro raccogliendo la forte spinta che arriva dal Recovery fund allo sviluppo di una economia circolare, di una economia a misura d’uomo.

Papa Francesco ci indica il “metodo di lavoro”: dialogo, rispetto delle diversità e gentilezza, che non è affatto un particolare secondario né un atteggiamento superficiale. Presupponendo stima e rispetto, “quando si fa cultura in una società, la gentilezza trasforma profondamente lo stile di vita, i rapporti sociali, il modo di dibattere e di confrontare le idee. Facilita la ricerca di consensi e apre strade là dove l’esasperazione distrugge tutti i ponti”.

Esasperazione che oggi più che mai si intreccia con i temi del lavoro e dello sviluppo, e nei territori più periferici e fragili, quali la Basilicata, in maniera ancor più dirompente.

Le sfide per la Basilicata sono davvero tante, e richiederebbero un’ ottima programmazione e soprattutto un occhio attento e clinico nell’ osservare la situazione critica in cui la Basilicata è immersa.
Una cosa su tutto ci sta molto preoccupando, perché sta diventando la radice di tutto ed è la totale sottovalutazione da parte della classe dirigente politica del momento pericoloso che stiamo vivendo, non saranno le enormi risorse economiche a salvarci, se non si saprà fare buon uso di quelle risorse, se quelle risorse non andranno ad aggredire i problemi profondi del territorio lucano e la situazione non migliorerà, rischiamo un’altra ondata di opere incompiute, di opere inutili, perché non vanno incontro ai bisogni innanzitutto sociali della popolazione. Non è la prima volta che il Sud è investito da una grande mole di risorse e sappiamo bene come la spesa non ha rappresentato una vera opportunità di sviluppo del territorio. Altra criticità prioritaria a nostro avviso è la tutela, la cura e la manutenzione del territorio e dell’ambiente.

La presenza massiccia dell’industria estrattiva rappresenta una reale minaccia all’equilibrio ambientale e alla tutela della salute dei lucani. La Basilicata rischia di essere soltanto un territorio sfruttato per le estrazioni del petrolio, ma per il resto completamente fuori dalla programmazione di politiche di economia circolare, economia green and blu, energie alternative.

Questo è un grande errore, perché nell’ accontentarsi di alcune entrate economiche immediate che stanno generando una dipendenza a causa delle scarse entrate per attività economica privata, non si guarda alla creazione di futuro alternativo, per quando le riserve del petrolio termineranno, o peggio per quando il petrolio non  verrà più ritenuta una risorsa utile ed appetibile per l’ economia. 

Enti di ricerca

ASI

Domanda 1

Nell’esercizio del ruolo svolto dall’Ente di Ricerca e sulla base della conoscenza maturata della realtà regionale indichi nel seguito quali sono le principali questioni, ossia i più significativi nodi da sciogliere ad oggi esistenti  motivandone brevemente la scelta.

Purtroppo non si è compreso ancora l’importanza di attivare  un circolo virtuoso che leghi alta formazione (non solo università!) sviluppo scientifico, innovazione tecnologica e trasferimento tecnologico alle imprese. In particolare cade nell’indifferenza politico- amministrativa, l’esistenza di un centro di eccellenza nel settore aero-spaziale e delle sue potenzialità. Si parla di un centro come quello di Geodesia Spaziale dell’Agenzia Spaziale Italiana, che ad oggi, a far data dalla sua nascita (1983), ha portato qui in regione investimenti che ammentano a circa 400 milioni di Euro (forse solo la Fiat ha fatto meglio negli ultimi 30 anni!). Siamo ormai in una fase di esplosione della cosidetta “Space Economy” per la quale giocheranno un ruolo fondamentale due pilastri delle politiche nel settore aerospaziale dell’Unione Europea: il programma GALILEO e il COPERNICUS. Il centro di Matera, insieme all’UNIBAS ed al CNR di Tito (IMAA) sono avamposti formidabili scientifici e tecnologici capaci di sfruttare dati e sviluppare applicazioni basate su questi due strategici programmi dell’UE. Ma ad oggi manca un’attenzione politico-amministrativa regionale (ma anche nazionale)  perché questa opportunità faccia un salto di qualità  e vada nella direzione di costituire un polo aerospaziale 

Domanda 2

Alla luce di tali problematiche e tenuto conto delle possibilità legate all’attuazione del  Piano Generazione Futura UE, quali sono a suo avviso le principali sfide da affrontare nella costruzione di un modello di crescita più sostenibile nella regione Basilicata e quale contributo è in grado di offrire la ricerca pubblica al perseguimento di tale fine?

La maggiore sfida, anche sulla base delle riflessioni fatte in risposta al primo punto, è quella di attivare quel circolo virtuoso fra Formazione, Ricerca, innovazione tecnologica e trasferimento alle imprese. Ogni pezzo o segmento di questo circuito virtuoso va oggi  per conto suo se si eccettuano alcune episodiche collaborazioni  come il PON OT4CLIMA che vede la partecipazione congiunta di ASI, CNR, UNIBAS e consorzio lucano di imprese CREATEC . Il  “New Generation EU” (NGEU) è un’opportunità unica per ripetere qui in Basilicata, ma senza escludere l’inclusione in questo processo anche di realtà Pugliesi e Calabresi, ciò che già si è realizzato nella California iper-tecnologica sviluppatasi intorno al JPL-NASA di Pasadena, nel distretto aerospaziale spaziale di Tolosa in Francia, oppure nell’indiana Bangalore che ospita l’agenzia spaziale di quel paese. A tal proposito intorno all’ISRO (è la sigla di quella Agenzia Spaziale), si è creato un distretto aerospaziale dove l’università locale sforna un patrimonio umano formidabile che alimenta un distretto hi-tech che calamita investimenti sontuosi da parte delle grandi imprese mondiali  del settore. La ricerca  e gli interventi pubblici hanno un ruolo fondamentale per alimentare questo processo fino a coprire finanche il rischio di “Venture Capital” come ci insegna Mariana Mazzuccato nel suo illuminante saggio sullo stato innovatore. La giuntura fra formazione,ricerca, innovazione tecnologica e trasferimento alle imprese, potrà  essere rappresentato dalla creazione di  un incubatore capace di mettere insieme queste diverse realtà ed innescare quel circolo virtuoso di cui si parlava. La nostra regione potrà così ambire a creare un distretto specializzato in tecnologie aerospaziali in grado di attuare quella rivoluzione green e digitale esatta dal  NGEU. Distretto che concorrerà fra l’altro al ri-equilibrio socio-economico dei diversi territori così come auspicato dal NGEU. Lo fa confezionando una proposta propulsiva e rifuggendo da modelli assistenzialistici di supporto alle povertà territoriali. 

Il contributo delle Istituzioni

Il mondo giovanile

L’ascolto dei giovani, delle loro aspettative e  visioni di futuro è una delle piste di lavoro indicate dai “Lineamenta” in preparazione alla settimana sociale. Per rispondere concretamente a queste sollecitazioni ci siamo attivati per ascoltare quello che i giovani hanno da dirci attraverso la compilazione di un questionario online, unica metodologia di lavoro possibile con le attuali   restrizioni dovute a causa della pandemia.

La struttura del questionario, con una prima parte dedicata alla raccolta di dati anagrafici e informazioni relative alla scuola frequentata pone poi domande su:

  • importanza delle relazioni;
  • fattori di benessere della comunità in cui si vive;
  • mondo del lavoro (in relazione alle opportunità offerte dalla regione in cui si vive);
  • visioni sul futuro;
  • impatto della pandemia sulla vita

Le risposte fornite su un totale di 257  questionari forniscono il seguente quadro di informazioni:

GENERE

  • 50 % di maschi, 50 % di femmine;

ETÀ

Campione di ragazzi compresi tra 13 e 33 anni, distribuiti come segue:

SCUOLA DI APPARTENENZA

LIVELLO DI SODDISFAZIONE

Le numerose risposte positive fornite dai ragazzi circa il grado di soddisfazione della scuola che frequentano sottolineano in particolare aspetti come:

  • Il grado di formazione ricevuta e la sua completezza;
  • Le opportunità che offre la preparazione ricevuta per il lavoro futuro;
  • L’inclusività dell’ambiente educativo;
  • L’ ambiente dal punto di vista umano; 

La percentuale di ragazzi che si dichiara insoddisfatta della scuola frequentata lamenta:

  • Una didattica antiquata e non adatta ai tempi moderni;
  • La scarsa preparazione dei docenti anche a gestire psicologicamente le difficoltà degli alunni;
  • La mancanza di stimoli adeguati a favorire l’apprendimento;

La quasi totalità dei ragazzi interpellati (94%) dichiara di voler continuare negli studi perché ritiene che questa possa offrire maggiori opportunità lavorative.

PERCENTUALE DEI RAGAZZI CHE INTENDONO CONTINUARE GLI STUDI

LE RELAZIONI E IL RAPPORTO AMBIENTE-SALUTE

I giovani considerano la famiglia come l’aspetto più importante nella loro vita (77%). seguita   dalla salute (65%), seguita, il   benessere economico (45%) e l’ambiente in cui si vive (41%).  

Fattori importanti per il benessere della comunità in cui si vive sono considerati le opportunità di lavoro (61%). E le relazioni sociali (59%) 

IL 99% degli intervistati ritiene molto/abbastanza importante la relazione tra ambiente e salute.

IL MONDO DEL LAVORO

Il mondo del lavoro in cui dovranno inserirsi, in futuro, i ragazzi è una realtà a cui il 61% guarda con timore per le difficoltà di trovare una occupazione stabile nella propria regione   futuro lavorativo fuori    anche perché non sempre le attività in cui vengono impiegati i giovani  utilizzano a pieno le competenze acquisite a scuola.

Accanto a questi sentimenti si riscontrano anche atteggiamenti meno pessimistici, che invitano ad a guardare al mondo del lavoro con coraggio, come a molte altre sfide nella vita di ognuno che si possono superare contando sulle proprie.

Tra le difficoltà evidenziate c’è, inoltre, la consapevolezza che il mondo del lavoro è una realtà diversa da quello della scuola. È un mondo al quale non si arriva, a volte, preparati “….la scuola che sto frequentando a mio parere non mi prepara abbastanza, poiché saprò a memoria la vita degli autori ma non saprò come funziona il mondo”

Questa realtà, agli occhi di alcuni giovani, sta diventando sempre più complessa con difficoltà di inserimento che aumentano col tempo e che ha dinamiche che non sempre premiano il merito.

Più difficile è l’inserimento delle donne nel mondo del lavoro “…perché al giorno d’oggi trovare un lavoro che permetta di gestire la famiglia e la propria carriera (specialmente per noi donne), è molto difficile”

Fonte di fiducia nel domani è l’aver discusso del futuro in famiglia ricevendone rassicurazioni e consigli che aiutano ad assumere un atteggiamento più propositivo.

Per la stragrande maggioranza degli intervistati (83%) non c’è la possibilità di trovare lavoro nella propria regione per mancanza in assoluto di opportunità, ma anche, come ricordato prima,  perché spesso il lavoro offerto non permette di utilizzare pienamente le competenze sviluppate.

Forte è nei giovani il desidero di uscire, di viaggiare per conoscere  altre realtà. L’ambiente in cui si vive è percepito come arretrato ed angusto.   Tutto questo non offre molte possibilità di sviluppo personale (80% ) degli intervistati perché  “…..il Sud che è da sempre sottovalutato… siamo visti quasi come una discarica, non investe più nessuno se non in aziende come l’ILVA dannose per la nostra salute.”

Il mancato sviluppo tecnologico è visto come una ragione dell’arretratezza. Non si cresce in Basilicata perché “…..La crescita personale è indissolubilmente legata all’ambiente circostante. Non ho l’opportunità di andare al cinema o in una libreria. Se voglio fare uno sport devo andare fuori paese perché non ci sono squadre femminili…non posso dedicarmi a ciò che vorrei e formarmi »

Per alcuni anche le opportunità di studio universitario sono ritenute scarse altri ritengono che “….La Basilicata è una regione ricca di risorse non solo naturali, ma anche umane: bisogna ripensare ad un adeguato rapporto uomo-lavoro”

QUALI INIZIATIVE PER IL FUTURO?

I giovani ritengono che la situazione in Basilicata potrebbe migliorare se venissero offerte più opportunità di formazione (Università), se fosse migliorata la qualità dei servizi e il coinvolgimento dei giovani nelle scelte future. Inoltre “…….Bisognerebbe migliorare davvero tutto iniziando dalla scuola che non ci supporta anzi pensa solo ad un apparente conoscenza di quello che facciamo non pensando a noi stessi veramente. Fino ad arrivare ai rapporti sociali e alle strutture»

Lo sviluppo del senso civico di tutti è ritenuto essenziale per poter migliorare, allo stesso modo è ritenuto fondamentale avere “…politici più responsabili che conoscano le nostre esigenze, che siano in grado di sfruttare meglio i fondi messi a disposizione” e delle infrastrutture che riducano “l’isolamento” della regione.

“…Ciò che bisognerebbe fare è incentivare la cultura. Aprire centri di arte, teatro, musica, danza, sport e tutte quelle attività che possano far crescere in modo consapevole tutti i giovani uomini del futuro.”

Perché si possano offrire più opportunità di lavoro, i giovani ritengono che la regione dovrebbe investire prioritariamente nella formazione e nel turismo, poco in un settore come l’agricoltura.

I giovani ritengono di poter contribuire costruttivamente alla costruzione di un futuro migliore con la loro capacità di visione di futuro anche se in alcuni prevale un sentimento di sfiducia perché “…..il nostro futuro viene deciso dagli anziani di oggi, che hanno mentalità consone al secolo precedente, non si sono adeguati molto all’evoluzione”

LA PANDEMIA

Il 35% dei giovani   non ha fiducia nel superamento delle difficoltà economiche causate dalla pandemia per l’aggravamento delle condizioni del paese già cattive ad inizio pandemia. Il 65%  pensa invece che il paese abbia le risorse per risollevarsi anche se l’impegno sarà duro e comunque importante sarà usare bene i fondi europei.

L’impegno dei politici non è giudicato adeguato e all’altezza della situazione “….si pensa a litigare in situazioni gravi..” (più positivamente è giudicata la attuale compagine governativa)

Si ha fiducia perché “…noi potremmo restare chiusi in casa per chissà quanto tempo ancora ma …. il cuore di certo non va in quarantena, e continuare ad amare anche a distanza non è un problema, come anche per i sogni, essi non si infettano, perciò perché non continuare a credere in un domani migliore ?!”

Altri contributi

ARPAB

I NODI DA SCIOGLIERE

Come è noto in Basilicata insistono grandi emergenze ambientali, in primis i due impianti estrattivi di Tempa Rossa e di Viggiano, il sito Enea-Sogin di Rotondella, Rendina Ambiente (ex Fenice), Tecnoparco e Ferriere Nord (Sider Potenza) su tutti.

Emergenze ambientali che pongono l’agenzia davanti ad una sfida essenziale, ovvero quella di riuscire a garantire che lo sviluppo economico, il progresso, l’approvvigionamento del fabbisogno energetico (che in alcuni casi è addirittura un’esigenza strategica nazionale) siano svolte nel rispetto dell’ambiente e della legalità.

La superficialità con cui in passato si è gestita la situazione ha determinato, infatti, la costituzione di due poli dialettici diametralmente opposti. Da un lato l’ambientalismo integralista che rifiuta ogni ipotesi di sviluppo e dall’altro una speculazione industriale che crede di poter fare a meno dei freni e dei controlli.

Due poli opposti che devono necessariamente trovare un punto di sintesi e di mediazione nella necessità di garantire i giusti controlli affinché le attività vengano svolte nel pieno rispetto dell’ambiente e della Legge.

Per fare ciò è necessario da un lato potenziare l’Agenzia sia nei mezzi tecnici che nel personale, dall’altro avviare un dialogo serrato e continuo con le organizzazioni sociali e i corpi intermedi che operano sul territorio.

Serve migliorare la struttura ma anche recuperare la fiducia sociale, senza la quale è impossibile essere credibili e, quindi, davvero efficaci.

LE SFIDE DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA  IN BASILICIATA

Partiamo proprio dal Piano Generazione Futura Ue per dire che il piano è monco. Uno sviluppo ecologico che sia un new deal ambientale necessita di investimenti strutturali ed infrastrutturali che fungano anche da moltiplicatore economico.

Tali investimenti, nell’attuale sistema italiano corrono il rischio di essere eccessivamente rallentati ovvero di avere la tentazione di una eccessiva deregulation.

Situazioni queste entrambe incompatibili con un vero sviluppo che sia economico ma nel rispetto dell’ambiente, anzi che tragga proprio dall’ambiente la sua linfa vitale.

Qualsiasi investimento, infatti, per sua natura produce un impatto ambientale perché va a modificare lo status quo ante.

Quello che manca al Piano è proprio un investimento nel sistema delle agenzie di protezione dell’ambiente che dovrebbero essere più efficienti per evitare sia i rallentamenti burocratici sia la conseguente tentazione alla deregolamentazione.  In tutto il piano tutto ciò manca.

Per quanto riguarda la Basilicata la crescita sostenibile passa necessariamente per il riequilibrio ambientale.

La Basilicata paga un tributo altissimo in termini di produzione energetica sia petrolifera che alternativa (eolico, fotovoltaico idroelettrico) il tutto spesso a discapito del paesaggio e dell’ordinaria vita umana.

Riequilibrare questi elementi è la priorità assoluta proprio ripartendo dal paesaggio che non è soltanto un quadro statico ma anche la dinamica carta d’identità del passaggio dell’uomo sul territorio, del suo operare nella storia, del suo trasformare il mondo e il territorio.

In tutto questo è centrale la ricerca pubblica. Io credo che deve essere proprio il Pubblico, per la sua mancanza di interessi particolari, per il suo istituzionale ruolo di tutela dell’interesse generale a dover trovare il punto di equilibrio tra i fattori della produzione e l’uomo.

Il ruolo naturale dell’uomo come custode del creato deve essere palese nella funzione della ricerca pubblica che, priva di interessi economici, si deve trovare nelle condizioni di difendere ciò che è di pubblico interesse, come la qualità della vita, la bellezza e il paesaggio.

Se le imprese private hanno il diritto naturale e costituzionale di perseguire il proprio profitto è soltanto la ricerca pubblica che ha il compito istituzionale di far sì che questo profitto non si trasformi in speculazione e si svolga nel rispetto dell’ambiente e sia finalizzato al bene comune.

Lega Ambiente

I NODI DA SCIOGLIERE

Il punto centrale per noi è fare della questione ambientale non uno dei temi sul tavolo ma “la questione” che deve definire le forme dello sviluppo, la grande opportunità per creare lavoro, per rendere più competitiva l’economia, per spingere innovazione e ricerca e combattere le disuguaglianze economiche, sociali e territoriali.

LE SFIDE DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA  IN BASILICIATA

Il tema guida è la transizione ecologica ed energetica che non è solo una grande priorità politica globale, ma rappresenta l’unico vero fattore di sviluppo per un territorio come quello della Basilicata, che ancora conserva un vantaggio competitivo rispetto a molte regioni italiane in termini di elevata dotazione di infrastrutture ambientali e basso impatto antropico.

Tale condizione di “vantaggio” non solo deve essere conservata ma dovrebbe costituire, potenziandola, il fulcro attorno al quale impostare tutte le politiche di sviluppo regionale.

Peraltro, in un contesto nazionale ed internazionale (in particolare dopo gli accordi di Parigi del 2015 sui cambiamenti climatici) che punta alla progressiva riduzione dell’utilizzo del fossile e la messa a valore delle risorse naturali e della cultura rurale, la Basilicata non può alimentare l’equivoco di voler essere polo energetico del passato, destinato ad estinguersi, ma piuttosto deve dare dignità alla sua naturale vocazione naturalistica, agricola e rurale, con una prospettiva di sviluppo “contemporanea”, coerente e sostenibile. Per questo è essenziale, anzitutto, recuperare una percezione diffusa locale delle reali potenzialità del territorio garantendone la qualità in termini assoluti: qualità ambientale e agroalimentare, servizi diffusi e di prossimità, reti di comunicazione, mobilità, ricerca e innovazione.

L’obiettivo di Legambiente è contribuire a mettere in campo fin da subito, una visione e delle proposte in termini di missioni strategiche e riforme che, dal nostro punto di vista, servono davvero alla Regione per un futuro in Basilicata che possa essere più verde, più digitale e più inclusivo, mettendo in campo gli interventi necessari per accelerare la transizione ecologica guidata da obiettivi di giustizia sociale.

Italia nostra

I NODI DA SCIOGLIERE

  1. Questione Petrolio, nuove prospezioni In e off shore, riduzione progressiva dalla dipendenza dalle risorse e materie fossili ma anche programmazione attenta di impianti e parchi per energia alternativa (Eolico, Idroelettrico) e misurazione dei relativi impatti;
  2. Gestione sostenibile delle risorse ambientali: acqua, suolo, rifiuti ed Energia: Programmazione di Piani di Monitoraggio continuo per la definizione della quali-quantitativa delle risorse ambientali, buone pratiche per il risparmio idrico, calcolo dell’impronta ecologica.
  3. Salute: Piani di Monitoraggio sulla salute della Popolazione locale;
  4. Istruzione e Lavoro: Miglioramento degli strumenti per l’accesso all’istruzione (NEET) e Rafforzamento dell’incontro domanda /offerta di Lavoro.

LE SFIDE DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA IN BASILICIATA

Le principali sfide da affrontare nella costruzione di un modello di crescita più sostenibile nella regione Basilicata sono: la protezione della biodiversità, la lotta ai cambiamenti climatici, Ricerca e Transizione ecologica, creazione di opportunità di lavoro stabili e un miglioramento della Coesione Sociale.

Questi temi sono alla base della Mission di Italia Nostra, che da oltre mezzo secolo è impegnata in azioni di tutela e salvaguardia dei beni artistici, culturali e naturali promuovendo  i valori della bellezza e della sostenibilità e della resilienza dei territori.

Nata nel 1955 e riconosciuta nel 1958  è una delle più antiche associazioni ambientaliste italiane; in Basilicata è presente con una rete di ben sette sezioni. La presenza capillare in ogni parte del territorio lucano fa sì che l’Associazione conosca bene i problemi sopra evidenziati. E’, inoltre, molto spesso coinvolta in attività di ricerca scientifica e proposte per la coesione sociale. E’ seriamente impegnata nel promuovere il dialogo sui questi temi tra i principali attori e lo fa promuovendo Seminari e convegni, in questo periodo a causa della Pandemia da Covid-19 si tengono in modalità virtuale.

 

UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE

Domanda n. 1

Nell’esercizio del ruolo svolto dall’Ufficio Scolastico Regionale e sulla base della conoscenza maturata della realtà regionale indichi nel seguito quali sono le principali questioni, ossia i più significativi nodi da sciogliere ad oggi esistenti motivandone brevemente la scelta.

La transizione ecologica, pone di fronte alla necessità di ripensare radicalmente le politiche in ambiti che vanno ben oltre il perimetro dei temi ambientali: le politiche industriali, le politiche economiche e fiscali, le politiche formative, l’energia, la salute pubblica, la gestione delle città, l’agricoltura, i trasporti, la gestione e la tutela del territorio, la ricerca scientifica, perfino, la politica estera. Ritengo che i principali nodi da sciogliere nell’immediato siano le sfide climatiche e ambientali mondiali, che sono fonte di instabilità e rappresentano un  notevole fattore di moltiplicazione di rischio per singoli e comunità. La Scuola Lucana, in tutti i gradi scolastici ed indirizzi, ha al suo attivo da tempo percorsi radicati e diffusi di sensibilizzazione e di promozione di condotte e atteggiamenti di rispetto, tutela, valorizzazione, a cui, di certo, ha dato un contributo educativo notevole il più recente insegnamento dell’Educazione Civica. Considero, tuttavia, fondamentale, in ottica di continuità e potenziamento di quanto fin qui realizzato, una seria riorganizzazione del curricolo delle istituzioni scolastiche, soprattutto, dell’istruzione secondaria di II grado, a favore di una maggiore attenzione ai cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità, fenomeni che non risparmiano il nostro contesto regionale, con la focalizzazione di casi specifici e di situazioni ben circoscritte a livello locale. Considero, altresì, necessario, se si vogliono conseguire esiti di più consapevole e responsabile civismo da parte delle giovani generazioni, all’insegna del principio “non nuocere”, che anche i docenti, tutti, senza esclusione alcuna nelle progettazioni individuali adottino gli obiettivi fondamentali di conservare e migliorare il capitale naturale benessere dei singoli, delle risorse, dei contesti. Auspico anche che un forte contributo in tale senso venga offerto e di  proteggere la salute e il  proprio dal ricorso diffuso alla “Laudato sì”, quale piattaforma programmatica valoriale, da parte dei tanti docenti di IRC che operano nella Scuola Lucana. Fare leva sull’educazione e sull’istruzione delle giovani generazioni è, quindi, la chiave per un dialogo sui cambiamenti necessari per il successo della transizione, non disgiunta da un quadro possibilmente europeo e internazionale delle competenze attese, che aiuti a coltivare evalutare conoscenze, abilità e attitudini connesse ai cambiamenti climatici e allo sviluppo sostenibile.

Domanda n. 2

Alla luce di tali problematiche e tenuto conto delle possibilità legate all’attuazione del Piano Generazione Futura UE, quali sono a suo avviso le principali sfide da affrontare nella costruzione di un modello di crescita più sostenibile nella regione Basilicata e quale contributo è in grado di offrire l’Ufficio Scolastico Regionale al perseguimento di tale fine?

La Basilicata è una terra frammentata, un ecosistema variegato sia dal punto di vista geomorfologico sia dal punto di vista sociale: una terra divisa tra aree a fallimento di mercato, nelle quali incalza lo spopolamento e aumenta paurosamente l’indice di vecchiaia, e zone industriali che, dopo il momento di splendore della metà degli anni ‘90, non avendo coltivato la crescita di competenze, oggi rischiano di soccombere a fronte delle sfide di sostenibilità ambientale verso cui si sta riorganizzando l’economia globale. Molti territori si stanno interrogando su quali possano essere gli scenari in cui organizzare i percorsi più efficaci per generare risposte concrete a breve, medio e lungo termine. I decisori politici sono chiamati ad un compito cruciale nei prossimi mesi: costruire il piano strategico programmatico e le linee guida su cui investire le risorse messe in moto dai fondi indiretti europei e dal recovery fund. Ritengo che la principale sfida da affrontare in modo concertato sia la scelta del modello di sviluppo, nella consapevolezza che tutti i modelli produttivi, economici e di welfare si stanno muovendo verso una personalizzazione sempre più marcata. Tutti i servizi e i prodotti sono oramai ideati e realizzati in base a esigenze specifiche di clienti sempre più esigenti. Le città e i territori del futuro saranno a misura di persona. Anche per i contesti e per le comunità serve un approccio specialistico, che tenga conto delle differenze territoriali e intervenga con politiche mirate secondo specifiche necessità di quegli ecosistemi. Non basta rendere più intelligenti i territori, sfruttando la tecnologia, servono modelli di welfare differenti, di coinvolgimento attivo delle comunità. Servono misure di crescita del tessuto imprenditoriale, interventi specifici e differenziati per efficientare le PA e migliorare i servizi sanitari e socio/educativi. In tale scenario complesso e articolato, l’USR è disponibile a dare un contributo attivo, in tutte le sedi istituzionali già operative e in quelle che potranno nel prosieguo essere formalizzate, partendo dalla conoscenza del territorio lucano, intorno ad obiettivi di sviluppo sostenibile, in linea con le agende internazionali, sensibilizzando in modo opportuno e mirato le istituzioni scolastiche autonome. Ma è soprattutto nel cogliere e veicolare a favore delle scuole e della loro azione formativa quotidiana ogni opportunità di ricerca e innovazione e di trasferimento tecnologico, anche con la creazione di reti dell’innovazione, che l’USR colloca il proprio ruolo propulsivo, in vista di progetti concreti, attuabili e, soprattutto, allineati ai grandi problemi che società e territori devono affrontare.

Focus groups

Agricoltura

Le attività di approfondimento del tema relativo alla transizione ecologica e sviluppo sostenibile dell’agricoltura lucana sono state sviluppate:

  • Attraverso la distribuzione di un questionario con due domande a risposta aperte rivolte a ricercatori e imprenditori del settore
  • L’organizzazione di una sessione online di approfondimento delle tematiche emerse dalla indagine preliminare.

Il DiscussionPaper frutto del lavoro di approfondimento è qui di seguito allegato.

 

Discussionpaper

  1. Introduzione

La ricerca bibliografica sui nodi da sciogliere e sulle priorità di sviluppo della regione ha individuato nell’Agricoltura un settore strategico per l’importanza che esso ricopre in termini di contributo al PIL e per le potenzialità che offre a favore di un riequilibrio dello sviluppo regionale tra aree interne e costiere.

L’agricoltura, assieme al settore agroalimentare, conta in Basilicata diverse eccellenze produttive. Il suo ulteriore sviluppo, se opportunamente indirizzato, può giocare un ruolo decisivo  per la crescita della regione e per combattere fenomeni di perdita del capitale umano  quali   la continua emigrazione dei giovani, fenomeno questo che, negli ultimi anni, ha aggravato  lo   squilibrio generazionale che pesa sul futuro della regione.

Il tema dello sviluppo agricolo regionale non è solo una priorità della politica, ma è anche sentito come esigenza che interpella la chiesa locale come emerge dall’indagine territoriale condotta in preparazione di Taranto 2021.

  • Le sollecitazioni emerse dall’indagine territoriale

La necessità di una transizione ecologica a cui ci richiama papa Francesco nella enciclica “Laudato si”, è  una sfida fortemente sentita in un settore così importante per la nostra regione. L’agricoltura  ha grandi  capacità di innovazione e può contribuire significativamente all’implementazione un modello di sviluppo regionale  sostenibile  e resiliente.

La sfida della transizione ecologica non riguarda soltanto gli organismi di direzione politica, ma interpella direttamente la Chiesa nella sua opera educativa e di crescita personale per l’esigenza, avvertita, di far crescere nelle nostre comunità una sensibilità nuova verso i temi ambientali. Le ricchezze naturali della nostra regione offrono opportunità uniche di sviluppo delle nostre comunità e sistemi di coltura innovativi e sostenibili che possono coniugare bene crescita e custodia dei territori.  

Lo spopolamento dei nostri territori, specie quelli delle aree interne, deve interpellare le chiese locali perché si facciano promotrici di iniziative che favoriscano la formazione all’agricoltura delle nuove generazioni,  di  laici conoscitori delle nuove metodologie produttive, ma anche in grado di riprendere, allo stesso tempo, le antiche sapienze agricole. È attraverso una rivitalizzazione dell’agricoltura che è possibile promuovere una conversione ecologica nella nostra regione.

La sviluppo di una “buona agricoltura” è importante perché essa    non solo produce beni alimentari di qualità, ma costruisce e conserva il paesaggio, salvaguarda il capitale naturale e contribuisce a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.

  • Il lavoro di approfondimento del FG

L’analisi di settore ci presenta un quadro qui di seguito riportato sinteticamente:

  • Il comparto agricolo della Basilicata si presenta con unità aziendali piuttosto piccole e frazionate
  • La prevalenza dei conduttori di aziende agricole ha un’età avanzata
  • Il livello scolastico e formativo degli imprenditori agricoli è piuttosto modesto ed una bassa percentuale di imprenditoria giovanile (10%)
  • Sul territorio è presente un elevato numero di aziende con colture intensive (76%) prevalentemente nel Metapontino.
  • Bassa è l’adesione delle aziende lucane a processi di sviluppo e colture che fanno un uso sostenibile di prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti come evidenziato dalle esigue risposte alla misura agroalimentare “produzione integrata” (misura 10 del PSR della Basilicata)

Tre sono le realtà che possono  sinteticamenterappresentatare l’agricoltura lucana:

  1. Quella delle aree pianeggianti e irrigue, dove si concentrano le produzioni ortofrutticole, e le aree vocate alla viticoltura enologica (Vulture-Melfese);
  2. L’agricoltura estensiva, prevalentemente cerealicola, della Collina materana;
  3. L’agricoltura (“eroica”) dell’alta collina e della montagna lucana.

Tutte e tre queste aree andrebbero sviluppate perché rispondono alla vocazionalità del territorio.

In Basilicata, il processo di sviluppo del settore, al di là e oltre il tema della sostenibilità, deve affrontare e risolvere tre questioni chiave:

  • Lo sviluppo delle aree interne;
  • Il tema delle manodopera costituita oggi, in gran parte, da immigrati su cui ancora grava in maniera notevole il fenomeno del caporalato e che va gestito favorendo l’inserimento di questi lavoratori nel tessuto sociale. 
  • L’accesso al mercato ancora limitato e il quale sconta ancora un approccio individualistico da parte dei produttori e che manca di adeguate strutture  commerciali e logistiche.

Il superamento, delle carenze formative ed informative dei conduttori di aziende a favore  di tecniche produttive più sostenibili è il primo passo da compiere nello sviluppo di una agricoltura eco-sostenibile. L’uso corretto dei prodotti fitosanitari che possono risultare   altamente impattanti dal punto di vista ambientale è fondamentale.

Importante per uno sviluppo agricolo equilibrato regionale è inoltre la rivitalizzazione delle aree interne che può contribuire a combattere la fragilità e vulnerabilità del territorio. Essenziale, in questo senso, è la fornitura di servizi idrici adeguati per favorire lo sviluppo di colture  nelle aree collinari. Questo sviluppo potrebbe beneficiare opportunamente dalla realizzazione di piccoli invasi aziendali e multi aziendali per fornire acqua a tutti gli agricoltori.

Lo sviluppo rurale nella nostra regione va promosso coniugando assieme tradizione ed innovazione, per non esercitare violenza sul nostro territorio e la nostra società

Occorrerà lavorare ed impegnarsi alla realizzazione di un progetto comune attraverso il quale lo sviluppo delle aree più forti dovrà servire da sostegno e traino a quelle più deboli.

Ci sono nella nostra regione realtà agricole che si prestano ad una riconversione che li avvicini al “ciclo chiuso” dove promuovere l’uso di fertilizzanti e ammendanti biologici creando filiere a “Km 0” tra aziende agricole, allevamenti e impianti di compostaggi.

Nell’area del metapontino l’eccessivo uso di pesticidi e fertilizzanti, l’avanzamento del cono salino e l’innalzamento del mare per effetto dei cambiamenti climatici assieme ad un eccessivo emungimento di acqua di falda rappresentano rischi che, a medio termine, possono provocare la perdita di terreni e aziende, con una involuzione generale del quadro produttivo.

Scelte strategiche della Regione cui è delegata la gestione delle attività di supporto alle aziende e l’ammodernamento di una infrastruttura di monitoraggio e sistemi di supporto alle decisioni potrebbero essere di grande utilità. 

La svolta decisiva per un progresso in questa direzione dovrebbe essere un piano regionale dedicato allo sviluppo di un’agricoltura moderna, orientata inevitabilmente alla sostenibilità.

Vanno attuate politiche di tutela del territorio che evitino il declino generalizzato dei suoli e, in particolare, del loro contenuto di carbonio.  Oggi, in molti suoli agricoli nel Sud Italia, il livellodel  carbonio è intorno  all’1%, valore limite  per  classificare  i  suoli  desertici  dal  punto  di  vista  microbiologico.  L’adozione   di tecniche  sostenibili  di  coltivazione  (inerbimento,  potatura  razionale  ed  annuale, irrigazione  con  acque  reflue,  riciclo  dei  residui  vegetali  di  sfalcio  e  potatura,  aggiunta  di ammendanti organici), favorisce il ripristino della fertilità del terreno   attraverso   l’incremento  del  contenuto  di  carbonio  e  della  biodiversità  microbica.

Sono da prevedere il riciclo di risorse e dei sottoprodotti considerati fino ad oggi semplici scarti, l’uso di letame naturale e compost in miscela con carbone vegetale (biochar), tutti materiali da produrre in impianti locali.

Parlare di transizione ecologica vuol dire anche prendere coscienza che questo processo non può essere correttamente avviato se non si affronta il tema dei suoli inquinati presenti sul nostro territorio come quelli delle aree agricole in Val Basento dove, dopo trent’anni dalla cessazione delle attività della Pozzi, il contenuto di mercurio nei fiori misurato 7 anni fa è ancora molto elevato.

Bisogna pensare alla possibilità di utilizzare questi suoli oggi non ancora bonificati, per la produzione di energie alternative (con l’ausilio per esempio di centri di ricerca come l’Enea).

C’è bisogno di un piano di sviluppo integrato che non può reggersi sulla implementazione di misure di sostegno puntuali, ma non inserite in un quadro più generale di sviluppo del settore agricolo.

Il processo di transizione ecologica deve passare attraverso il coinvolgimento delle giovani generazioni che guardano con molto pessimismo al futuro.

  • Sintesi e proposte

L’analisi dei nodi da sciogliere, l’indagine territoriale, il lavoro di approfondimento del focus group, ci restituiscono le seguenti priorità relativamente alla tematica “Agricoltura”:

  1. Promuovere processi di aggregazione tra le aziende in modo da consentire adeguate economie di scala (specialmente per la frutticoltura);
  2. Supporto allo sviluppo di settori come la “vitivinicoltura” puntando su produzioni locali;
  3. Promozione, attraverso l’allargamento delle superficie, della conversione al biologico delle colture cerealicole;
  4. Sviluppo delle aree interne e montane puntando su produzioni a “marchio” e sulla trasformazione in loco dei prodotti;
  5. Recupero e monitoraggio della qualità dei suoli specialmente nelle aree interne;
  6. Promozione della formazione di competenze adeguate nei conduttori di aziende;
  7. Recupero dei suoli inquinati;
  8. Cura dell’insufficienza di manodopera e inclusione sociale dei lavoratori stranieri;

Formazione

 

 

Discussionpaper

  1. Introduzione

In un mondo in rapida evoluzione, sempre più caratterizzato da complessità, veloci mutamenti e continue sfide, l’educazione e l’istruzione sono chiamate a svolgere un ruolo chiave, così come emerso dalla ricerca bibliografica. Come evidenziato anche dalla Strategia Europa 2020 esse risultano centrali in quel processo di acquisizione di capacità e di competenze utili a cogliere le opportunità che la realtà offre, anche in previsione dei cambiamenti della società e dei mutamenti che caratterizzano il mondo del lavoro. Alla luce del significativo disallineamento tra domanda ed offerta del mondo del lavoro lucano, con impatti sociali significativi in termini di disoccupazione ed emigrazione soprattutto giovanile, tale settore risulta cruciale nel delineare un modello di sviluppo per la regione Basilicata.

La creazione di percorsi di istruzione e formazione in cui si affermi una maggiore interdipendenza tra conoscenze tecniche, competenze digitali e abilità relazionali, una corretta cultura del lavoro e della cura del Creato sono indispensabili per facilitare l’accesso dei giovani al mondo del lavoro, sostenere la riqualificazione dei lavoratori e ridurre il fenomeno del disallineamento (mismatch).

  • Le sollecitazioni emerse dall’indagine territoriale

La piattaforma programmatica delle piccole e medie imprese ha individuato come priorità nello sviluppo della economia regionale la necessità di cambiare le logiche delle priorità nella programmazione della spesa pubblica regionale, così da definire una politica di sviluppo che possa:

  1. consentire il consolidamento e il rilancio dei settori tradizionali quali l’edilizia, l’impiantistica, la meccanica;
    1. migliorare e qualificare le competenze professionali degli imprenditori, delle maestranze e dei giovani lucani in linea con gli assi di sviluppo regionali in modo da ridurre il divario tra mondo della formazione e del lavoro, promuovendo job profilesinnovativi.

Tanto le associazioni datoriali quanto quelle sindacali concordano nel ritenere necessaria una riforma degli ammortizzatori sociali e del lavoro che superi la logica della pura assistenza a favore della formazione e della rioccupabilità dei tanti che sono rimasti senza lavoro.

Così come va colmata la distanza tra ricerca pubblica e produzione industriale e allineata la formazione verso le nuove competenze green, insieme a un’importante azione di semplificazione delle procedure ed efficientamento della pubblica amministrazione. Anche gli Enti di Ricerca intervistati hanno sottolineato l’importanza di attivare circoli virtuosi che leghino alta formazione, non solo universitaria, sviluppo scientifico, innovazione e trasferimento tecnologico alle imprese. E’ emersa altresì la necessità di una progettazione congiunta dell’offerta formativa con il mondo delle imprese. La mancanza di operatori adeguatamente specializzati è stata sottolineata nei principali settori (agricoltura, turismo, automotive, attività estrattive, edilizia, ambiente, cura agli anziani) e dovrebbe essere maggiormente innervata la proposta di scuole di educazione e conoscenza della dottrina sociale della Chiesa quali opportunità concrete di educazione alla politica, di formazione dei giovani che si dedichino in maniera permanente al servizio del bene comune.

Per quanto attiene ai giovani, il 55% delle comunità parrocchiali intervistate può contare sul loro impegno nelle attività di promozione dello sviluppo sostenibile e nelle attività di formazione estive.

Dai questionari somministrati ai giovani nelle scuole e fra gli animatori del Progetto Policoro è emerso che Il 74% dei giovani intervistati è soddisfatto del tipo di scuola e ben il 95% di essi intende continuare negli studi. Purtroppo, però, l’87% ritiene di non poter trovare sbocchi di lavoro adeguati nella propria regione.

  • Il lavoro di approfondimento del FG

 

Numerose iniziative sono state messe in campo dal Dipartimento per le Politiche di Sviluppo, Lavoro, Formazione e Ricerca della Regione Basilicata, di cui ci è stata fornita una attenta disamina con particolare riferimento al bando over 35 (Destinazione Over35 Percorsi di Politiche del Lavoro e di Inclusione attiva) ed all’attivazione Fondo “Garanzia Giovani 2 “ (NEET e non NEET fino ai 35 anni). Fra gli altri, si è fatto riferimento alla opportunità di procedere a bandi per nuovi Istituti Tecnici Superiori (meccatronica, ecc.), nonché alla necessità di stipulare in tempi brevi un protocollo con l’Ufficio Scolastico Regionale per l’accreditamento dei Centri di formazione professionale – CFP e dare avvio al piano di rafforzamento dei Centri per l’impiego.

Nella costruzione di un modello di sviluppo con cui attuare una resilienza trasformativa per la Basilicata, è stata enfatizzata la necessità di considerare la resilienza non meramente come la capacità di resistenza bensì quale capacità di acquisizione di nuove conoscenze. A tal fine concorre la personalizzazione dei progetti ossia a partire dall’analisi dei bisogni si verificano le attitudini individuali applicando i principi dell’apprendimento in profondità o dell’apprendimento collaborativo. In tale direzione va il Learning Management System con i Massive Open Online Courses MOOC, che sono gratuiti ed hanno una rilevanza e una struttura accademica quindi con contenuti di altissimo livello. L’auspicio è la realizzazione di percorsi formativi in grado di educare alla capacità di pensiero divergente.

Dall’esperienza di ANPAL Servizi a livello nazionale, è emersa la necessità di agevolare i contratti di apprendistato di I e III livello per connettere mondo della formazione ed imprese, un rafforzamento delle politiche attive del lavoro, della proattività di tutti gli attori ed a tal fine ben si prestano le Industry Academy un nuovo approccio di partenariato pubblico-privatoche punta a creare una sinergia tra la rete dei servizi per le politiche del lavoro e il sistema della domanda.

Dalla conoscenza diretta dell’Ufficio Scolastico Regionale, è emerso che il sistema scolastico lucano non ha mai avuto una notevole dispersione scolastica quanto piuttosto un problema più diffuso di demotivazione, di scarso interesse da parte degli studenti che in assenza di un mondo del lavoro meritocratico, non sono adeguatamente stimolati a dare il meglio di sé. Pur con i problemi causati dalla pandemia, sono stati implementati percorsi laboratoriali di inclusione ed orientamento, insegnamento dell’educazione civica, Patti di comunità (interazione sulla base di specifici obiettivi) nonché la didattica digitale integrata. E’ necessario valorizzare i Centri Provinciali per gli adulti per garantire una riqualificazione professionale.

L’area Formazione di Confindustria Basilicata assolve alla funzione di ridurre la distanza fra domanda ed offerta di lavoro, realizzando corsi di alta formazione, master anche per imprenditori e attraverso Fondimpresa Basilicata. Quest’ultimo è un ente interprofessionale a carattere nazionale che con una programmazione chiara e tempi certi cerca di soddisfare le esigenze delle aziende ossia snellezza,rapidità,chiarezza. Per calibrare al meglio le strategie risulta necessario il monitoraggio dei risultati delle azioni messe in campo nonché puntare all’orientamento già dalle scuole medie. I ragazzi di tali scuole risultano poi i target ideali della divulgazione scientifica e dei progetti di alternanza scuola-lavoro sulla base dell’esperienza dell’Agenzia Spaziale Italiana-ASI.

Anpal Servizi della Basilicata ha sottolineato l’importanza strategica dell’orientamento quale processo che permette di creare relazioni tra le capacità e le attitudini già a partire dai tre anni di vita, con la collaborazione della famiglia prima e della scuola poi in un diritto permanente su tutto l’arco della vita. Orientare nella scuola secondaria di I grado significa porre l’alunno nelle condizioni di conoscere sè stesso per operare scelte consapevoli ed efficaci, sia nell’ambito degli studi da intraprendere dopo la terza media, sia nell’ambito delle scelte professionali e del mercato del lavoro. In Basilicata, sono state realizzatefinora attività di orientamento solo nelle scuole superiori.

Infine, di fondamentale importanza sono i processi di transizione scuola formazione istruzione lavoro volti a promuovere l’orientamento, qualestrumenti di contrasto alla dispersione scolastica ed alla disoccupazione giovanile ed a promuovere una corretta cultura del lavoro. Essi prevedono l’apprendimento in modalità duale (co-progettazione, condivisione e co-valutazione tra impresa edistituzione formativa) che mira all’integrazione tra scuola e lavoro, in cui viene riconosciuto il valore formativo delle competenze acquisite durante l’esperienza pratica svolta all’interno delle imprese (PCTO e apprendistato di I livello)

  • Sintesi e proposte

E’ necessario ed urgente aumentare il livello di corrispondenza tra formazione ed esigenze delle imprese; rispondere all’obsolescenza delle competenze; estendere i percorsi e le pratiche di alternanza scuola-lavoro e rafforzare il sistema duale; incrementare l’offerta formativa, anche terziaria, rilanciare gli ITS.

Pertanto una strategia efficace deve prevedere:

  1. la programmazione di un’adeguata offerta formativa partendo dal monitoraggio dei fabbisogni professionali e formativi e delle relative competenze, procedendo alla revisione ed aggiornamento del CUR – catalogo unico regionale dell’offerta formativa ad accesso individuale;
    1. promuovere l’orientamento, scolastico (a partire dalla scuola primaria e secondaria) e professionale realizzando percorsi su misura che valorizzino le vocazioni personali, gli interessi e gli stili di apprendimento individuali;
    1. il potenziamento delle misure per la transizione istruzione, formazione, lavoro;
    1. lo sviluppo di un rapporto stabile con il sistema della domanda e con gli altri attori della transizione (Scuole, Università, ITS e CFP-IeFP, imprese);
    1. rafforzare la rete dei servizi formativi e per le politiche attive, attraverso il consolidamento della governance pubblico/privato.

FG Politiche industriali

Discussion paper

  1. Introduzione

L’economia lucana è caratterizzata da livelli complessivi di terziarizzazione in linea con i valori medi nazionali e nella quale, tuttavia, la quota di contribuzione al valore aggiunto totale costituita dal settore agricolo è nettamente la più alta d’Italia (ben oltre il 5% contro circa il 2% a livello nazionale), mentre più contenuta è quella del settore industriale (con un differenziale di 4-5 punti percentuali rispetto alla media nazionale). Il sistema delle imprese è caratterizzato soprattutto da micro, piccole e medie imprese a conduzione familiare e sottocapitalizzate, con specializzazioni produttive basate su settori tradizionali e quindi più esposte alla competizione con i mercati emergenti. Hanno una bassissima propensione all’internazionalizzazione e, anche per le loro dimensioni, spesso un limitato accesso al credito.

Il tessuto economico della Basilicata appare fragile e molto provato dalla pandemia.Nonostante ciò, il sistema del credito regge ancora, l’indebitamento è ancora basso, e il comparto agricolo e industriale sembra aver retto alla scossa.

La regione non ha ad oggi un vero e proprio piano di sviluppo industriale pur ospitando importanti industrie internazionali, fra le quali il polo automotive di Melfi, con l’impianto Stellantis e l’annesso indotto e l’industria estrattiva e di pretrattamento degli idrocarburi con la presenza di Eni e Total.

Sono presenti nove aree industriali che sono state sinora gestite dai consorzi industriali delle due province, di cui quello di Potenza oggetto di riconversione attraverso la costituzione della società API- Bas S.p.A.

  • Le sollecitazioni emerse dalla ricerca bibliografica e indagine territoriale

La ricerca bibliografica sui nodi da sciogliere e sulle priorità di sviluppo della regione ha individuato nelle politiche industriali un ambito strategico per indirizzare correttamente e verso la sostenibilità lo sviluppo futuro del settore in Basilicata.

E’ emersa la necessità di investimenti infrastrutturali materiali ed immateriali nonché di implementare politiche industriali e del mercato del lavoro, su strategie e prospettive di valorizzazione delle competenze, di attivazione circolare della scuola, dell’università e del mondo della ricerca.

L’industria manifatturiera (Automotive, agroalimentare, legno arredo, aerospazio, energetico ed edilizia), infatti, va sostenuta con attività di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico. In generale, va colmata la distanza tra ricerca pubblica e produzione industriale e allineata la formazione verso le nuove competenze green.

Occorre un riassetto dei consorzi industriali con la creazione di un unico consorzio e diversi portatori di interesse intervistati hanno auspicato la definizione di un disegno unitario di politica industriale, che prendendo atto degli errori commessi in passato ed alla luce degli ingenti flussi economici in arrivo, promuova uno sviluppo auto propulsivo in grado di valorizzare la prospettiva green e la strategia Euro-mediterranea con il Mezzogiorno centro logistico e infrastrutturale di questa strategia.

Numerose fonti ed interviste riferiscono dell’opportunità rappresentata dalla Zona Economia Speciale- ZES ionica Puglia-Basilicata Dl n. 91/2017.

  • Il lavoro di approfondimento del FG

Grazie alla partecipazione del Dipartimento di Formazione, Politiche di Sviluppo, Lavoro, Formazione e Ricerca è stato possibile enfatizzare come il problema delle politiche industriali in Basilicata risenti di un problema di tipo culturale, infrastrutturale e sociale. L’attuazione dell’Agenda ONU 2030, il nuovo ciclo di programmazione ed il Recovery Fund mirano a potenziare le cinque “aree” prioritarie di innovazione della regione Basilicata: Aerospazio, Automotive, BioEconomia, Energia,Industria culturale e creativa . Il tessuto imprenditoriale è estremamente frammentato essendo costituito da micro imprese. Per innovare tale sistema imprenditoriale sono stati realizzati i cluster con il raggruppamento delle eccellenze del territorio e sono stati implementati i contratti di sviluppo per attrarre investimenti in tutte le aree industriali (premialità per recupero strutture produttive dismesse). Fra questi, si può annoverare quello con Stellantis sull’elettrico mentre la Basilicata si candida a divenire l’hub italiano dell’idrogeno sia per la produzione sia per lo stoccaggio (uno dei sette centri di ricerca di sperimentazione). Anche alla luce di quanto previsto per le ZES, per la cui attuazione si è resa necessaria una legge di semplificazione (D.L. 77/2021) in vista di un Testo Unico, si sta lavorando ai Piani di Sviluppo Industriali (premialità riduzione del consumo di risorse, riduzione degli sprechi) ed a Piani di investimento (premialità autoproduzione da FER). Infine, il governo regionale attraverso l’istituzione della nuova società API-BAS S.p.A. ha gettato le basi per la realizzazione di modelli di governance per la gestione sostenibile delle aree industriali, fra cui le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate-APEA. Degni di nota, infine, risultano gli accordi con ENI e Total per le nuove compensazioni ambientali che prevedono investimenti in no oil, fra cui a titolo esemplificativo si cita il centro eccellenza droni.

A supporto di quanto pianificato dal governo regionale, quale sua società in house, si pone l’attività di Sviluppo Basilicata che propone gli strumenti tecnici necessari per realizzare le politiche strategiche regionali. I destinatari delle misure di sostegno finanziario sono le imprese già esistenti, i nuovi soggetti imprenditoriali e anche il cosiddetto terzo settore, accumunati, tutti, dalla difficoltà di accesso al credito. Le misure agevolative previste sono volte a garantire il sostegno alle imprese sia dal lato degli investimenti che dal lato delle operazioni finanziarie sul capitale circolante, ovvero per garantire le esigenze di liquidità delle imprese. La maggior parte delle misure previste sono a fondo perduto o con un tasso di finanziamento molto basso rispetto al mercato. Sono previsti poi strumenti innovativi di ingegneria finanziaria che prevedono anche l’apporto di parte del capitale di rischio per finanziare l’avvio o la crescita di un’attività; successivamente è previsto l’abbandono dell’attività recuperando in parte il capitale investito e proponendo lo stesso finanziamento ad altre imprese. Si parla così finanziamenti rotativi che hanno la caratteristica di usare il capitale iniziale più volte su attività diverse, generando l’effetto leva, ovvero il beneficio si trasmette su più imprese.

Confindustria Basilicata ha ribadito la necessità del riconoscimento della centralità dell’impresa e di una maggiore cultura di impresa nella risoluzione del problema lavoro in Basilicata. Dando voce alle istanze degli imprenditori ed alle difficoltà riscontrate nel trovare figure professionali adeguate, è stata enfatizzata la necessità di una progettazione partecipata fra istituzioni ed impresa con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder ed il riconoscimento del ruolo chiave della formazione ed in particolare degli Istituti Tecnici Superiori al fine di ridurre il disallineamento fra domanda ed offerta. Nel contempo, è stata auspicata la necessità di snellimento delle procedure autorizzative per una maggiore competitività delle imprese.

L’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata, infine, nel rimarcare il proprio impegno istituzionale nelle attività di controllo e di ispezione, ha indicato l’opportunità della creazione del profilo di dialogo fra ARPAB e le imprese e del potenziamento degli strumenti di pianificazione, fra cui il Piano di Indirizzo Energetico –Ambientale –P.I.E.A.R. e delle procedure di valutazione degli impatti ambientali delle tecnologie a fonte energetica rinnovabile.

  • Sintesi e proposte

L’analisi dei nodi da sciogliere, l’indagine territoriale, il lavoro di approfondimento del focus group, ci restituiscono le seguenti priorità relativamente alla tematica “Politiche industriali”:

  • Contratti di sviluppo per attrarre investimenti in tutte le aree industriali (premialità per recupero strutture produttive dismesse)
  • Piani di Sviluppo Industriali (premialità riduzione del consumo di risorse, riduzione degli sprechi)
  • Piani di investimento (premialità autoproduzione da FER)
  • Miglioramento, in ottica sostenibile ambientale dei servizi delle aree industriali puntando alla conversione delle stesse in Aree Ecologicamente Attrezzate (APEA)
  • Potenziamento strumenti di ingegneria finanziaria per ridurre difficoltà di accesso al credito (sostegno imprese esistenti e favorire sviluppo successivo)
  • Realizzazione di Istituti Tecnici Superiori-ITS e di strategie di formazione anche presso le aziende, frutto di progettazione partecipata fra istituzioni ed impresa con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder
  • Necessità di snellimento delle procedure autorizzative
  • Opportunità della creazione del profilo di dialogo fra ARPA Basilicata ed imprese
  • Potenziamento di strumenti di pianificazione e di valutazione degli impatti da FER

FG Ambiente

 

Discussionpaper

  1. Introduzione

La ricerca bibliografica sui nodi da sciogliere e sulle priorità di sviluppo della regione ha individuato nelle politiche ambientali uno strumento di importanza strategica per lo sviluppo “green” della economia della regione a favore di una transizione ecologica integrale che renda più resiliente il tessuto economico sociale.

Il concetto di resilienza è utilizzato sempre più frequentemente nel dibattito sull’innovazione dei modelli di gestione, cura e manutenzione dell’ambiente sociale e naturale e dei progetti di trasformazione, rigenerazione e sviluppo del territorio. Il termine resilienza, infatti, allude ed evoca in modo efficace il mutamento di approccio ritenuto necessario per continuare a garantire prospettive di sostenibilità, a fronte dei cambiamenti ambientali, economici e sociali che hanno rapidamente investito (e continuano a investire) gli ambienti di vita delle comunità locali.

In questo, il controllo dell’ambiente naturale e la gestione dello stesso come una risorsa per lo sviluppo locale e la qualità della vita giocano un ruolo fondamentale nella costruzione della resilienza di un territorio, contribuendo significativamente allo sviluppo economico dello stesso (attrattività turistica e qualificazione delle produzioni locali).

Territorio, quale quello della Basilicata caratterizzato dalla compresenza di significative risorse naturali da salvaguardare, basti pensare ai 2 parchi nazionali, 3 regionali e 7 fra riserve naturali e oasi, e da importanti attività antropiche con conseguenti pressioni sulle matrici ambientali. Fra queste, a titolo esemplificativo, si annoverano le attività estrattive su terraferma con i due impianti di Tempa Rossa e dell’Alta Val d’Agri,i Siti di Interesse Nazionale di Tito e della Val Basento da bonificare ed il sito Enea-Sogin di Rotondella con lo stoccaggio di rifiuti tossici.

Allo sfruttamento intensivo delle fonti fossili, la regione Basilicata ha, inoltre, affiancato in maniera crescente quello delle Fonti Energetiche Rinnovabili, portando la quota dei consumi finali lordi di energia da FER a quasi il 48%, ultimo dato disponibile, superando abbondantemente quanto previsto dal Decreto Ministeriale, il cosiddetto Burden Sharing, ma con risultati migliorabili nel futuro prossimo,ad esempio per quanto attiene all’impatto ambientale e paesaggistico degli impianti eolici.

  • Le sollecitazioni emerse dalla ricerca bibliografica e indagine territoriale

La ricerca bibliografica e l’indagine territoriale ci restituiscono le seguenti sollecitazioni riguardo alle politiche ambientali .

Diverse fonti attestano la necessità di incrementare la cultura ambientale attraverso azioni di sensibilizzazione, informazione e formazione adeguatamente realizzate a partire dai più piccoli, non soltanto nelle scuole ma anche in famiglia e nelle azioni di pastorale e nei percorsi di catechesi.

Tale cultura è precondizione per una maggiore consapevolezza del rispetto dell’ambiente e, dunque, dell’esercizio della responsabilità individuale a partire dal fare propri stili di vita maggiormente sostenibili e della partecipazione dei cittadini, senza le quali nessuna politica ambientale risulta davvero efficace.

Fondamentale risulta, dunque, una corretta informazione da parte delle Istituzioni preposte, innanzitutto attraverso l’operato dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale –ARPA, per la quale gli stakeholder intervistati auspicano, anche alla luce della attuale fase di programmazione di nuovi Piani di investimento, un potenziamento per garantire un adeguato monitoraggio delle matrici ambientali ed una sempre più efficace azioni di controllo e di ispezione ambientali.

In tal senso, molto può essere realizzato anche dai centri di ricerca presenti in regione che, coerentemente con i propri compiti istituzionali, dovrebbero supportare maggiormente le Istituzioni locali nello sviluppo sostenibile del territorio anche attuando un più efficace trasferimento tecnologico volto ad innovare in termini non solo economici ma anche di sostenibilità ambientale il sistema produttivo lucano. Quest’ultimo, poi, dovrebbe poter contare su procedure autorizzative non rallentate dai ritardi burocratici e da meccanismi di premialità della sostenibilità ambientale.

Notevole preoccupazione è stata espressa nei confronti delle attività estrattive, percepite come notevolmente pericolose e dannose per la salute umana ed è stata auspicata la realizzazione di osservatori indipendenti per il monitoraggio delle matrici ambientali in territori caratterizzati da significative pressioni ambientali, quali l’Alta Val d’Agri, Tempa Rossa e la Val Basento

La percezione del rischio ambientale trapela dalle fonti consultate ed il questionario somministrato ai giovani restituisce il 99% degli intervistati che ritiene molto/abbastanza importante la relazione tra ambiente e salute.

Quali principali criticità o nodi da sciogliere individuati, vi è la gestione sostenibile delle risorse ambientali e la necessità di strumenti di pianificazione e gestione del territorio.

Si auspica, infatti, una transizione energetica verso la decarbonizzazione con conseguente riduzione delle estrazioni di idrocarburi ed incremento delle rinnovabili, sebbene l’eolico selvaggio ed i campi fotovoltaici a terra vengano già percepiti come significativi danni ambientali al territorio ed alla comunità lucani.

Coerentemente con i principali obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda Onu del 2030 e di quanto auspicato dalla Laudato sì l’indagine territoriale e la ricerca bibliografica individuano nella transizione ecologica la priorità politica per lo sviluppo economico, sociale ed ambientale della Basilicata.

Come è noto in Basilicata insistono grandi emergenze ambientali, in primis i due impianti estrattivi di Tempa Rossa e di Viggiano, il sito Enea-Sogin di Rotondella, Rendina Ambiente (ex Fenice), Tecnoparco e Ferriere Nord (Sider Potenza) su tutti.

Il tema guida è la transizione ecologica ed energetica che non è solo una grande priorità politica globale, ma rappresenta l’unico vero fattore di sviluppo per un territorio come quello della Basilicata, che ancora conserva un vantaggio competitivo rispetto a molte regioni italiane in termini di elevata dotazione di infrastrutture ambientali e basso impatto antropico.

  • Il lavoro di approfondimento del FG

La Provincia di Potenza ha ripercorso il proprio impegno a partire dagli anni 2000 nello strutturare il rapporto con il territorio e con i diversi portatori di interesse a tutti i livelli in un sistema italiano oltremodo decentrato. Si è partiti con la raccolta dei dati per la Protezione Civile, con un’azione conoscitiva volta alla caratterizzazione dei rischi, all’informazione  ed ai modelli di intervento, condivisione e governance territoriale. A tal fine, è infatti fondamentale poter contare su di un quadro conoscitivo aggiornabile nel tempo sui principali rischi naturali e sulle pressioni antropiche. La comunicazione ambientale, in termini di risorse umane e strumentali è strategica così come poter contare su interlocutori del volontariato. Notevole impegno è stato profuso nell’implementazione del Piano Strutturale Provinciale, quale base per le azioni di governo finalizzate ad incrementare la resilienza non soltanto in termini di rischi civili ma anche di sviluppo territoriale, ossia di sviluppo sostenibile, riduzione del rischio di disastri ed azioni sul clima. In linea con le più importanti agende internazionali, è stato realizzato un modello per la resilienza territoriale che si è avvalso anche di esperienze sulle politiche energetiche, di Community e Stakeholder engagement. Il coordinamento delle politiche territoriali è stato realizzato dalla Provincia di Potenza con un approccio di mainstreming, di integrazione e partenariato volto a migliorare la governance interna ed esterna, attraverso l’assemblea dei sindaci ed il collegamento col territorio per perseguire gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile; implementare l’agenda digitale sul tema della resilienza ed implementare il piano di sviluppo strategico in una visione di medio e lungo termine.

L’Assessorato all’Energia e Ambiente della Regione Basilicata ha strutturato le proprie attività volte al controllo ambientale, alla pianificazione ed allo sviluppo sostenibile. In dettaglio, per la prima finalità è stato previsto il potenziamento dell’ARPAB in termini di risorse umane (80 unità) e di dotazione finanziaria con la realizzazione di un master. Accanto a tali iniziative, sono stati presi provvedimenti dalla Giunta regionale per il Piano di ispezione per le aziende soggette ad AIA, la zonizzazione dell’aria, si stanno per redigere il Piano di monitoraggio dell’aria ed ulteriori provvedimenti per quanto attiene alle emissioni odorigene ed i non metallici. Per quanto riguarda le attività di pianificazione, è stato creato uno staffa dedicato all’implementazione del Piano Paesaggistico ed è in via di definizione il Piano costa per il mar Ionio e a seguire, quello per la costa tirrenica. In programma, inoltre, vi sono il Paino per le acque, quello dei rifiuti e quello di indirizzo energetico ambientale- PIEAR, scaduto nel 2020, da aggiornare. Per quanto concerne la terza finalità, sono da annoverare gli accordi con le compagnie petrolifere con compensazioni ambientali di 220 mln di euro ogni quinquennio destinate ad iniziative per lo sviluppo sostenibile della regione. Fra queste, si pone il Centro di eccellenza dei droni che sarà realizzato a Stigliano per il 2022 con una ricaduta occupazionale di 50 posti. Vi è, inoltre, la volontà di strutturare un’unica cabina di regia per la valorizzazione delle risorse lucane, in particolare aree protette e parchi, in un’ottica di promozione turistica delle stesse. Infine, allo scopo di incrementare la produzione di energia elettrica da FER, sono allo studio l’aumento delle capacità degli impianti da idroelettrico e la realizzazione di filiere per la valorizzazione energetica delle biomasse da silvicoltura pubblica. Tali strategie sono alla base di una nuova visione di comunità nei confronti delle tematiche ambientali.

La Provincia di Matera ha fornito una rappresentazione delle principali attività di pianificazione realizzate già a partire dagli anni 2000 con l’implementazione del Piano Civile Provinciale, attraverso la creazione di una rete informatizzata interattiva comune tra la Provincia ed i comuni della provincia stessa. Per superare la mancanza di strumenti di pianificazione dinamici, è stato realizzato il Piano Strutturale Provinciale. La Provincia di Matera ha inoltre aderito al patto dei Sindaci mediante un protocollo di intesa con la Commissione Europea espletando la funzione di coordinatore provinciale dei 31 comuni. Per ciascuno di questi e suddividendo il territorio in cinque distretti, sono stati sviluppati i Piani di Azione per l’Energia Sostenibile, con la rilevazione fisica dei consumi energetici. Si sta lavorando all’aggiornamento del Piano Strutturale e del Piano Civile, nell’ambito della strategia del Piano Nazionale di Resilienza e Ripartenza e finalizzato alla digitalizzazione dell’intero territorio provinciale. Per rendere quanto più concrete le azioni perseguibili da tale PNRR, sarebbe auspicabile l’implementazione di una cabina di regia regionale con le due Province. Infatti, la conoscenza del territorio si può attuare attraverso una gestione coordinata degli Enti istituzionalmente competenti che devono essere capaci di lavorare insieme. In sintesi, il Piano Strutturale Provinciale e la digitalizzazione sono strumenti necessari all’ottenimento di un quadro conoscitivo serio, puntuale ed approfondito del territorio.

L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile-ENEA, da poco sotto il diretto controllo del Ministero della Transizione Ecologica, ha condiviso il proprio impegno quale bacino di conoscenza, in particolare sullo sfruttamento delle Fonti Energetiche Rinnovabili, riportando a titolo esemplificativo la pubblicazione dell’Atlante delle Biomasse, con l’analisi territoriale delle potenzialità di sfruttamento delle stesse. Sono state anche illustrate le attività di ricerca svolte dal centro della Trisaia nell’ambito del monitoraggio ambientale su aree antropizzate, anche di supporto alla Pubblica Amministrazione, come ad esempio quelle condotte sulla discarica del comune di Matera. Per quest’ultimo, è stato realizzato un progetto di elettrificazione del trasporto pubblico con sistemi per la ricarica rapida da fonte fotovoltaica. E’ stata anche presentata l’attività di valutazione dell’esposizione ambientale ai contaminanti nel Sito di Interesse Nazionale della Val Basento, per il quale sono state misurate le concentrazioni di Hg proveniente dai letti di lavaggio dei materiali di alcuni processi industriali che nella fase di esercizio ha contaminato diverse matrici ambientali e la cui esposizione al rischio è tuttora presente come testimoniato dalle elevate concentrazioni riscontrate nelle piante presenti. E’ stato, in tal modo, enfatizzato il ruolo fondamentale della ricerca nel produrre conoscenza, nel sostenere applicazioni volte alla risoluzione di problemi reali. Per perseguire tale finalità, occorre una efficace collaborazione fra portatori di interesse perché è necessaria la promozione di una visione del futuro per affrontare la complessità del problema ambientale. Sono state, infine, enunciate delle proposte attinenti ai siti contaminati, al monitoraggio nonché all’erosione costiera ed alla gestione dei corpi idrici.

L’Agenzia Spaziale Italiana-ASI con il suo Centro di Geodesia a Matera profonde notevole impegno per lo sviluppo economico sostenibile dell’Italia e della Basilicata. Infatti, il Know-how acquisito sull’utilizzo dei sistemi di navigazione satellitare, consente lo studio della sismicità, attraverso le deformazioni crostali, così come lo studio delle frane supportando l’implementazione della cartografia del territorio. Tali sistemi consentono il monitoraggio del livello del mare e, dunque, dell’erosione delle coste così come la realizzazione di previsioni metereologiche precise su scala regionale, la realizzazione di impianti per l’agricoltura di precisione così come numerose applicazioni professionali topografiche, catastali e cartografiche. Esse risultano in definitiva strategiche nel monitoraggio dei rischi ambientali e nella gestione delle emergenze. Alla luce di ciò, è ancor più evidente che i Centri di Ricerca assolvono ad una funzione fondamentale nel trasferimento tecnologico alle imprese ed a tal fine sarebbe auspicabile che il Centro di Geodesia divenisse un progetto pilota per la sperimentazione delle tecnologie aerospaziali per l’osservazione della Terra.

Legambiente Basilicata, con il coordinamento regionale dei dodici circoli locali,ha fornito una rappresentazione dei cinque principali ambiti di azione a livello nazionale, ossia le campagne sui temi (es. Puliamo il mondo), l’educazione ambientale, la formazione, i rapporti di approfondimento scientifico ed i progetti. A livello nazionale, in vista dell’implementazione del PNRR, Legambiente ha individuato 23 priorità che attengono all’economia circolare, alla lotta al cambiamento climatico, alle energie rinnovabili, alla mitigazione dei rischi, in particolare, a quello idrogeologico. E’ stata sottolineata l’importanza del fare sistema, della comunicazione ed informazione ambientale anche per incrementare l’accettabilità sociale degli impianti. Sono state auspicate iniziative volte alla realizzazione di comunità energetiche per una energia democratica nonché la possibilità di usufruire di strumenti adeguati di pianificazione energetico-ambientali e che la digitalizzazione possa avvenire in un territorio già ampiamente messo in sicurezza.

  • Sintesi e proposte

L’analisi dei nodi da sciogliere, l’indagine territoriale, il lavoro di approfondimento del focus group, ci restituiscono le seguenti priorità relativamente alla ematica delle “Politiche ambientali”:

  1. Bonifica dei siti contaminati (in particolare SIN)
  2. Ripensare ad un sistema di monitoraggio ambientale calibrato sulle peculiarità del territorio (es. per discariche e siti industriali)
  3. Necessità di monitorare l’erosione costiera e la gestione dei corpi idrici
  4. Necessità di una cabina di regia regionale con il coinvolgimento delle due Province per la gestione del PNRR ed in generale per una gestione coordinata degli Enti istituzionalmente competenti con reti permanenti di partenariato
  5. Necessità di adeguati strumenti di pianificazione (Paesaggistico, Coste, Acque, Rifiuti, Piano di Indirizzo Energetico Ambientale-PIEAR, Piani Strutturali Provinciali-PSP, ecc.) e governance territoriale (migliore gestione e riduzione del rischio)
  6. Necessità di un quadro conoscitivo puntuale delle principali pressioni antropiche e dello stato delle matrici ambientali
  7. Garantire corrette informazione, formazione e comunicazione ambientale per incrementare la partecipazione consapevole dei cittadini
  8. Potenziamento dell’ARPAB
  9. Potenziare le attività di trasferimento tecnologico alle imprese con il coinvolgimento attivo dei Centri di Ricerca (ad es. per le osservazioni della Terra)

FG Turismo

 

Discussion paper

  1. Introduzione

La ricerca bibliografica sui nodi da sciogliere e sulle priorità di sviluppo della regione ha individuato nel Turismo un settore strategico.

Negli ultimi anni, prima della pandemia, tale settore ha raggiunto livelli elevati di espansione, anche grazie all’operato dell’APT, con una capacità attrattiva costantemente crescente sia per il buon livello di vita legato alla scarsa presenza della criminalità organizzata sia grazie al buono stato ambientale che caratterizza la regione. Tale apice si è raggiunto con Matera capitale della Cultura Europea 2019 evento che, però, ha in parte disatteso le aspettative di attrattività dell’intero territorio regionale.

Tutto questo nonostante l’assenza di significativi investimenti volti ad accrescere la capacità infrastrutturale della regione ed a migliorarne la mobilità ed un costante ed inesorabile calo demografico accompagnato da uno spopolamento significativo che ha interessato specialmente le aree interne, provocandone un declino evidente.

  • Le sollecitazioni emerse dalla ricerca bibliografica e indagine territoriale

La ricerca bibliografica e l’indagine territoriale ci restituiscono le seguenti sollecitazioni riguardo al settore del Turismo .

La risorsa turistica non è purtroppo ad oggi fattore culturale del popolo lucano e della sua classe politica. Si riscontra una mancanza di visione di insieme capace di accrescere la percezione da parte della popolazione del valore del patrimonio culturale, di meglio specializzare le competenze degli operatori e di innescare meccanismi virtuosi di valorizzazione economica di tali risorse con conseguente aumento di attrazione di investimenti privati.

In particolare, è emersa la necessità di sviluppare

  • Le opportunità del turismo di prossimità;
  • La valorizzazione delle filiere dell’agroalimentare e del turismo quali “attrattori” locali, nazionali e internazionali

Alla luce della pandemia, sono stati individuati i nuovi trend con le seguenti priorità:

  1. Viaggi domestici, di prossimità e breve durata
  2. Predilezione per strutture ricettive più piccole e in natura
  3. Minor interesse per luoghi affollati e grandi eventi
  4. Turismo all’aperto e attività di wellbeingin natura
  5. Attività per piccoli gruppi o solo traveller
  6. Esperienze friendly ed eco-sostenibili
  7. Nuovi bisogni (distanziamento sociale, sicurezza, salute, informazione)
  8. Tecnologie per vita più smart (delivery, prenotazione da remoto, tracciamento dei flussi, smartworking)

Le risposte del turismo lucano possono basarsi su un nuovo modello che sia:

  1. Aperto e inclusivo (coordinamento tra istituzioni, collaborazione con residenti, rete con aree interne, scambi formativi con altri operatori del settore);
  2. Identitario ed esperienziale (attrattività culturale delle mete, rigenerazione dei borghi, turismo all’aperto;
  3. Accessibile e smart (disponibilità di servizi, infrastrutture digitali, piani di sicurezza per il viaggiatore “arrivi sano, parti sano”;

Cultura e Turismo costituiscono il binomio vincente per l’attrattività della Basilicata post Matera 2019

Il grande patrimonio materiale e immateriale regionale svolge una funzione importantissima non solo per il turismo in generale, ma anche come strumento educativo e di riattivazione delle comunità̀.Per questo motivo occorre:

  • costruire innovativi modelli di fruizione e gestione;
  • lavorare ad un progetto strategico per sostenere e valorizzare le filiere turistiche, artistico‐creative e culturali che si sono definite negli ultimi anni;
  • infrastrutturare e rigenerare le aree periferiche e i borghi consentendo così anche la messa in sicurezza dei territori, il recupero di attività̀ commerciali e artigianali;

È necessario trovare meccanismi di incentivazione di un turismo sostenibile con il supporto delle imprese che lavorano nel settore.

Perché si possano offrire più opportunità di lavoro, i giovani, nelle loro visioni di futuro, ritengono che la regione dovrebbe investire prioritariamente nella formazione e nel turismo.

  • Il lavoro di approfondimento del FG

I lavori del Focus Group hanno evidenziato la necessità di una visione di lungo periodo che si può costruire solo innescando processi di tipo culturale volti ad accrescere la cultura dell’ospitalità e che possa avvalersi di personale adeguatamente formato. La qualità della proposta turistica della regione è infatti funzione dell’attrattività complessiva dell’intero ecosistema lucano che gode della reputazione del territorio, dei servizi resi, della capacità di accoglienza della comunità e dei processi culturali.

Risultano necessari allo scopo ingenti investimenti infrastrutturali materiali per accrescere la capacità di attrazione dall’esterno ma anche il grado di mobilità all’interno della regione, rendendo maggiormente sicure e adeguatamente mantenute anche le strade interne, specie quelle di montagna.

Nel contempo, occorre garantire un adeguato accesso ad internet sull’intero territorio regionale, anche alla luce del South working, ossia il rientro al Sud di molti lavoratori emigrati al Nord grazie allo smartworking concesso per via della epidemia da Covid 19.

Il sistema dei trasporti deve essere efficace, le strutture ricettive adeguate, il decoro urbano garantito e, più in generale, lo stato dell’ambiente tutelato, i servizi resi devono essere di tipo professionale, le comunità devono essere adeguatamente educate alla cultura dell’ospitalità (rinvigorendo le antiche tradizioni greche), i percorsi museali e culturali devono essere fluidi. L’esperienza degli anni più recenti insegna, infatti, che l’intuizione degli attrattori culturali musei, aree archeologiche, complessi storici e architettonici già attualmente (o con potenzialità di divenire) attrattori di domanda turistica di qualità e ad alto valore aggiunto e del relativo sistema culturale territoriale (volo dell’angelo, ponte tibetano, ecc) è stata vincente.

Al binomio turismo-cultura deve essere affiancato anche il termine enogastronomia, con una adeguata valorizzazione delle risorse enogastronomiche regionali.

Al fine di accrescere non soltanto la resilienza, in termini di capacità di resistenza, ma anche l’antifragilità, quale possibilità di miglioramento ed adattamento del sistema Basilicata, la visione dello sviluppo di tale regione non può che basarsi sul protagonismo, sull’esercizio della responsabilità individuale e sul principio di autonomia, che deve caratterizzare le dinamiche non solo lucane ma anche dell’intero Mezzogiorno d’Italia. Ciò comporterebbe uno slancio imprenditoriale con il protagonismo dei giovani in rapporti virtuosi con il pubblico regolati anche da partenariati pubblico-privati. Questi ultimi concorrerebbero a migliorare le condizioni anche di coloro che da anni hanno scelto di essere imprenditori in Basilicata, riuscendo a costruire realtà di assoluto pregio anche in aree interne. Nonostante condizioni di sistema non favorevoli, è da riscontrare un significativo dinamismo imprenditoriale privato che ha portato anche all’implementazione di piattaforme digitali Made in Basilicata. Anche grazie all’esperienza delle 130 guide ambientali escursionistiche della Basilicata, che svolgono un meritorio lavoro di promozione del territorio, è stato possibile ottenere un profilo del turista medio che viene in Basilicata, un turista di ritorno interessato alla qualità dell’ambiente (legami con gruppi di ricerca su cicogna nera, orchidee), ai percorsi sportivi, di tipo religioso ed enogastronomico. Vi è una forte richiesta di autenticità con un recupero di relazioni autentiche con le persone e con il territorio, la cui fruizione in uno scenario di turismo “lento” potrebbe essere migliorato con investimenti mirati e dotazioni maggiori.

Risultano indispensabili, infine, strumenti di pianificazione e governance a supporto delle politiche territoriali, es. Piano Strategico del Turismo.

  • Sintesi e proposte

L’analisi dei nodi da sciogliere, l’indagine territoriale, il lavoro di approfondimento del focus group, ci restituiscono le seguenti priorità relativamente alla tematica “Turismo”:

  • Necessità di visione di lungo periodo di tipo culturale
  • Necessità di personale adeguatamente formato (formazione on the job)
  • Investimenti infrastrutturali materiali ed immateriali
  • Necessità di un Piano Strategico del Turismo in Basilicata
  • Necessità di partenariati pubblico-privati
  • Creazione di Hub culturali (Matera e costa ionica con collegamenti verso aree interne)
  • Valorizzazione dei prodotti agro-alimentari ed enogastronomici

Conclusioni

La ricchezza di contenuti di questo rapporto, sia in termini qualitativi, per le proposte emerse, che quantitativi per la eterogeneità dei soggetti coinvolti, da merito alla scelta fatta dalla commissione regionale di avviare un processo,  di progettazione partecipata  per preparare la comunità lucana alla 49° Settimana Sociale dei Cattolici Italiani. Con la finalità precipua di costruire insieme una visione di sviluppo sostenibile per la nostra amata regione, si è scelto di adottare un approccio scientifico nell’individuazione di percorsi volti a costruire la resilienza, accrescere la vivibilità e la capacità di inclusione sociale della società lucana. Attraverso le diverse fasi metodologiche di progettazione partecipata, è stato possibile, infatti, addivenire ad individuare delle azioni strategiche prioritarie per ambiti di intervento, in un’azione politica integrata volta a supportare la nostra regione verso una transizione ecologica, integrale e giusta, capace di non lasciare indietro nessuno e di realizzare il sogno di un futuro in e per la Basilicata!

ALLEGATI: questionari e richieste di contributi

Questionario Parrocchie

Regione Basilicata

Questionario in preparazione della 49esima settimana sociale dei cattolici

  1. Conoscenza e consapevolezza dei valori e del messaggio della Enciclica “Laudato si”.

L’enciclica «Laudato si» di Papa Francesco ci ricorda che la Terra è la nostra casa comune con la quale condividiamo l’esistenza. Essa va custodita e preservata «dal danno che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei» (LS, 2)

E’ necessaria una rivoluzione di tipo culturale, cioè della mentalità, del modo di essere, di pensare e, quindi, di agire per attuare la quale è necessario recuperare lo sguardo contemplativo verso Dio Creatore e fare nostra la proposta di ecologia integrale.

“ L’esistenza umana si basa su tre relazioni fondamentali strettamente connesse: la relazione con Dio, quella con il prossimo e quella con la terra” (LS, 66). Si sviluppa così un’ecologia che non è solo ambientale, ma anche sociale, culturale, umana. Tutto è connesso, tutto è in relazione (inserire citazione): le persone non sono separate dalle relazioni con gli altri, dalla cura della casa comune e dalla custodia del creato, che non può che essere intimamente connessa ed inscindibile alla custodia della vita umana.

  1. Nella nostra comunità abbiamo avuto modo di approfondire il messaggio della Enciclica?
  • Si     •
    • No   •
  • Se sì, in che misura questo ha contribuito a modificare i nostri itinerari catechetici?
  • Per niente   •
  • Poco             •
  • Abbastanza •
  • Ci sono state iniziative concrete prese all’interno della nostra comunità per promuovere i valori e gli ideali della enciclica?
  • No    •
  • Si      •
  • Se sì, quali?

[Descrizione breve …..]

  1. La Pandemia: coscienza e cambiamento
  1. La coscienza delle difficoltà, sofferenze e fragilità acuite dalla pandemia sono entrate a far parte del nostro vissuto?
  1. Personale      •
  2. Familiare       •
  3. Comunitario •
  • Quali iniziative sono state prese nella nostra comunità per fronteggiare le difficoltà aggiunte dalla pandemia?

[Descrizione breve …..]

  1. Il futuro: i giovani e la responsabilità di ognuno
  1. Esistono all’interno della nostra comunità iniziative che coinvolgono i giovani nella promozione di uno sviluppo sostenibile integrale, rispettoso dell’ambiente e che promuova stili di vita che scoraggino atteggiamenti come il consumismo estremo [es.adozione di stili di vita e di consumo responsabili]?
  • No    •
  • Si      •
  • Se sì, quali?

[Descrizione breve …..]

  1. Lavoro e ambiente

Le attività antropiche, siano esse stanziali o produttive, producono delle alterazioni delle diverse matrici ambientali, aria, acqua, suolo. La qualità della vita in un determinato territorio è fortemente dipendente dalla qualità dello stato dell’ambiente, ossia di tali matrici. Per vivere bene in un territorio, è necessario respirare aria pulita, avere garantito l’approvvigionamento di acqua potabile nonché godere di un terreno non inquinato. “L’intervento umano che favorisce il prudente sviluppo del creato è il modo più adeguato di prendersene cura, perché implica il porsi come strumento di Dio per aiutare a far emergere le potenzialità che Egli stesso ha inscritto nelle cose” (LS, 124) Nella realtà, invece, anche nella nostra regione, ci ritroviamo a vivere in territori feriti da un’azione umana incapace di custodire la bellezza del creato.  

  1. Quali iniziative occorre prendere per far fronte a questo problema? Quale ruolo debbono/ possono avere le istituzioni, le imprese e le organizzazioni di categoria in questo senso?

[Descrizione breve …..]

  1. Le fragilità della società moderna: gli anziani

L’attenzione verso i più deboli, le situazioni di disagio, gli ammalati e gli anziani in modo particolare, è compito primario della Chiesa, nella sua opera di evangelizzazione del mondo. Essa diventa preminente per la nostra Chiesa locale che opera in una regione con un quarto della popolazione con oltre 66 anni di età.

  1. Quali iniziative possono essere avviate per favorire un’assistenza adeguata a questa categoria di persone, promuovendo da un lato la creazione di nuove opportunità di lavoro e dall’altro l’inclusione degli anziani all’interno della comunità? [relazioni inter-generazionali]

[Descrizione breve …..]

  1. Le responsabilità della politica: promozione di un cambiamento
  1. Quali iniziative possono essere adottate a livello ecclesiale per favorire un cambiamento politico e istituzionale che promuova un nuovo modello di sviluppo a partire dalla nostra realtà locale?

[Descrizione breve …..]

  1. L’ecologia integrale: una meta il cui raggiungimento può essere veicolato attraverso l’uso di linguaggi diversi

La nostra regione ricca di bellezze artistiche e naturalistiche, offre numerose opportunità per veicolare  in maniera originale il messaggio della enciclica «Laudato si».

  1. Quali percorsi di crescita personale e comunitaria possono essere immaginati in modo da favorire un processo di sviluppo armonico delle nostre comunità, attraverso, per esempio, la valorizzazione delle bellezze artistiche presenti sul territorio?

[Descrizione breve …..]

  1. Alla luce dei segni dei tempi e delle sollecitazioni della Laudato sì, quali ritieni debbano essere le tre principali sfide che la nostra Chiesa locale deve fare proprie per guidare una transizione ecologica nella nostra terra di Basilicata?

[Descrizione breve …..]

Questionario Giovani

Anagrafica

  • Sesso ___________________
  • Eta’______________________
  • Classe e  Scuola_____________________

Sei soddisfatto della scuola che frequenti?

  • Si
    • Perché’
  • No
    • Perché

Al termine dell’attuale ciclo di studio continuerai a formarti/studiare

  • Si
  • No
    • Perché

Quali aspetti consideri importanti nella tua vita?

Dai una valutazione (da 1 a 5)

  • Famiglia
  • Amici
  • Benessere economico
  • Ambiente
  • Salute

Quali fattori ritieni che siano importanti per il benessere della comunità in cui vivi?

  • Benessere economico
  • Ambiente salubre
  • Salute
  • Relazioni sociali
  • Opportunità di lavoro

Quanto è importante per il rapporto ambiente-salute ?

  • Poco
  • Abbastanza
  • Molto

Ti fa paura il mondo del lavoro?

  • Se sì, perché motiva la tua scelta
  • Se no, motiva la tua scelta

Dove immagini il tuo futuro lavorativo?

  • Nella mia regione
    • Perché
  • Fuori Regione
    • Perché

Ritieni che la regione in cui vivi offra adeguate opportunità di sviluppo personale ?

  • Si
  • No
    • Perché

Cosa bisognerebbe fare per migliorare la situazione?

In quali aree dovrebbe investire di più la tua Regione per favorire maggiori opportunità lavorative?

  • Turismo
  • Agricoltura
  • Formazione
  • Altro 

Ritieni che i giovani possano con la capacità di visione di futuro  influenzare positivamente le istituzioni pubbliche nelle scelte politiche?

Hai fiducia nel superamento delle difficoltà economiche causate dalla Pandemia?

  • Si
    • Perché
  • No
    • Perché

Quali sono stati gli aspetti più negativi vissuti durante la Pandemia?

  • L’isolamento
  • Le difficoltà nello studio
  • La paura della esposizione al virus
  • Altro

Ci sono stati degli aspetti positivi?

  • La riscoperta dell’importanza delle piccole cose
  • La vita in famiglia
  • Il valore della solidarietà
  • Altro

QUESTIONARIO AZIENDE

Regione Basilicata

49esima Settimana Sociale dei Cattolici

Questionario di Autovalutazione Aziende 

Clausola di rispetto della privacy

L’azienda acconsente all’utilizzo dei dati forniti con la compilazione del presente questionario al solo scopo  di ricerca ed al loro utilizzo e condivisione in maniera  del tutto  anonima.

Si 

Nota: lasciare in bianco le domande per cui non si hanno risposte disponibili al momento e laddove applicabile, dopo la compilazione di ciascuna domanda, è richiesto di fornire un punteggio di autovalutazione da 1 a 5 per ciascun indicatore, alternativamente è possibile crocettate la casella “N.A.”se si ritiene che il punteggio non sia applicabile

ANAGRAFICA

  1. NOME DELL’AZIENDA:
  • CODICE ATECO:
  • NUMERO DI ADDETTI:
  • Indirizzo email:

DOMANDE

AREA 1: L’AZIENDA E IL GOVERNO DELL’ORGANIZZAZIONE

  1. Trasparenza dei soci e della provenienza del capitale

È garantita la trasparenza dei soci e della provenienza del capitale in azienda?

Come?

Punteggio

12345N.A.
      
  1. Cultura e sistemi di contrasto all’illegalità e alla corruzione

L’illegalità e la corruzione sono problemi sentiti in azienda? Come vengono controllati e contrastati? Esiste un controllo anche della catena di fornitura?

Punteggio

12345N.A.
      
  1. Strategia di direzione e gestione attenta ai diversi portatori di interesse/stakeholder

Come vengono gestite le relazioni con i portatori di interesse/stakeholder dai quali dipende la sopravvivenza dell’azienda o che hanno a che fare con essa?

Quali sono gli stakeholder della sua azienda?

Come vengono garantiti i loro interessi? Vengono analizzati sistematicamente i loro bisogni?

Punteggio

12345N.A.
      
  1. Partecipazione e collaborazione dei lavoratori alle scelte strategiche dell’azienda

Condivisione degli obiettivi e delle scelte strategiche. In che misura e come sono coinvolti i lavoratori?

Punteggio

12345N.A.
      
  1. Differenziale tra la retribuzione minima e massima all’interno dell’azienda

Qual è il rapporto tra retribuzione max e minima netta?

Mettere 5 per un rapporto da 7 a 1, 4 tra 8 e 15, 3 tra 16 e 30, 2 tra 31 e 60, 1 oltre 60

Punteggio

12345N.A.
      

AREA 2: LE PERSONE E L’AMBIENTE DI LAVORO

  •  Clima di lavoro collaborativo, partecipato e solidale

Come vengono favorite: la collaborazione, partecipazione agli obiettivi strategici dell’azienda e lo spirito di solidarietà tra le diverse componenti dell’impresa (lavoratori, management e proprietà) ? Vengono stimolate le relazioni interpersonali?

Punteggio

12345N.A.
      
  • Rispetto della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori attraverso la remunerazione equa (in relazione a orario, funzioni svolte e responsabilità assegnate)

L’inquadramento delle lavoratrici e lavoratori rispetta le norme nazionali ed e’ in linea col ruolo svolto da ciascun lavoratore?

Punteggio

12345N.A.
      

2.3 Presenza di una rappresentanza organizzata delle lavoratrici e dei lavoratori

Si e se no perchè’

Punteggio

12345N.A.
      
  • Sistema di conciliazione dei tempi di vita/lavoro (opportunità di genere, lavoro agile, ecc.)

Come vengono conciliate le responsabilità lavorative con le esigenze di vita famigliare dei lavoratori? (es. Cura dei figli, genitori…etc, necessità di orari di lavoro ridotto). Sono normate le necessità di flessibilità negli orari di lavoro ?

Punteggio

12345N.A.
      
  • Sviluppo professionale delle lavoratrici e dei lavoratori, con riconoscimento delle competenze e delle esperienze personali, tramite formazione e apprendimento permanente.

Esiste un piano di sviluppo professionale aziendale?

Punteggio

12345N.A.
      

AREA 3: I RAPPORTI CON I CITTADINI/CONSUMATORI

  • Strumenti di ascolto, dialogo e relazione con i clienti e/o consumatori finali, per comprendere e aumentare la loro soddisfazione, nel rispetto degli altri stakeholders (facilitando il dialogo anche attraverso i canali Web 2.0, i media tradizionali, ecc.)

Come vengono gestiti i contatti con i clienti?

Punteggio

12345N.A.
      
  • Informazione completa e documentata ai clienti sulla sostenibilità dei prodotti, con attenzione all’intera filiera di approvvigionamento, e dei processi produttivi

Quale materiale informativo viene distribuito ai clienti per informarli sulla sostenibilità del processo produttivo? (Depliants etichette sui prodotti etc.)

Punteggio

12345N.A.
      
  • Valorizzazione dei clienti quale stimolo per l’innovazione (partnership con i clienti e co-progettazione di prodotti e servizi)

C’è interazione con i clienti per favorire l’innovazione dell’azienda?

Punteggio

12345N.A.
      
  • Modalità efficaci di gestione e risoluzione dei reclami, garantendo una adeguata gestione delle tempistiche di risposta e del grado di soddisfazione

Punteggio

12345N.A.
      
  • L’impresa opera come fornitrice di un’altra (schema B2B: business to business)? In questo caso si è conoscenza dell’uso finale del prodotto fornito e se la catena completa è ecosostenibile? Nel caso di interfaccia diretta col cliente finale B2C (Schema: business to customer) come si procede a informare direttamente il cliente della sostenibilità socio-ambientale del prodotto?

Punteggio

12345N.A.
      

AREA 4. LA CATENA DI FORNITURA

4.1 Tracciabilità della catena di fornitura

      Controllo su tutti passaggi della catena di fornitura

Punteggio

12345N.A.
      
  • Attivazione di criteri e procedure, basati anche sulla sostenibilità socio-ambientale, relative alla scelta dei fornitori

Come vengono scelti i fornitori? Esistono dei criteri codificati nelle procedure aziendali?

Punteggio

12345N.A.
      
  • Adozione e applicazione di strumenti di monitoraggio del grado di applicazione dei criteri di sostenibilità sociale e ambientale da parte dei propri fornitori

Punteggio

12345N.A.
      
  • Patti equi e trasparenti per i pagamenti dei fornitori (ad es. contratti di lunga durata, prefinanziamento della produzione, non esclusività di contratto, formazione continua, ecc.)

Punteggio

12345N.A.
      
  • Rispetto dei principi dell’approvvigionamento equo e solidale per l’acquisto di prodotti grezzi o trasformati

Punteggio

12345N.A.
      

AREA 5. I COMPORTAMENTI VERSO L’AMBIENTE NATURALE

  • Misure di contrasto al cambiamento climatico, per ridurre le emissioni inquinanti e climalteranti

L’azienda è attiva nel prendere misure che contengano/riducano le emissioni di CO2 nella catena produttiva e nelle attività di logistica (trasporti con mezzi a basse emissioni di CO2) ?

Punteggio

12345N.A.
      
  • Approccio di economia circolare attraverso una corretta gestione degli imballi, scarti/rifiuti e riduzione delle materie prime utilizzate

Punteggio

12345N.A.
      
  • Programmi di riduzione dei consumi energetici e approvvigionamento da fonti rinnovabili

Esistono programmi/progetti per la riduzione dei consumi energetici?

Punteggio

12345N.A.
      
  • Programmi di riduzione dei consumi energetici e approvvigionamento da fonti rinnovabili

Ci sono attività nei confronti dei consumatori per aumentare la loro sensibilità rispetto ai temi ambientali?

Punteggio

12345N.A.
      
  • Consumo responsabile delle risorse naturali, dell’acqua e della terra/suolo (ove previsto)

AREA 6:I COMPORTAMENTI VERSO LA COMUNITA’ LOCALE

  • Apertura e confronto, dell’attività aziendale e delle sue ricadute, con le comunità locali e i cittadini

Il benessere della comunità in cui opera l’azienda è un bene condiviso che va preservato e a cui le aziende possono contribuire (es. Attraverso una redistribuzione del profitto per attività di pubblica utilità di natura filantropica, supporto ai bisogni extra dei dipendenti come assistenza sanitaria aggiuntiva, accesso al credito aziendale, nidi aziendali…). Esistono azioni in tal senso?

Punteggio

12345N.A.
      
  • Apertura e confronto, dell’attività aziendale e delle sue ricadute, con le comunità locali e i cittadini

C’è interazione con gli altri portatori di interesse che operano sul territorio?

Punteggio

12345N.A.
      
  • Partecipazione e supporto alle politiche di sviluppo del territorio, anche attraverso progetti per la valorizzazione  del patrimonio della comunità locale

Quali azioni intraprese? (es. supporto ad iniziative di valorizzazione del patrimonio artistico/turistico del territorio)

Punteggio

12345N.A.
      
  • Partecipazione e supporto alle politiche di sviluppo del territorio, anche attraverso progetti per la valorizzazione  del patrimonio della comunità locale

Punteggio

12345N.A.
      
  • Collaborazione con altre imprese o soggetti del territorio per realizzare la propria mission in logica di rete

L’azienda opera in logica di rete? (caso per esempio delle imprese che operano nel settore agricolo condividendo risorse, macchinari, know-how in modo da migliorare la competitività a livello globale)

Punteggio

12345N.A.
      

RICHIESTE DI CONTRIBUTI

SINDACATI

Domanda 1

Nell’esercizio del vostro ruolo sindacale e sulla base della conoscenza da voi maturata del mondo del lavoro regionale, indicate nel seguito quali sono le principali questioni, ossia i più significativi nodi da sciogliere ad oggi esistenti  motivandone brevemente la scelta.

Domanda 2

Alla luce di tali problematiche e tenuto conto delle possibilità legate all’attuazione del  Piano Generazione Futura UE, quali sono a vostro avviso le principali sfide da affrontare nella costruzione di un modello di crescita più sostenibile nella regione Basilicata.

AGENZIE/ASSOCIAZIONI

Domanda 1

Nell’esercizio del ruolo svolto dalla vostra Associazione/Agenzia e sulla base della conoscenza maturata della realtà regionale indichi nel seguito quali sono le principali questioni, ossia i più significativi nodi da sciogliere ad oggi esistenti motivandone brevemente la scelta.

Domanda 2

Alla luce di tali problematiche e tenuto conto delle possibilità legate all’attuazione del  Piano Generazione Futura UE, quali sono a suo avviso le principali sfide da affrontare nella costruzione di un modello di crescita più sostenibile nella regione Basilicata e quale contributo è in grado di offrire la ricerca pubblica al

Il Pianeta che speriamo

 Ambiente, lavoro, futuro

#tutto è connesso

Regione Basilicata

Contributo al cammino di preparazione alla 49a

Settimana Sociale dei Cattolici Italiani

Taranto 21-24 ottobre 2021 

Potenza,  2Ottobre 2021

INDICE

Introduzione  3

Metodologia   3

Cronoprogramma delle attività   4

Ricerca bibliografica   5

Progetto “Buone Pratiche”  12

Analisi delle risposte ai questionari 13

Parrocchie  13

Associazioni datoriali 18

Confindustria  18

Organizzazioni sindacali 19

Enti di ricerca  21

ASI 21

Il contributo delle Istituzioni 22

Il mondo giovanile  22

Altri contributi 26

ARPAB  26

Lega Ambiente  28

Italia nostra  29

UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE  29

Focus groups  31

Agricoltura  31

Discussion paper 31

Formazione  34

Discussion paper 34

FG Politiche industriali 37

Discussion paper 37

FG Ambiente  39

Discussion paper 39

FG Turismo  43

Discussion paper 43

Conclusioni 46

ALLEGATI: questionari e richieste di contributi 47

Introduzione

Il presente documento contiene i risultati delle attività preparatorie condotte dalla “Commissione Regionale-Settimana Sociale Taranto 2021” della Basilicata. I contenuti di questo rapporto sono stati sviluppati conformemente alle indicazioni proposte dai “Lineamenta” circa le “5 piste di lavoro” da seguire e  qui di  seguito riportate:

  • Individuazione dei nodi da sciogliere;
  • Ascolto delle persone e delle comunità;
  • Ricerca e rilettura delle “Buone pratiche”;
  • I giovani e le “Nuove visioni di futuro”;
  • Sintesi di “Proposte concrete” per la settimana sociale;

L’approccio metodologico seguito è schematicamente riportato nel paragrafo seguente che contiene anche il “Cronoprogramma di alto livello” che è stato seguito nella implementazione delle varie attività.

Metodologia

La metodologia seguita dalla commissione è stata quella di una “progettazione partecipata” dove l’interazione con il territorio si è sviluppata su piani diversi prendendo in considerazione:

  • Le Parrocchie;
  • Le organizzazioni datoriali di categoria;
  • Le imprese;
  • I sindacati;
  • Gli enti di ricerca/agenzie operanti sul territorio;
  • Le associazioni di volontariato;
  • Il mondo giovanile;
  • Le istituzioni politiche;

La raccolta dei diversi contributi è avvenuta tramite la distribuzione di questionari/lettere per sollecitare contributi sui temi fondamentali contenuti nella “Laudato si” e con riferimento particolare alla situazione specifica della regione.

I risultati della indagine territoriale sono stati poi utilizzati per  un approfondimento tematico attraverso la costituzione di tre “Focus groups” che hanno permesso di individuare le “Proposte concrete” da sottoporre in vista della settimana sociale.

Il cronoprogramma delle attività è allegato qui di seguito:

Cronoprogramma delle attività

Ricerca bibliografica

I “Lineamenta” suggeriscono, come prima pista di lavoro per il cammino preparatorio della settimana sociale, l’acquisizione di contributi che provengono da ricerche e studi fatti sul territorio dalle varie organizzazioni in esso operante, allo scopo di individuare “le principali questioni”  e i “Nodi da sciogliere”. Questa attività, propedeutica alle indagini condotte sul territorio, risulta fondamentale per l’attività di sintesi finale del lavoro fatto.

La commissione regionale della Basilicata ha ritenuto di dover indirizzare gli sforzi di ricerca bibliografica, nella raccolta e sintesi di “idee, identificazione dei bisogni, strategie politiche ed economiche future”, messe assieme da diversi attori qui di seguito identificati:

  1. Banca d’Italia-“L’economia della Basilicata”
  2. The European House-Ambrosetti- “Energie per un futuro sostenibile”
  3. Piccole e medie imprese.-“Pensiamo Basilicata-Piattaforma programmatica”
  4. Organizzazioni Sindacali. “Per un rilancio della proposta politica: un Piano Unitario”
  5. Confindustria Basilicata. “Lo scenario, la visione e la proposta”
  6. CISL:”La Basilicata al microscopio”

Gli elementi di maggior rilievo emersi dalla analisi dei suddetti documenti vengono sinteticamente riportati qui di seguito.

  1. Banca d’Italia-“L’economia della Basilicata”

L’attuale quadro economico della Basilicata risente fortemente della situazione di crisi causata dalla pandemia con un calo del fatturato che già nel primo semestre del 2020 si annunciava pari al 40% e con un marcata crisi di liquidità delle imprese.

L’emergenza sanitaria e la sospensione delle attività̀ non essenziali hanno avuto significative ripercussioni sul mercato del lavoro regionale. il flusso delle nuove assunzioni nel settore privato non agricolo si è ridotto in regione di oltre il 40 per cento.

Le famiglie prive di redditi da lavoro – più spesso composte da immigrati o da individui a bassa scolarità – rischiano di tornare a crescere a seguito degli impatti recessivi dell’emergenza sanitaria

Il 2021 si annuncia altrettanto critico con l’aggiunta di una riduzione delle royalties provenienti dalle estrazioni petrolifere a causa del calo del prezzo del greggio.

Il comparto turistico, settore  piuttosto importante per l’economia della Regione,  ha beneficiato di un anno positivo nel 2019 anche per le iniziative legate a MATERA capitale della cultura europea, mentre ha sofferto di un trend negativo nel 2020 e presenta delle criticità anche  nel 2021.

Stabile è l’outlook del settore agricolo sebbene con variazioni non omogenee nei diversi settori di produzione.

Il comparto del commercio ha continuato a manifestare difficoltà: nel 2019 è proseguito il calo del numero di imprese, e nel 2020 questa  debolezza del settore si è accentuata anche a causa della pandemia e della conseguente riduzione del numero di nuove iscrizioni,

L’industria manifatturiera regionale, i cui proventi dipendono in larga misura dal settore automotive, soffre di una flessione delle esportazioni all’estero.

In Basilicata l’occupazione si caratterizza, secondo i dati Istat, per un’incidenza di rapporti di lavoro instabili più marcata rispetto alla media nazionale. Il reddito pro-capite è pari a circa tre-quarti di quello nazionale. Un peso importante nelle attività produttive, specie in agricoltura, è dato dall’impiego di manodopera costituita in buona parte da immigrati.

Il comparto sanitario rappresenta la principale voce del bilancio regionale. La Basilicata si caratterizza per un flusso di pazienti in uscita, che si rivolge a strutture sanitarie di altre regioni, superiore a quello in entrata; tale andamento è risultato sostanzialmente stabile nel corso degli ultimi anni.

  1. The European House-Ambrosetti- “Energie per un futuro sostenibile”

Il futuro sviluppo sostenibile della Basilicata deve mettere al centro le competenze strategiche regionali costituite da:

  • La presenza di uno zoccolo duro di imprese di grandi dimensioni e capital intensive;
  • Il contributo della filiera alimentare estesa;
  • Le opportunità del turismo di prossimità;

Essa richiede inoltre:

  • Una forte partnership pubblico-privata e un’attenta capacità di programmazione degli investimenti da parte del sistema pubblico e privato;
  • La valorizzazione della Basilicata come luogo di opportunità, ma anche la sperimentazione di buone pratiche di tutela ambientale, attrazione di giovani ad alta qualifica, costruzione di un ambiente di business e di vita innovativo, inclusivo e orientato alla crescita;

La spesa sostenuta per attività di ricerca e sviluppo, intra muros, della Pubblica Amministrazione, dell’Università e delle imprese pubbliche e private sul PIL è, in Basilicata, piuttosto bassa (0,7%). La regione si colloca attualmente al terzultimo posto nel panorama nazionale.

L’innovazione passa, necessariamente, attraverso l’incremento degli investimenti in ricerca e deve fare leva sulle imprese Medium-High Tech il cui valore sul totale del settore manifatturiero  è piuttosto alto in regione  (59%).

ll piano strategico del territorio deve identificare obiettivi misurabili per la verifica dei risultati.

Le priorità sono:

  1. Rafforzamento e valorizzazione della competitività dell’industria nei settori strategici per il territorio
  2. Valorizzazione delle filiere dell’agroalimentare e del turismo quali “attrattori” locali, nazionali e internazionali
  3. Necessità di   ̋ibridazione ̋ di settori tradizionali e della Pubblica Amministrazione attraverso innovazione e tecnologia;
  4. Realizzazione di hub formativi e/o centri di eccellenza di Innovazione & Ricerca;
  5. Contrasto ai flussi migratori giovanili in uscita dal territorio;
  6. Rigenerazione del tessuto urbano e del patrimonio naturalistico e ambientale come strumenti a sostegno della vocazione turistica del territorio;
  7. Realizzazione di progettualità di contrasto al decadimento della passione e dell’ottimismo;
  8. Miglioramento dei processi di governance e più “gioco di squadra” anche con le Regioni limitrofe;
  9. Ottimizzazione nell’allocazione e gestione dei fondi pubblici per lo sviluppo;
  10. Potenziamento del sistema infrastrutturale;

Nel settore del turismo la Basilicata può rispondere positivamente ai nuovi trends determinati dalla pandemia che mettono in priorità:

  1. Viaggi domestici, di prossimità e breve durata
  2. Predilezione per strutture ricettive più piccole e in natura
  3. Minor interesse per luoghi affollati e grandi eventi
  4. Turismo all’aperto e attività di wellbeing in natura
  5. Attività per piccoli gruppi o solo traveller
  6. Esperienze friendly ed eco-sostenibili
  7. Nuovi bisogni (distanziamento sociale, sicurezza, salute, informazione)
  8. Tecnologie per vita più smart (delivery, prenotazione da remoto, tracciamento dei flussi, smartworking)

Le risposte del turismo lucano possono basarsi su un nuovo modello che sia:

  1. Aperto e inclusivo (coordinamento tra istituzioni, collaborazione con residenti, rete con aree interne, scambi formativi con altri operatori del settore);
  2. Identitario ed esperienziale (attrattività culturale delle mete, rigenerazione dei borghi, turismo all’aperto;
  3. Accessibile e smart (disponibilità di servizi, infrastrutture digitali, piani di sicurezza per il viaggiatore “arrivi sano, parti sano”;
  1. Piccole e medie imprese.-“Pensiamo Basilicata-Piattaforma programmatica”

La piattaforma programmatica delle piccole e medie imprese ha individuato come priorità nello sviluppo della economia regionale la necessità di cambiare le logiche delle priorità nella programmazione della spesa pubblica regionale, così da definire una politica di sviluppo che possa:

  1. consentire il consolidamento e il rilancio dei settori tradizionali quali l’edilizia, l’impiantistica, la meccanica;
  2. migliorare e qualificare le competenze professionali degli imprenditori, delle maestranze e dei giovani lucani in linea con gli assi di sviluppo regionali in modo da ridurre il divario tra mondo della formazione e del lavoro, promuovendo job profile innovativi;

Nel settore dell’edilizia va favorita la ripresa sbloccando le procedure di spesa dei lavori pubblici ed eliminare i ritardi nei pagamenti delle pubbliche amministrazioni;

E’ importante inoltre fornire concreto sostegno all’artigianato, protagonista nella difesa degli antichi saperi attraverso la sfida dell’innovazione;

La regione è costituita da tanti piccoli comuni (<5000 abitanti) bisognerebbe condurre un’azione efficace di contrasto del calo demografico in questi comuni  favorendo, nel settore del commercio:

  • il sostegno alla realizzazione, anche di concerto con le cooperative sociali, di attività̀ di servizio (domiciliazione delle consegne, acquisizione di ordini, vigilanza ambientale, accoglienza ed informazione turistica, animazione sociale e culturale, etc.);
  • la messa in campo di specifici strumenti finanziari di sostegno alle imprese   in essere, sul modello del microcredito;

Per sostenere efficacemente la Strategia per la Smart Specializzazion della regione bisogna sostenere   le imprese con bandi regionali per la concessione di incentivi ed agevolazioni. In tal senso, la collaborazione con l’Università della Basilicata e gli enti ed organismi di ricerca lucani potrà aiutare il “sistema Basilicata” ad essere driver di politiche di sviluppo;

Va ripensato il sistema di welfare lucano con un percorso partecipativo e di ben-essere (pubblico-privato). L’obiettivo del nuovo welfare, come previsto anche da Agenda 2030, deve essere quello di potenziare e promuovere l’inclusione sociale, economica e politica di tutti.

Nel settore agro-alimentare, agro-ambiente e ruralità 4.0 andrebbe realizzato un “Un piano regionale per una “Basilicata Giardino del Mezzogiorno e Vivaio del Mediterraneo”

Cultura e Turismo costituiscono il binomio vincente per l’attrattività della Basilicata post Matera 2019

Il grande patrimonio materiale e immateriale regionale svolge una funzione importantissima non solo per il turismo in generale, ma anche come strumento educativo e di riattivazione delle comunità̀. Per questo motivo occorre:

  • costruire innovativi modelli di fruizione e gestione;
  • lavorare ad un progetto strategico per sostenere e valorizzare le filiere turistiche, artistico‐creative e culturali che si sono definite negli ultimi anni;
  • infrastrutturare e rigenerare le aree periferiche e i borghi consentendo così anche la messa in sicurezza dei territori, il recupero di attività̀ commerciali e artigianali;

Nel settore energetico va favorito un uso efficiente e sostenibile delle risorse naturali. E’ necessario  che siano messe in campo azioni mirate e trasversali volte a favorire e incentivare:

  • l’incremento della produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili;
  • la creazione di un hub energetico;
  • lo sviluppo del progetto della chimica verde;
  • l’economia circolare e la green economy.
  1. Organizzazioni Sindacali. “Per un rilancio della proposta politica: un Piano Unitario”

Per lo sviluppo futuro della Basilicata occorre una energica manovra di politica economica regionale, coerente, proiettata in avanti e governata socialmente

Innovazione e industria 4.0

L’Industria 4.0 rappresenta, per molti aspetti, una opportunità ed un rischio, in quanto implica la riduzione di figure professionali tradizionali e contestualmente la richiesta di nuovi profili e nuovi lavori. 

Occorre puntare su politiche industriali e del mercato del lavoro, su strategie e prospettive di valorizzazione delle competenze, di attivazione circolare della scuola, dell’università e del mondo della ricerca.

Il Piano Nazionale Transizione  4.0 mette in campo risorse significative per tutte le imprese che investono, che fanno ricerca e che si digitalizzano. 

Una strategia Industria 4.0 regionale deve saper cogliere i seguenti punti per poter essere efficace:

  • definire ed aggiornare una programmazione regionale e multiregionale coerente con le logiche territoriali; 
  • favorire nuove progettualità e criteri di sostegno allo sviluppo privilegiando 
  • semplificare i processi d’interazione tra gli operatori dei diversi mondi; 
  • qualificare l’offerta formativa regionale   specializzazione e di dottorato dei laureati lucani nelle università ed istituti di ricerca nazionali ed esteri;

Automotive e petrolio. Due mondi che devono diventare sistema.

È necessario mettere a punto una strategia di connessione che colleghi funzionalmente le potenzialità del settore petrolifero della Val d’Agri con il comparto della produzione di autoveicoli e dei sistemi di mobilità.

C’è un nesso tra lo sviluppo tecnologico dell’auto, le tematiche dell’attività estrattiva, la riduzione della dipendenza dalla fonte fossile e la sperimentazione di alternative energetiche

Il Campus universitario va promosso come polo tecnologico per l’innovazione in Basilicata.

Il rilancio di politiche locali intorno al “distretto auto” è una straordinaria occasione per sollecitare Eni a riprendere il progetto di chimica verde.

Il segmento del patrimonio forestale: una valorizzazione possibile

Una “nuova idea” di crescita e sviluppo, su base ambientale, parte da un riordino della gestione forestale attraverso una vera azione di valorizzazione del bene-foresta. Va riorganizzata la struttura regionale di gestione del patrimonio forestale.

Le vie d’accesso alla Basilicata, le vie dello sviluppo

Se è vero che la Basilicata è un territorio di snodo tra le regioni del Mezzogiorno, va allora sviluppata la sua naturale vocazione alla trasversalità

Attualmente, infatti, le direttrici di traffico che lambiscono dal punto di vista trasportistico e ferroviario la nostra regione non hanno nella maggior parte dei casi alcuno scalo nei centri lucani e da questi non esistono trasporti a rete per le zone interne.

LEGALITÀ E APPALTI

Dall’ultima relazione del Procuratore Nazionale Antimafia emerge una Basilicata preda della criminalità di diversa estrazione geografica e che sta sviluppando una sempre più forte capacità di intrecciare rapporti con amministratori pubblici e politici locali, finalizzati ad ottenere più agevolmente appalti

i reati ambientali “costituiscono il prezzo che la regione paga alla promessa di ricchezza proveniente dalle risorse naturali del territorio”. Imperversano, naturalmente, anche le manifestazioni “ordinarie” della criminalità attraverso il narcotraffico, gioco d’azzardo, estorsioni e caporalato.La lotta per la legalità entra, dunque, a pieno titolo negli assi portanti dello sviluppo di questa regione

Bisogna rafforzare la legalità per dare valore e sostegno al lavoro.

Ripartire dalla Riforma del sistema sanitario

La riforma e la tenuta del sistema sanitario regionale è una questione che attiene all’idea di coesione sociale, aggiornata alla stregua dei cambiamenti in atto e di una puntuale analisi dei bisogni.

Urge un governo dei processi legati alla prevenzione, alla cronicità, all’assistenza post-ricovero, alle patologie a lungo decorso ed alla personalizzazione delle cure, alla riqualificazione dell’assistenza ospedaliera puntando all’appropriatezza dei ricoveri nella fase di acuzie, riabilitazione e lungodegenza.

Nel territorio va rafforzata la presa in carico e la continuità assistenziale a partire dalla riqualificazione della rete ospedaliera, la creazione di strutture intermedie appunto come le Case della Salute

Il problema della migrazione sanitaria continua a non essere affrontato in termini strutturali, producendo costi a carico del SSR e disagi anche rilevanti all’utenza.

Verso una strategia regionale per il superamento del precariato

In Basilicata non è stato mai realizzato un censimento dei precari sull’intero sistema della P.A.

CGIL CISL e UIL di Basilicata rivendicano la definizione di un Piano Regionale per il superamento del precariato che affronti il tema del ricambio generazionale e del fabbisogno di nuove professionalità negli organici pubblici.

  1. Confindustria Basilicata. “Lo scenario, la visione e la proposta”

Le criticità nel panorama economico della regione riguardano in particolare il settore edilizio da tempo in crisi e prima volano dell’economia che neccessita di un rilancio attraverso investimenti in infrastrutture pubbliche.

L’industria manifatturiera (Automotive, agroalimentare, legno arredo, aerospazio, energetico ed edilizia) va sostenuta con attività di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico.)

Occorre un riassetto dei consorzi industriali con la creazione di  un unico consorzio.

Vanno ricercate sinergie con le regioni limitrofe (Puglia in particolare)

È necessario uno snellimento della macchina amministrativa che è troppo lenta ( ci sono i bandi ma gli esami e le procedure ritardano l’erogazione dei contributi).

I limiti infrastrutturali vanno superati attraverso la creazione di UN’ AREA LOGISTICA INTEGRALE, il completamento delle arterie strategiche e interventi di manutenzione sulla viabilità ordinaria,

La promozione dell’Innovazione passa attraverso il supporto ai 5 Cluster di specializzazione intelligente(es. energia, aerospazio, automotive) per promuovere sinergie eccellenti.

  1. CISL: ”La Basilicata al microscopio”

Tra le ragioni alla base del ritardo di sviluppo della Basilicata va certamente annoverato il fatto che La Basilicata ha un territorio molto esteso, poco meno della Campania, ma con una densità tra le più basse d’Italia, 56 abitanti per chilometro quadro. Dei suoi 131 comuni, solo 21 hanno una popolazione superiore ai 5.000 abitanti: quindi il 96% dei comuni lucani è definito come un’area interna.

Queste aree sono prive di servizi perciò soggette a de-antropizzazione, pertanto invocare più   invocare risorse per promuovere lo sviluppo regionale non è sufficiente se manca il capitale umano in grado di mettere a frutto la disponibilità di queste risorse.

Il dramma che si consuma in Basilicata e nel Sud della trappola demografica, ossia il cortocircuito tra bassa natalità̀, invecchiamento ed emigrazione.

Il capitale sociale è indispensabile per il futuro di una società̀ e non si crea con il denaro, ma con le interrelazioni tra noi e tra altri mondi, con un lavoro di educa-zione e conoscenza delle potenzialità̀ e delle criticità.

La Basilicata non va vista con la logica quantitativa dei numeri, ma sulla sua capacità di essere un   living lab, ossia un luogo, un eco- sistema dove si integrano processi d’innovazione e di ricerca in una partnership tra persone, pubblico e privato.

La regione, come tutto il paese, ha sofferto la crisi dovuta alla pandemia mostrando, tuttavia,  una resilienza maggiore rispetto ad altre aree grazie al peso che, sulla sua economia, ha la filiera agro-alimentare toccata in misura minore dalla crisi.

Le debolezze della regione all’interno del Sistema Paese ci sono alcune specifiche che soprattutto nel Mezzogiorno sviliscono le condizioni di vita delle famiglie e le opportunità di crescita delle imprese:

– il digital divide;

– le debolezze della pubblica amministrazione;

– il persistente divario nei diritti di cittadinanza;

Secondo la Svimez va riavviato un percorso sostenibile di riequilibrio nell’accesso ai diritti di cittadinanza su tutto il territorio nazionale: salute, istruzione, mobilità. In secondo luogo, non può essere più rimandata la definizione di un disegno unitario di politica industriale per valorizzare la prospettiva green e la strategia Euro-mediterranea che vede nel Mezzogiorno il centro logistico e infrastrutturale di questa strategia.

La Basilicata e le regioni del Sud, alla vigilia di un prossimo enorme afflusso di denaro proveniente sia dal prossimo ciclo di programmazione dei Fondi Strutturali europei 2021-2027, sia dal Recovery Fund, sia dal fondi statali per il Mezzogiorno, dovrebbe guardare indietro nella sua storia e ripensare a quanto avvenuto con gli interventi di politica industriale post terremoto: tantissime imprese fallirono nell’arco di pochi anni, lasciando sul territorio capannoni abbandonati e cassa integrazione, perché frutto di mera speculazione e di iniziative volte solo a capitalizzare i finanziamenti senza alcuna attenzione al coinvolgimento del territorio e alla sua vocazione.

La valorizzazione dell’identità del territorio e dei suoi prodotti è essenziale per costruire storie imprenditoriali di successo (vedi Ferrero e ZUEGG). Altrettanto importante è lo sviluppo del capitale umano e delle competenze, condizione essenziale per promuovere idee innovative capaci di arrestare l’emorragia di risorse umane causata dalla emigrazione.

Nel 2065 le proiezioni ISTAT comunicano che la Basilicata sarà la seconda regione più vecchia d’Italia dopo il Molise. Diventa quindi cruciale e non rinviabile un insieme di politiche che investano risorse e servizi sull’invecchiamento attivo e in buona salute della popolazione per evitare un collasso del bilancio sanitario e non solo.

Infine le royalties lucane, provenienti dal petrolio,  dovrebbero essere a beneficio di tutti e una parte di esse volte ad investimenti sul futuro. Finora esse sono state invece utilizzate a favore di alcuni target specifici e per azioni volte al ripianamento di situazioni immanenti ed urgente.

Una Basilicata che aspira ad un futuro migliore dovrebbe:

  • DIALOGARE E CONOSCERE PER PROGRAMMARE: la Basilicata deve rafforzare il dialogo costruttivo generoso e operoso tra i corpi intermedi, le associazioni, l’Università, i corpi intermedi;
  • EDUCARE PREPREVENIRE: è fondamentale intraprendere e sostenere un percorso di apprendimento e sviluppo delle competenze per tutte le fasce di età per innalzare il livello di consapevolezza di tutta la popolazione;
  • RIPARARE LE SCONNESSIONI GENERAZIONALI E COMUNITARE: molti anziani e pochi bambini, importante stabilire delle connessioni di memoria e scambi di sapere tra le generazioni;
  • CURARE SOLITUDINI E DISTANZE: mettere al centro i bisogni generati dalla solitudine;
  • IMPARARE DIGITALE: necessario un massiccio intervento regionale di educazione al digitale
  • RITORNARE COME POSSIBILITÀ REALE: il South Working grande opportunità per il recupero demografico
  • COLTIVARE IL PAESAGGIO: il paesaggio è il bene pubblico più prezioso della Basilicata;
  • CONNETTERE LE AREE INTERNE E INVESTIRE NELLA QUALITÀ DELLA VITA: le aree interne che sono il tessuto connettivo della Regione rischiano di scomparire;
  • SVILUPPARE ENERGIE PERSONALI E AMBIENTALI: coltivare il capitale umano e recuperare il legame col territorio;
  • SCOPRIRE GIACIMENTI PRESENTI E PASSATI: valorizzare le eccellenze (vedi artigianato di qualità)

Progetto “Buone Pratiche”

Il progetto “Buone Pratiche” attivato nell’ambito del cammino di preparazione alla settimana sociale è una delle piste  di lavoro individuate dai “Lineamenta” su cui si è impegnata la commissione regionale della Basilicata. L’ obiettivo di questo progetto è stato non solo quello di poter    “censire l’esistente”, ma anche la possibilità di fare tesoro delle “realtà virtuose” esistenti sul territorio   per promuovere, sul territorio, modelli di “fare impresa” che valorizzano i valori dell’economia circolare e della ecologia integrale.

Partendo dagli indicatori predisposti da NeXtè stato creato un questionario online sotto forma di “Google form”, distribuito alle aziende, prevalentemente attraverso le organizzazioni di categoria (Confindustria, Confagricoltura, etc.)

Nell’invito fatto pervenire alle aziende (vedi ALLEGATI) è stata esplicitamente menzionata la possibilità, di partecipare, per chi lo vuole, alla  settimana sociale di Taranto condividendo in tal modo, in un confronto costruttivo e in un contesto più ampio, le buone pratiche adottate nella propria azienda.

Analisi delle risposte ai questionari

Parrocchie

L’indagine conoscitiva rivolta alle comunità parrocchiali della nostra regione è stata condotta con l’ausilio di un questionario ispirato alle indicazioni contenute nei “Lineamenta” e agli interrogativi contenuti nell’ “Instrumentum laboris”.

Il questionario, distribuito alle diverse parrocchie attraverso i responsabili diocesani per la Pastorale sociale e del lavoro, è stato organizzato in otto diverse sezioni come segue:

  1. Conoscenza e consapevolezza dei valori e del messaggio della Enciclica “Laudato si”.
  2. La Pandemia: coscienza e cambiamento
  3. Il futuro: i giovani e la responsabilità di ognuno
  4. Lavoro e ambiente
  5. Le fragilità della società moderna: gli anziani
  6. Le responsabilità della politica: promozione di un cambiamento
  7. L’ecologia integrale: una meta il cui raggiungimento può essere veicolato attraverso l’uso di linguaggi diversi
  8. Le sfide della Chiesa per guidare una transizione ecologica in Basilicata

Vengono sintetizzate qui di seguito, in un quadro complessivo, le indicazioni emerse dalle rispostefornite dalle diverse parrocchie.

Conoscenza e consapevolezza dei valori e del messaggio della Enciclica “Laudato si”.

La maggior parte delle parrocchie che hanno risposto al questionario (il 76%) afferma di aver approfondito il messaggio della enciclica e modificato conseguentemente i diversi itinerari catechetici (70%). Ciò ha dato anche origine a diverse iniziative all’interno delle varie comunità rivolte a promuovere i valori e gli ideali della enciclica (55% delle parrocchie).

Gli strumenti utilizzati in questo cammino di approfondimento sono stati essenzialmente incontri culturali e/o di preghiera rivolti anche ai giovani. Questi incontri hanno dato l’opportunità di approfondire valori come: la cultura della sobrietà e del riciclo e la necessità di evitare gli sprechi. L’enciclica è stata anche oggetto, in alcuni casi, di incontri dibattito dove il contenuto del messaggio di papa Francesco è stato integralmente presentato.

Il GREST parrocchiale, l’oratorio estivo e giornate dedicate alla custodia del creato hanno fornito, in alcuni casi, l’opportunità di approfondire il messaggio della enciclica a beneficio oltre che dei giovani,   di bambini e ragazzi frequentanti la parrocchia.

Iniziative concrete, come la cura dei giardini che circondano le chiese, la raccolta differenziata nelle strutture parrocchiali e l’idea di oratori “plastic free” si sono rivelate strumenti importanti di educazione al rispetto dell’ambiente, così come la promozione di giornate ecologie rivolte ai più piccoli.

In alcuni realtà le parrocchie hanno promosso pellegrinaggi-meditazione per favorire il saper posare lo sguardo sulla bellezza della natura e sulle ferite causate dall’uomo alla natura.

L’approfondimento della “Laudato si”, in alcune parrocchie, è stato il risultato di una scelta fatta a livello diocesano concretizzatasi in incontri bi-mensili che hanno approfondito quattro tematiche: teologia della creazione; spiritualità ed ecclesiologia della LS; economia per uno sviluppo sostenibile; ascolto del grido dei poveri. 

Si segnalano infine iniziative come l’organizzazione di “Giornate-Evento” con l’ausilio delle sezioni di Italia Nostra.

La Pandemia: coscienza e cambiamento

La pandemia è entrata pesantemente a far parte del vissuto delle nostre comunità con impatti sulle relazioni a livello personale e famigliare nel 70% dei casi e al 93% a livello comunitario.  

Il supporto ai più bisognosi, alle attività della Caritas (fornitura di alimenti, vestiario, generi alimentari per bambini, pagamento di bollette) e l’ascolto delle fragilità delle persone, sono state tra le attività messe in piedi dalle parrocchie durante l’ultimo anno attraverso centri di ascolto che si sono occupati, oltre che dei bisogni economici, anche del supporto morale e psicologico. Attività come le raccolte alimentari hanno visto impegnato famiglie e ragazzi delle varie associazioni parrocchiali.

Incontri di approfondimento con a tema con il supporto di esperti sono stati organizzati per affrontare al meglio la gestione delle difficoltà di ordine psicologico, come quelle legate, per esempio,  a situazioni di  solitudine.

Le difficoltà aggiunte dalla pandemia nella vita di tutti i giorni hanno spinto molte parrocchie a riorganizzare, oltre alle celebrazioni eucaristiche, anche gli incontri di catechismo online.

Quest’anno passato è anche stato un tempo di riflessione per molti, una riscoperta di valori universali come la vita e la salute. 

Il futuro: i giovani e la responsabilità di ognuno

L’impegno dei giovani in attività di promozione di uno sviluppo sostenibile è presente nel 55% delle comunità parrocchiali. I giovani sono stati impegnati concretamente in attività come, per esempio, la pulizia di spazi comuni all’interno dei quartieri, la partecipazione a incontri di approfondimento della enciclica “Laudato si” e attività di formazione estive.

I gruppi delle varie associazioni parrocchiali (vedi per es. gli Scout) si sono impegnato a tradurre il messaggio della enciclica di Papa Francesco in atteggiamenti di vita meno consumistici e più solidali e fraterni. Sono stati inoltre attivati percorsi di educazione attraverso la realizzazione di laboratori di riciclo e attività di responsabilizzazione agli acquisti etici.

Lavoro e ambiente

Il collegamento tra ambiente e sviluppo sostenibile passa necessariamente dall’abbandono della idea di profitto a tutti i costi che ha causato danni enormi all’ambiente come lo sfruttamento del sottosuolo per lo stoccaggio di materiali tossici.

La promozione di una economia circolare deve necessariamente essere supportata da un impegno delle istituzioni politiche. Queste, finora, non hanno dimostrato sufficiente sensibilità a temi come quello delle bonifiche dei suoli inquinati e trattato fenomeni come la erosione costiera soltanto con interventi spot.

L’impegno alla tutela dell’ambiente deve essere supportato dalle eccellenze scientifiche presenti in regione. È necessario trovare meccanismi di incentivazione di un turismo sostenibile con il supporto delle imprese che lavorano nel settore.

Una attenzione particolare merita il settore agricolo dove sarebbe necessario promuovere lo sviluppo di filiere sostenibili e al cui interno vanno combattuti fenomeni come il caporalato che mettono al primo posto il profitto di impresa a danno della dignità delle persone.

Importante è favorire la diffusione di modelli di sviluppo sostenibili attraverso la testimonianza    di persone, aziende, imprese   che coniugano la fede vissuta e la capacità di fare impresa in grado di vincere la concorrenza del mercato.

Va sostenuta l’educazione dei consumatori ad un acquisto etico e sostenibile che privilegi filiere di produzione scevre dal caporalato (Vedi esempio della cooperativa NO-CAP costituita da braccianti anche immigrati che distribuisce prodotti a diversi supermercati).

La sensibilizzazione delle comunità andrebbe supportata dalla presenza di un laboratorio permanente per il bene comune attento ai bisogni del territorio.

È necessario innescare un cambiamento di mentalità in tutti I lucani: conoscere la verità sulle condizioni di inquinamento (specie nella nostra area), attivarsi perché ci sia più controllo e maggiore sensibilità delle forze politiche ai temi ecologici e una e imprenditoria sostenibile.

Va mantenuto e migliorato l’equilibrio ecologico del territorio attraverso attività di forestazione. È possibile fermare l’emigrazione dei giovani favorendo la creazione di distretti che valorizzino i prodotti del territorio

Il processo di sensibilizzazione della popolazione deve partire dalla scuola per poi coinvolgere le realtà parrocchiali, le associazioni e le amministrazioni locali che non sempre sono all’altezza di servire adeguatamente i bisogni del territorio.

Bisogna far crescere sempre di più la consapevolezza, attraverso la testimonianza, che ciò che è di tutti lo è perché è di ciascuno e non di nessuno.

Le fragilità della società moderna: gli anziani

L’inclusione e la cura degli anziani custodi della memoria delle nostre comunità passa attraverso opere di assistenza stabile che rispettino la dignità della persona. L’inclusione può essere favorita dallo sviluppo di attività laboratoriali all’interno delle comunità parrocchiali luoghi dove sviluppare le relazioni inter-generazionali ed il trasferimento di conoscenze e tradizioni patrimonio della storia di ciascuna comunità.

La cura degli anziani passa attraverso iniziative volte ad evitare il decadimento psicofisico e sociale. Servono luoghi di incontro ove permettere aggregazione, fraternità e attività motoria.

È importante l’integrazione nel ciclo economico e sociale degli anziani attraverso associazioni di aiuto reciproco, servizi di polizia (ad es. nonno vigile) e controllo del territorio (educazione ambientale).

La chiesa parte attiva di una progettualità non contingente a sostegno dei più fragili: interventi di prossimità, formazione familiare per chi assiste, corsi diocesani per personale di assistenza.

Vanno promosse attività di volontariato assieme alle associazioni Caritas e favorita la costituzione di “uffici di progettazione” in grado di cogliere opportunità per la realizzazione di iniziative a favore di anziani e famiglie in difficoltà con l’aiuto dei fondi messi disposizione della Commissione Europea.

L’assistenza agli anziani richiede anche una “formazione adeguata” di chi di essi deve prendersi cura. Importante per valutare pienamente l’impegno a cui si è chiamati è la conoscenza, il censimento dei bisogni della comunità in cui si vive.

Il bisogno di assistenza degli anziani comprende non solo le necessità primarie per la vita di tutti i giorni ma anche l’assistenza al disbrigo di pratiche presso le amministrazioni pubbliche.

Importante è infine l’attenzione pastorale e il collegamento con le case di riposo presenti in loco.

Le responsabilità della politica: promozione di un cambiamento

Per favorire un cambiamento politico e istituzionale che promuova un nuovo modello di sviluppo, la chiesa locale dovrebbe partire dalle esperienze positive avviate in passate (vedi progetto Policoro) per avviare nuove iniziative che possano trovare attenzione anche da parte delle istituzioni politiche.

La Chiesa, nella sua totalità potrebbe intervenire direttamente ai tavoli di lavoro con le forze politiche, facendosi voce del popolo e favorendo   la presenza di cristiani nella vita politica.

Non serve un partito unico dei cristiani, ma è importante formare cristiani che incidano nella realtà quotidiana. La catechesi si occupi di queste tematiche promuovendo la conoscenza della dottrina sociale della Chiesa.

È importante formare e supportare i laici che in politica si vogliono impegnare, perché possano essere testimoni e portatori del messaggio evangelico sul valore e sull’importanza della custodia del creato nella loro attività al servizio del bene comune.

Le scuole di educazione e conoscenza della dottrina sociale della Chiesa sono importanti in quanto opportunità concrete di educazione alla politica, di formazione dei giovani che si dedichino in maniera permanente al servizio del bene comune.

Più forte deve farsi sentire la voce della Chiesa nel denunciare i mali che affliggono il mondo moderno spronando gli uomini ad un profondo amore per il proprio territorio e alla sua cura. E alla base di tutto questo deve esserci un forte richiamo alla responsabilità personale, alla necessità di fuggire dalla mentalità di delegare ad altri le proprie responsabilità.

L’ecologia integrale: una meta il cui raggiungimento può essere veicolato attraverso l’uso di linguaggi diversi

Veicolare il messaggio della “Laudato si” attraverso altri linguaggi è una opportunità per valorizzare anche le tante bellezze artistiche e naturali di cui è ricca la nostra regione.

Nella nostra regione esistono già iniziative di giovani che accompagnano turisti alla fruizione delle bellezze artistiche e naturalistiche offerte dal territorio. Queste iniziative dovrebbero essere promosse in maniera sistematica da parte del governo regionale con l’obiettivo di promuovere una educazione alla importanza della cura del bello e della preservazione del patrimonio naturalistico.

La Chiesa diocesana detiene il meglio delle bellezze artistiche. Tuttavia ogni Parrocchia deve produrne e coltivare con accuratezza ciò che già possiede. 

Utile sarebbe creare una proposta di ” cammino della fede” per far conoscere il nostro territorio generando circoli virtuosi per l’economia dei piccoli borghi (progetto in fieri in vista del Giubileo 2025).

Percorsi di catechesi attraverso l’Arte, come quelli avviati a Matera stile “Pietre vive”, veicolano efficacemente il messaggio evangelico. È importante, pertanto, curare di più i luoghi di culto.

Occorrono persone appassionate e testimoni in grado di raccontare la storia , la cultura , le tradizioni della nostra terra,  è possibile unire e coordinare,  favorire attività turistiche semplici.

Studiare di più storia e geologia della nostra regione ci aiuterebbe a conoscere meglio le risorse da sfruttare e a immaginare opportuni itinerari turistico-culturali ed ecologici.

Una idea progettuale tipo ..  “come eravamo“, “come siamo” e “come vorremmo essere” aiuterebbe a riflettere e a prendere iniziative opportune per il valorizzare del territorio.

Vanno risanare le ferite del territorio causate dalle estrazioni petrolifere, censire i siti orfani che vanno bonificati.

È importante mappare le bellezze architettoniche e artistiche esistenti la cui promozione può essere favorita dalla produzione di Prodotti multimediali fatti dai giovani.

Non è possibile operare efficacemente in attività di cura del territorio senza un coordinamento regionale che metta assieme  le differenti comunità le quali, con le loro bellezze artistiche a naturalistiche potrebbero entrare a far parte di una rete capace di amplificare i benefici delle iniziative messe in atto.

Le sfide della Chiesa per guidare una transizione ecologica in Basilicata

La Chiesa, impegnata sul territorio regionale attraverso l’opera delle parrocchie, ha il compito primario di educare le comunità ad apprezzare il dono del creato valorizzandone le potenzialità nella promozione del benessere dell’uomo. In quest’opera di sensibilizzazione essa dovrebbe attivarsi a favorire, attraverso seminari di studi aperti alla comunità civile, il coinvolgimento delle realtà lavorative e delle istituzioni in un processo di educazione concreta alla ecologia integrale.

Importante è anche il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte di politica ambientale e nell’accesso   alla giustizia in materia ambientale (vedi   convenzione di Aarhus a cui ha aderto anche l’Italia).

Una pastorale rinnovata e più attenta alle problematiche ambientali può favorire la maturazione di coscienze sensibili ai problemi relativi alla custodia del creato.

La salvaguardia della vocazione agricola e turistica del nostro territorio è un tema importante che   tutta la Chiesa dovrebbe impegnarsi a sostenere.

Va promosso il coinvolgimento dei giovani, eredi del mondo che stiamo costruendo, nella realizzazione di un modello di sviluppo sostenibile e resiliente.

Azioni concrete a favore di una transizione “GREEN” possono essere sviluppate utilizzando gli strumenti messi in campo dalla legge regionale a favore delle attività oratoriali.

Le politiche ambientali dovrebbero essere indirizzate verso una riduzione delle estrazioni petrolifere e l’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili sebbene in maniera ordinata e rispettoso del panorama (no a pale eoliche dovunque).

È importante realizzare un osservatorio indipendente per il monitoraggio delle matrici ambientali in territori come la val d’Agri, val Basento etc.

Va fatta una valorizzazione più oculata dell’utilizzo dei fondi di compensazione ambientale.

La “Laudato si” deve anche interpellare   la Chiesa sulla importanza di rivedere i percorsi di formazione e catechetici per orientarli nella direzione indicata dalla enciclica di Papa Francesco. Alcune realtà parrocchiali della nostra regione sono innestate in un mondo rurale dove il contatto con la natura offre naturali opportunità per avvicinare i bambini, per esempio, a prendere coscienza della bellezza del creato e della necessità di curarlo e custodirlo. In simili contesti l’ampio discorso della conversione ecologica può più facilmente essere inserito in una cosmologia cristiana che, per esempio, aiuti a comprendere il mistero della creazione attraverso l’osservazione della natura e dei frutti della terra. Similmente, per i giovani e gli adulti di queste comunità, si potrebbe immaginare un percorso di formazione che passi attraverso la rivitalizzazione dell’agricoltura costruita sulla ricchezza della antica cultura contadina ed innovata dalle nuove metodologie di produzione.

Associazioni datoriali

 

Confindustria

Nell’esercizio del vostro ruolo di associazioni datoriali e sulla base della conoscenza da voi maturata del mondo del lavoro regionale, indicate nel seguito quali sono le principali questioni, ossia i più significativi nodi da sciogliere ad oggi esistenti motivandone brevemente la scelta.

La maggiore problematica relativa al mondo lavorativo regionale è sicuramente rappresentata dall’essere caratterizzato ancora da un elevato tasso di disoccupazione. Fenomeno, questo, che penalizza principalmente giovani e donne e desta preoccupazione soprattutto in considerazione degli effetti, presenti e futuri, indotti dalla pandemia. Invertire la tendenza della dinamica occupazionale, ad avviso di Confindustria Basilicata, rappresenta una assoluta priorità da affrontare attraverso diverse leve: sostegno agli investimenti pubblici e privati (in tutti i settori, e in particolare quelli che tradizionalmente rappresentano  presidi di imprenditorialità diffusa in tutti i comuni lucani, come l’edilizia); aumento della competitività del territorio, in primis attraverso un rafforzamento della dotazione infrastrutturale,  per l’attrazione di nuovi investimenti e il consolidamento dell’esistente; conferma degli sgravi fiscali per le imprese che assumono al Mezzogiorno previsti nell’ultima legge di Bilancio 2021.  Riteniamo poi cruciale intervenire con un kit di strumenti per ridurre il disallineamento tra domanda e offerta di competenze. Anche in Basilicata, infatti, molte aziende faticano a trovare le professionalità richieste. Riteniamo, quindi, che si dovrebbe puntare su strumenti quali Istituti tecnici superiori, work experience, alternanza scuola lavoro e, più in generale, su tutti quei progetti utili a trasferire le competenze necessarie a favorire la “buona occupazione” in Basilicata. Condizione, questa, indispensabile per consentire ai giovani lucani di realizzare a casa propria le legittime aspirazioni professionali e di vita, mettendo un freno al preoccupante fenomeno della “fuga dei cervelli”. Riteniamo urgente anche una riforma degli ammortizzatori sociali e del lavoro che superi la logica della pura assistenza a favore della formazione e della rioccupabilità dei tanti che sono rimasti senza lavoro.

Alla luce di tali problematiche e tenuto conto delle possibilità legate all’attuazione del  Piano Generazione Futura UE, quali sono a vostro avviso le principali sfide da affrontare nella costruzione di un modello di crescita più sostenibile nella regione Basilicata.

La sostenibilità è tra gli asset principali del Piano Next Generation EU e rappresenta un terreno su cui la Basilicata ha grandi potenzialità da esprimere, che dovranno essere amplificate al massimo. Non siamo all’anno zero perché la nostra regione rappresenta già un buon modello di sostenibilità, soprattutto dal punto di vista della produzione energetica. Oltre al primato per il più noto giacimento petrolifero, la regione è tra le prime in Italia per produzione da fonti rinnovabili. Questo rappresenta un buon punto di partenza per la costruzione di un modello di sviluppo plurimo che sappia declinare il concetto di sostenibilità – sociale, economica e ambientale – nelle varie specializzazioni produttive che la Basilicata vanta: dall’automotive lucano alle eccellenze dell’agroindustria, passando dal turismo e dalla rigenerazione urbana (solo per citare alcune). Crediamo, pertanto, che una buona parte delle ingenti risorse provenienti dall’industria estrattiva vada  utilizzata per sostenere nuovi investimenti non Oil. Una leva importante per spingere l’affermazione di modelli maggiormente sostenibili è sicuramente rappresentata dagli investimenti in innovazione e digitalizzazione.  Qui c’è un ritardo che va colmato e tali interventi possono dare un forte impulso alla crescita competitiva del sistema produttivo regionale. Basti pensare al salto in avanti che le produzioni agricole di eccellenza della nostra regione possono compiere attraverso sistemi di sviluppo biocompatibili e le nuove tecnologie 4.0. Così come va colmata la distanza tra ricerca pubblica e produzione industriale e allineata la formazione verso le nuove competenze green, insieme a una importante azione di semplificazione delle procedure ed efficientamento della pubblica amministrazione.  E’ necessario, inoltre, che la Basilicata vinca la sfida della accessibilità e di una maggiore connessione alle reti e ai territori limitrofi. Valutiamo, pertanto, positivamente il segnale relativo alle infrastrutture ferroviarie lucane. Bisogna, infine, investire con determinazione sui driver dell’inclusione sociale e della coesione territoriale, al fine di contrastare le dinamiche demografiche che rischiano di desertificare le aree interne delle regioni, determinando così una concreta prospettiva di resilienza per una parte significativa del territorio lucano.

Organizzazioni sindacali

L’interazione con le organizzazioni sindacali presenti sul territorio è stata condotta formulando   interrogativi:

  • Sulle questioni principali, i nodi da sciogliere ad oggi esistenti relativamente al mondo del lavoro
  • Le sfide della transizione ecologica che attendono la nostra regione e le possibilità offerte dal piano europeo Next Generation EU.

I NODI DA SCIOGLIERE

Le difficoltà nel mondo del lavoro, il problema serio della disoccupazione, tocca in particolar modo giovani e donne ed è legato alla mancanza di formazione adeguata aggravata dalla scarsità di offerte di lavoro di qualità. Per superare queste difficoltà oggi è fondamentale un uso oculato delle risorse in arrivo, sia dal Recovery Fund, che dal nuovo ciclo di programmazione europeo, all’interno di un contesto di vero dialogo sociale con tutti gli interlocutori della società lucana.

L’Agenda 2030 deve,  rappresentare la guida per “ricominciare”, il nostro impegno nelle comunità e nella costruzione di relazioni solide e perseguire con impegno e responsabilità lo sviluppo integrale capace di contemperare economia, ambiente e inclusione sociale.

Per la UIL di Basilicata l’esperienza del Covid-19 ci sta richiamando a un’urgente esigenza di ripensare il rapporto tra mercato (economia), comunità, beni comuni e beni pubblici, a partire dalle drammatiche esperienze delle strutture sanitarie messe sotto stress dal virus.

La Basilicata è afflitta da numerose criticità̀, a nostro avviso la principale è il progressivo ed inarrestabile declino demografico. La Basilicata continua a perdere popolazione a causa della costante emigrazione giovanile e non solo, negli ultimi anni infatti si è aggiunta anche l’emigrazione della fascia di età 55-70 anni per ricongiungersi con i nuclei famigliari dei figli al nord

In un territorio vasto con poca popolazione tutti i servizi diventano diseconomici, ed infatti la Basilicata risente di una scarsa presenza di servizi sociali, di servizi di trasporto, di servizi per anziani e minori e questo si ripercuote sulla qualità̀ della vita che spinge le persone ad emigrare.

La mancanza di posti di lavoro diventa cosi sia la causa che l’ effetto di questo lento declino, al punto che le politiche del lavoro da sole non servirebbero a risollevare la condizione dei lucani, non basta insediare qualche stabilimento produttivo, che rischia di essere solo una cattedrale nel deserto, se non si risolve ad esempio il problema dei servizi di trasporto per i cittadini e di collegamenti viari che rendono questa terra difficilmente raggiungibile con qualsiasi mezzo, che rende poco conveniente investire in loco proprio per la scarsa domanda di servizi come diretta conseguenza dello spopolamento.

LE SFIDE DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA IN BASILICIATA

È necessario un investimento sull’economia “green” per staccarsi dalla dipendenza delle risorse petrolifere, sulle infrastrutture e su città all’insegna della sostenibilità valorizzando le risorse naturali e turistiche della regione e la filiera agroalimentare. Va organizzato un sistema sanitario a sostegno delle famiglie che faccia fronte alle esigenze di una popolazione sempre più anziana e numerosa.

Il tempo che viviamo ci richiama ad avviare un processo di cambiamento e trasformazione dei nostri stili di vita e dei nostri spazi, attraverso un impegno a privilegiare l’etica come vettore dello sviluppo.

La risposta alla pandemia proposta dall’Europa, la transizione verso una economia “gentile” deve essere la nostra guida per affrontare le sfide del futuro raccogliendo la forte spinta che arriva dal Recovery fund allo sviluppo di una economia circolare, di una economia a misura d’uomo.

Papa Francesco ci indica il “metodo di lavoro”: dialogo, rispetto delle diversità e gentilezza, che non è affatto un particolare secondario né un atteggiamento superficiale. Presupponendo stima e rispetto, “quando si fa cultura in una società, la gentilezza trasforma profondamente lo stile di vita, i rapporti sociali, il modo di dibattere e di confrontare le idee. Facilita la ricerca di consensi e apre strade là dove l’esasperazione distrugge tutti i ponti”.

Esasperazione che oggi più che mai si intreccia con i temi del lavoro e dello sviluppo, e nei territori più periferici e fragili, quali la Basilicata, in maniera ancor più dirompente.

Le sfide per la Basilicata sono davvero tante, e richiederebbero un’ ottima programmazione e soprattutto un occhio attento e clinico nell’ osservare la situazione critica in cui la Basilicata è immersa.
Una cosa su tutto ci sta molto preoccupando, perché sta diventando la radice di tutto ed è la totale sottovalutazione da parte della classe dirigente politica del momento pericoloso che stiamo vivendo, non saranno le enormi risorse economiche a salvarci, se non si saprà fare buon uso di quelle risorse, se quelle risorse non andranno ad aggredire i problemi profondi del territorio lucano e la situazione non migliorerà, rischiamo un’altra ondata di opere incompiute, di opere inutili, perché non vanno incontro ai bisogni innanzitutto sociali della popolazione. Non è la prima volta che il Sud è investito da una grande mole di risorse e sappiamo bene come la spesa non ha rappresentato una vera opportunità di sviluppo del territorio. Altra criticità prioritaria a nostro avviso è la tutela, la cura e la manutenzione del territorio e dell’ambiente.

La presenza massiccia dell’industria estrattiva rappresenta una reale minaccia all’equilibrio ambientale e alla tutela della salute dei lucani. La Basilicata rischia di essere soltanto un territorio sfruttato per le estrazioni del petrolio, ma per il resto completamente fuori dalla programmazione di politiche di economia circolare, economia green and blu, energie alternative.

Questo è un grande errore, perché nell’ accontentarsi di alcune entrate economiche immediate che stanno generando una dipendenza a causa delle scarse entrate per attività economica privata, non si guarda alla creazione di futuro alternativo, per quando le riserve del petrolio termineranno, o peggio per quando il petrolio non  verrà più ritenuta una risorsa utile ed appetibile per l’ economia. 

Enti di ricerca

ASI

Domanda 1

Nell’esercizio del ruolo svolto dall’Ente di Ricerca e sulla base della conoscenza maturata della realtà regionale indichi nel seguito quali sono le principali questioni, ossia i più significativi nodi da sciogliere ad oggi esistenti  motivandone brevemente la scelta.

Purtroppo non si è compreso ancora l’importanza di attivare  un circolo virtuoso che leghi alta formazione (non solo università!) sviluppo scientifico, innovazione tecnologica e trasferimento tecnologico alle imprese. In particolare cade nell’indifferenza politico- amministrativa, l’esistenza di un centro di eccellenza nel settore aero-spaziale e delle sue potenzialità. Si parla di un centro come quello di Geodesia Spaziale dell’Agenzia Spaziale Italiana, che ad oggi, a far data dalla sua nascita (1983), ha portato qui in regione investimenti che ammentano a circa 400 milioni di Euro (forse solo la Fiat ha fatto meglio negli ultimi 30 anni!). Siamo ormai in una fase di esplosione della cosidetta “Space Economy” per la quale giocheranno un ruolo fondamentale due pilastri delle politiche nel settore aerospaziale dell’Unione Europea: il programma GALILEO e il COPERNICUS. Il centro di Matera, insieme all’UNIBAS ed al CNR di Tito (IMAA) sono avamposti formidabili scientifici e tecnologici capaci di sfruttare dati e sviluppare applicazioni basate su questi due strategici programmi dell’UE. Ma ad oggi manca un’attenzione politico-amministrativa regionale (ma anche nazionale)  perché questa opportunità faccia un salto di qualità  e vada nella direzione di costituire un polo aerospaziale 

Domanda 2

Alla luce di tali problematiche e tenuto conto delle possibilità legate all’attuazione del  Piano Generazione Futura UE, quali sono a suo avviso le principali sfide da affrontare nella costruzione di un modello di crescita più sostenibile nella regione Basilicata e quale contributo è in grado di offrire la ricerca pubblica al perseguimento di tale fine?

La maggiore sfida, anche sulla base delle riflessioni fatte in risposta al primo punto, è quella di attivare quel circolo virtuoso fra Formazione, Ricerca, innovazione tecnologica e trasferimento alle imprese. Ogni pezzo o segmento di questo circuito virtuoso va oggi  per conto suo se si eccettuano alcune episodiche collaborazioni  come il PON OT4CLIMA che vede la partecipazione congiunta di ASI, CNR, UNIBAS e consorzio lucano di imprese CREATEC . Il  “New Generation EU” (NGEU) è un’opportunità unica per ripetere qui in Basilicata, ma senza escludere l’inclusione in questo processo anche di realtà Pugliesi e Calabresi, ciò che già si è realizzato nella California iper-tecnologica sviluppatasi intorno al JPL-NASA di Pasadena, nel distretto aerospaziale spaziale di Tolosa in Francia, oppure nell’indiana Bangalore che ospita l’agenzia spaziale di quel paese. A tal proposito intorno all’ISRO (è la sigla di quella Agenzia Spaziale), si è creato un distretto aerospaziale dove l’università locale sforna un patrimonio umano formidabile che alimenta un distretto hi-tech che calamita investimenti sontuosi da parte delle grandi imprese mondiali  del settore. La ricerca  e gli interventi pubblici hanno un ruolo fondamentale per alimentare questo processo fino a coprire finanche il rischio di “Venture Capital” come ci insegna Mariana Mazzuccato nel suo illuminante saggio sullo stato innovatore. La giuntura fra formazione,ricerca, innovazione tecnologica e trasferimento alle imprese, potrà  essere rappresentato dalla creazione di  un incubatore capace di mettere insieme queste diverse realtà ed innescare quel circolo virtuoso di cui si parlava. La nostra regione potrà così ambire a creare un distretto specializzato in tecnologie aerospaziali in grado di attuare quella rivoluzione green e digitale esatta dal  NGEU. Distretto che concorrerà fra l’altro al ri-equilibrio socio-economico dei diversi territori così come auspicato dal NGEU. Lo fa confezionando una proposta propulsiva e rifuggendo da modelli assistenzialistici di supporto alle povertà territoriali. 

Il contributo delle Istituzioni

Il mondo giovanile

L’ascolto dei giovani, delle loro aspettative e  visioni di futuro è una delle piste di lavoro indicate dai “Lineamenta” in preparazione alla settimana sociale. Per rispondere concretamente a queste sollecitazioni ci siamo attivati per ascoltare quello che i giovani hanno da dirci attraverso la compilazione di un questionario online, unica metodologia di lavoro possibile con le attuali   restrizioni dovute a causa della pandemia.

La struttura del questionario, con una prima parte dedicata alla raccolta di dati anagrafici e informazioni relative alla scuola frequentata pone poi domande su:

  • importanza delle relazioni;
  • fattori di benessere della comunità in cui si vive;
  • mondo del lavoro (in relazione alle opportunità offerte dalla regione in cui si vive);
  • visioni sul futuro;
  • impatto della pandemia sulla vita

Le risposte fornite su un totale di 257  questionari forniscono il seguente quadro di informazioni:

GENERE

  • 50 % di maschi, 50 % di femmine;

ETÀ

Campione di ragazzi compresi tra 13 e 33 anni, distribuiti come segue:

SCUOLA DI APPARTENENZA

LIVELLO DI SODDISFAZIONE

Le numerose risposte positive fornite dai ragazzi circa il grado di soddisfazione della scuola che frequentano sottolineano in particolare aspetti come:

  • Il grado di formazione ricevuta e la sua completezza;
  • Le opportunità che offre la preparazione ricevuta per il lavoro futuro;
  • L’inclusività dell’ambiente educativo;
  • L’ ambiente dal punto di vista umano; 

La percentuale di ragazzi che si dichiara insoddisfatta della scuola frequentata lamenta:

  • Una didattica antiquata e non adatta ai tempi moderni;
  • La scarsa preparazione dei docenti anche a gestire psicologicamente le difficoltà degli alunni;
  • La mancanza di stimoli adeguati a favorire l’apprendimento;

La quasi totalità dei ragazzi interpellati (94%) dichiara di voler continuare negli studi perché ritiene che questa possa offrire maggiori opportunità lavorative.

PERCENTUALE DEI RAGAZZI CHE INTENDONO CONTINUARE GLI STUDI

LE RELAZIONI E IL RAPPORTO AMBIENTE-SALUTE

I giovani considerano la famiglia come l’aspetto più importante nella loro vita (77%). seguita   dalla salute (65%), seguita, il   benessere economico (45%) e l’ambiente in cui si vive (41%).  

Fattori importanti per il benessere della comunità in cui si vive sono considerati le opportunità di lavoro (61%). E le relazioni sociali (59%) 

IL 99% degli intervistati ritiene molto/abbastanza importante la relazione tra ambiente e salute.

IL MONDO DEL LAVORO

Il mondo del lavoro in cui dovranno inserirsi, in futuro, i ragazzi è una realtà a cui il 61% guarda con timore per le difficoltà di trovare una occupazione stabile nella propria regione   futuro lavorativo fuori    anche perché non sempre le attività in cui vengono impiegati i giovani  utilizzano a pieno le competenze acquisite a scuola.

Accanto a questi sentimenti si riscontrano anche atteggiamenti meno pessimistici, che invitano ad a guardare al mondo del lavoro con coraggio, come a molte altre sfide nella vita di ognuno che si possono superare contando sulle proprie.

Tra le difficoltà evidenziate c’è, inoltre, la consapevolezza che il mondo del lavoro è una realtà diversa da quello della scuola. È un mondo al quale non si arriva, a volte, preparati “….la scuola che sto frequentando a mio parere non mi prepara abbastanza, poiché saprò a memoria la vita degli autori ma non saprò come funziona il mondo”

Questa realtà, agli occhi di alcuni giovani, sta diventando sempre più complessa con difficoltà di inserimento che aumentano col tempo e che ha dinamiche che non sempre premiano il merito.

Più difficile è l’inserimento delle donne nel mondo del lavoro “…perché al giorno d’oggi trovare un lavoro che permetta di gestire la famiglia e la propria carriera (specialmente per noi donne), è molto difficile”

Fonte di fiducia nel domani è l’aver discusso del futuro in famiglia ricevendone rassicurazioni e consigli che aiutano ad assumere un atteggiamento più propositivo.

Per la stragrande maggioranza degli intervistati (83%) non c’è la possibilità di trovare lavoro nella propria regione per mancanza in assoluto di opportunità, ma anche, come ricordato prima,  perché spesso il lavoro offerto non permette di utilizzare pienamente le competenze sviluppate.

Forte è nei giovani il desidero di uscire, di viaggiare per conoscere  altre realtà. L’ambiente in cui si vive è percepito come arretrato ed angusto.   Tutto questo non offre molte possibilità di sviluppo personale (80% ) degli intervistati perché  “…..il Sud che è da sempre sottovalutato… siamo visti quasi come una discarica, non investe più nessuno se non in aziende come l’ILVA dannose per la nostra salute.”

Il mancato sviluppo tecnologico è visto come una ragione dell’arretratezza. Non si cresce in Basilicata perché “…..La crescita personale è indissolubilmente legata all’ambiente circostante. Non ho l’opportunità di andare al cinema o in una libreria. Se voglio fare uno sport devo andare fuori paese perché non ci sono squadre femminili…non posso dedicarmi a ciò che vorrei e formarmi »

Per alcuni anche le opportunità di studio universitario sono ritenute scarse altri ritengono che “….La Basilicata è una regione ricca di risorse non solo naturali, ma anche umane: bisogna ripensare ad un adeguato rapporto uomo-lavoro”

QUALI INIZIATIVE PER IL FUTURO?

I giovani ritengono che la situazione in Basilicata potrebbe migliorare se venissero offerte più opportunità di formazione (Università), se fosse migliorata la qualità dei servizi e il coinvolgimento dei giovani nelle scelte future. Inoltre “…….Bisognerebbe migliorare davvero tutto iniziando dalla scuola che non ci supporta anzi pensa solo ad un apparente conoscenza di quello che facciamo non pensando a noi stessi veramente. Fino ad arrivare ai rapporti sociali e alle strutture»

Lo sviluppo del senso civico di tutti è ritenuto essenziale per poter migliorare, allo stesso modo è ritenuto fondamentale avere “…politici più responsabili che conoscano le nostre esigenze, che siano in grado di sfruttare meglio i fondi messi a disposizione” e delle infrastrutture che riducano “l’isolamento” della regione.

“…Ciò che bisognerebbe fare è incentivare la cultura. Aprire centri di arte, teatro, musica, danza, sport e tutte quelle attività che possano far crescere in modo consapevole tutti i giovani uomini del futuro.”

Perché si possano offrire più opportunità di lavoro, i giovani ritengono che la regione dovrebbe investire prioritariamente nella formazione e nel turismo, poco in un settore come l’agricoltura.

I giovani ritengono di poter contribuire costruttivamente alla costruzione di un futuro migliore con la loro capacità di visione di futuro anche se in alcuni prevale un sentimento di sfiducia perché “…..il nostro futuro viene deciso dagli anziani di oggi, che hanno mentalità consone al secolo precedente, non si sono adeguati molto all’evoluzione”

LA PANDEMIA

Il 35% dei giovani   non ha fiducia nel superamento delle difficoltà economiche causate dalla pandemia per l’aggravamento delle condizioni del paese già cattive ad inizio pandemia. Il 65%  pensa invece che il paese abbia le risorse per risollevarsi anche se l’impegno sarà duro e comunque importante sarà usare bene i fondi europei.

L’impegno dei politici non è giudicato adeguato e all’altezza della situazione “….si pensa a litigare in situazioni gravi..” (più positivamente è giudicata la attuale compagine governativa)

Si ha fiducia perché “…noi potremmo restare chiusi in casa per chissà quanto tempo ancora ma …. il cuore di certo non va in quarantena, e continuare ad amare anche a distanza non è un problema, come anche per i sogni, essi non si infettano, perciò perché non continuare a credere in un domani migliore ?!”

Altri contributi

ARPAB

I NODI DA SCIOGLIERE

Come è noto in Basilicata insistono grandi emergenze ambientali, in primis i due impianti estrattivi di Tempa Rossa e di Viggiano, il sito Enea-Sogin di Rotondella, Rendina Ambiente (ex Fenice), Tecnoparco e Ferriere Nord (Sider Potenza) su tutti.

Emergenze ambientali che pongono l’agenzia davanti ad una sfida essenziale, ovvero quella di riuscire a garantire che lo sviluppo economico, il progresso, l’approvvigionamento del fabbisogno energetico (che in alcuni casi è addirittura un’esigenza strategica nazionale) siano svolte nel rispetto dell’ambiente e della legalità.

La superficialità con cui in passato si è gestita la situazione ha determinato, infatti, la costituzione di due poli dialettici diametralmente opposti. Da un lato l’ambientalismo integralista che rifiuta ogni ipotesi di sviluppo e dall’altro una speculazione industriale che crede di poter fare a meno dei freni e dei controlli.

Due poli opposti che devono necessariamente trovare un punto di sintesi e di mediazione nella necessità di garantire i giusti controlli affinché le attività vengano svolte nel pieno rispetto dell’ambiente e della Legge.

Per fare ciò è necessario da un lato potenziare l’Agenzia sia nei mezzi tecnici che nel personale, dall’altro avviare un dialogo serrato e continuo con le organizzazioni sociali e i corpi intermedi che operano sul territorio.

Serve migliorare la struttura ma anche recuperare la fiducia sociale, senza la quale è impossibile essere credibili e, quindi, davvero efficaci.

LE SFIDE DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA  IN BASILICIATA

Partiamo proprio dal Piano Generazione Futura Ue per dire che il piano è monco. Uno sviluppo ecologico che sia un new deal ambientale necessita di investimenti strutturali ed infrastrutturali che fungano anche da moltiplicatore economico.

Tali investimenti, nell’attuale sistema italiano corrono il rischio di essere eccessivamente rallentati ovvero di avere la tentazione di una eccessiva deregulation.

Situazioni queste entrambe incompatibili con un vero sviluppo che sia economico ma nel rispetto dell’ambiente, anzi che tragga proprio dall’ambiente la sua linfa vitale.

Qualsiasi investimento, infatti, per sua natura produce un impatto ambientale perché va a modificare lo status quo ante.

Quello che manca al Piano è proprio un investimento nel sistema delle agenzie di protezione dell’ambiente che dovrebbero essere più efficienti per evitare sia i rallentamenti burocratici sia la conseguente tentazione alla deregolamentazione.  In tutto il piano tutto ciò manca.

Per quanto riguarda la Basilicata la crescita sostenibile passa necessariamente per il riequilibrio ambientale.

La Basilicata paga un tributo altissimo in termini di produzione energetica sia petrolifera che alternativa (eolico, fotovoltaico idroelettrico) il tutto spesso a discapito del paesaggio e dell’ordinaria vita umana.

Riequilibrare questi elementi è la priorità assoluta proprio ripartendo dal paesaggio che non è soltanto un quadro statico ma anche la dinamica carta d’identità del passaggio dell’uomo sul territorio, del suo operare nella storia, del suo trasformare il mondo e il territorio.

In tutto questo è centrale la ricerca pubblica. Io credo che deve essere proprio il Pubblico, per la sua mancanza di interessi particolari, per il suo istituzionale ruolo di tutela dell’interesse generale a dover trovare il punto di equilibrio tra i fattori della produzione e l’uomo.

Il ruolo naturale dell’uomo come custode del creato deve essere palese nella funzione della ricerca pubblica che, priva di interessi economici, si deve trovare nelle condizioni di difendere ciò che è di pubblico interesse, come la qualità della vita, la bellezza e il paesaggio.

Se le imprese private hanno il diritto naturale e costituzionale di perseguire il proprio profitto è soltanto la ricerca pubblica che ha il compito istituzionale di far sì che questo profitto non si trasformi in speculazione e si svolga nel rispetto dell’ambiente e sia finalizzato al bene comune.

Lega Ambiente

I NODI DA SCIOGLIERE

Il punto centrale per noi è fare della questione ambientale non uno dei temi sul tavolo ma “la questione” che deve definire le forme dello sviluppo, la grande opportunità per creare lavoro, per rendere più competitiva l’economia, per spingere innovazione e ricerca e combattere le disuguaglianze economiche, sociali e territoriali.

LE SFIDE DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA  IN BASILICIATA

Il tema guida è la transizione ecologica ed energetica che non è solo una grande priorità politica globale, ma rappresenta l’unico vero fattore di sviluppo per un territorio come quello della Basilicata, che ancora conserva un vantaggio competitivo rispetto a molte regioni italiane in termini di elevata dotazione di infrastrutture ambientali e basso impatto antropico.

Tale condizione di “vantaggio” non solo deve essere conservata ma dovrebbe costituire, potenziandola, il fulcro attorno al quale impostare tutte le politiche di sviluppo regionale.

Peraltro, in un contesto nazionale ed internazionale (in particolare dopo gli accordi di Parigi del 2015 sui cambiamenti climatici) che punta alla progressiva riduzione dell’utilizzo del fossile e la messa a valore delle risorse naturali e della cultura rurale, la Basilicata non può alimentare l’equivoco di voler essere polo energetico del passato, destinato ad estinguersi, ma piuttosto deve dare dignità alla sua naturale vocazione naturalistica, agricola e rurale, con una prospettiva di sviluppo “contemporanea”, coerente e sostenibile. Per questo è essenziale, anzitutto, recuperare una percezione diffusa locale delle reali potenzialità del territorio garantendone la qualità in termini assoluti: qualità ambientale e agroalimentare, servizi diffusi e di prossimità, reti di comunicazione, mobilità, ricerca e innovazione.

L’obiettivo di Legambiente è contribuire a mettere in campo fin da subito, una visione e delle proposte in termini di missioni strategiche e riforme che, dal nostro punto di vista, servono davvero alla Regione per un futuro in Basilicata che possa essere più verde, più digitale e più inclusivo, mettendo in campo gli interventi necessari per accelerare la transizione ecologica guidata da obiettivi di giustizia sociale.

Italia nostra

I NODI DA SCIOGLIERE

  1. Questione Petrolio, nuove prospezioni In e off shore, riduzione progressiva dalla dipendenza dalle risorse e materie fossili ma anche programmazione attenta di impianti e parchi per energia alternativa (Eolico, Idroelettrico) e misurazione dei relativi impatti;
  2. Gestione sostenibile delle risorse ambientali: acqua, suolo, rifiuti ed Energia: Programmazione di Piani di Monitoraggio continuo per la definizione della quali-quantitativa delle risorse ambientali, buone pratiche per il risparmio idrico, calcolo dell’impronta ecologica.
  3. Salute: Piani di Monitoraggio sulla salute della Popolazione locale;
  4. Istruzione e Lavoro: Miglioramento degli strumenti per l’accesso all’istruzione (NEET) e Rafforzamento dell’incontro domanda /offerta di Lavoro.

LE SFIDE DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA IN BASILICIATA

Le principali sfide da affrontare nella costruzione di un modello di crescita più sostenibile nella regione Basilicata sono: la protezione della biodiversità, la lotta ai cambiamenti climatici, Ricerca e Transizione ecologica, creazione di opportunità di lavoro stabili e un miglioramento della Coesione Sociale.

Questi temi sono alla base della Mission di Italia Nostra, che da oltre mezzo secolo è impegnata in azioni di tutela e salvaguardia dei beni artistici, culturali e naturali promuovendo  i valori della bellezza e della sostenibilità e della resilienza dei territori.

Nata nel 1955 e riconosciuta nel 1958  è una delle più antiche associazioni ambientaliste italiane; in Basilicata è presente con una rete di ben sette sezioni. La presenza capillare in ogni parte del territorio lucano fa sì che l’Associazione conosca bene i problemi sopra evidenziati. E’, inoltre, molto spesso coinvolta in attività di ricerca scientifica e proposte per la coesione sociale. E’ seriamente impegnata nel promuovere il dialogo sui questi temi tra i principali attori e lo fa promuovendo Seminari e convegni, in questo periodo a causa della Pandemia da Covid-19 si tengono in modalità virtuale.

 

UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE

Domanda n. 1

Nell’esercizio del ruolo svolto dall’Ufficio Scolastico Regionale e sulla base della conoscenza maturata della realtà regionale indichi nel seguito quali sono le principali questioni, ossia i più significativi nodi da sciogliere ad oggi esistenti motivandone brevemente la scelta.

La transizione ecologica, pone di fronte alla necessità di ripensare radicalmente le politiche in ambiti che vanno ben oltre il perimetro dei temi ambientali: le politiche industriali, le politiche economiche e fiscali, le politiche formative, l’energia, la salute pubblica, la gestione delle città, l’agricoltura, i trasporti, la gestione e la tutela del territorio, la ricerca scientifica, perfino, la politica estera. Ritengo che i principali nodi da sciogliere nell’immediato siano le sfide climatiche e ambientali mondiali, che sono fonte di instabilità e rappresentano un  notevole fattore di moltiplicazione di rischio per singoli e comunità. La Scuola Lucana, in tutti i gradi scolastici ed indirizzi, ha al suo attivo da tempo percorsi radicati e diffusi di sensibilizzazione e di promozione di condotte e atteggiamenti di rispetto, tutela, valorizzazione, a cui, di certo, ha dato un contributo educativo notevole il più recente insegnamento dell’Educazione Civica. Considero, tuttavia, fondamentale, in ottica di continuità e potenziamento di quanto fin qui realizzato, una seria riorganizzazione del curricolo delle istituzioni scolastiche, soprattutto, dell’istruzione secondaria di II grado, a favore di una maggiore attenzione ai cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità, fenomeni che non risparmiano il nostro contesto regionale, con la focalizzazione di casi specifici e di situazioni ben circoscritte a livello locale. Considero, altresì, necessario, se si vogliono conseguire esiti di più consapevole e responsabile civismo da parte delle giovani generazioni, all’insegna del principio “non nuocere”, che anche i docenti, tutti, senza esclusione alcuna nelle progettazioni individuali adottino gli obiettivi fondamentali di conservare e migliorare il capitale naturale benessere dei singoli, delle risorse, dei contesti. Auspico anche che un forte contributo in tale senso venga offerto e di  proteggere la salute e il  proprio dal ricorso diffuso alla “Laudato sì”, quale piattaforma programmatica valoriale, da parte dei tanti docenti di IRC che operano nella Scuola Lucana. Fare leva sull’educazione e sull’istruzione delle giovani generazioni è, quindi, la chiave per un dialogo sui cambiamenti necessari per il successo della transizione, non disgiunta da un quadro possibilmente europeo e internazionale delle competenze attese, che aiuti a coltivare evalutare conoscenze, abilità e attitudini connesse ai cambiamenti climatici e allo sviluppo sostenibile.

Domanda n. 2

Alla luce di tali problematiche e tenuto conto delle possibilità legate all’attuazione del Piano Generazione Futura UE, quali sono a suo avviso le principali sfide da affrontare nella costruzione di un modello di crescita più sostenibile nella regione Basilicata e quale contributo è in grado di offrire l’Ufficio Scolastico Regionale al perseguimento di tale fine?

La Basilicata è una terra frammentata, un ecosistema variegato sia dal punto di vista geomorfologico sia dal punto di vista sociale: una terra divisa tra aree a fallimento di mercato, nelle quali incalza lo spopolamento e aumenta paurosamente l’indice di vecchiaia, e zone industriali che, dopo il momento di splendore della metà degli anni ‘90, non avendo coltivato la crescita di competenze, oggi rischiano di soccombere a fronte delle sfide di sostenibilità ambientale verso cui si sta riorganizzando l’economia globale. Molti territori si stanno interrogando su quali possano essere gli scenari in cui organizzare i percorsi più efficaci per generare risposte concrete a breve, medio e lungo termine. I decisori politici sono chiamati ad un compito cruciale nei prossimi mesi: costruire il piano strategico programmatico e le linee guida su cui investire le risorse messe in moto dai fondi indiretti europei e dal recovery fund. Ritengo che la principale sfida da affrontare in modo concertato sia la scelta del modello di sviluppo, nella consapevolezza che tutti i modelli produttivi, economici e di welfare si stanno muovendo verso una personalizzazione sempre più marcata. Tutti i servizi e i prodotti sono oramai ideati e realizzati in base a esigenze specifiche di clienti sempre più esigenti. Le città e i territori del futuro saranno a misura di persona. Anche per i contesti e per le comunità serve un approccio specialistico, che tenga conto delle differenze territoriali e intervenga con politiche mirate secondo specifiche necessità di quegli ecosistemi. Non basta rendere più intelligenti i territori, sfruttando la tecnologia, servono modelli di welfare differenti, di coinvolgimento attivo delle comunità. Servono misure di crescita del tessuto imprenditoriale, interventi specifici e differenziati per efficientare le PA e migliorare i servizi sanitari e socio/educativi. In tale scenario complesso e articolato, l’USR è disponibile a dare un contributo attivo, in tutte le sedi istituzionali già operative e in quelle che potranno nel prosieguo essere formalizzate, partendo dalla conoscenza del territorio lucano, intorno ad obiettivi di sviluppo sostenibile, in linea con le agende internazionali, sensibilizzando in modo opportuno e mirato le istituzioni scolastiche autonome. Ma è soprattutto nel cogliere e veicolare a favore delle scuole e della loro azione formativa quotidiana ogni opportunità di ricerca e innovazione e di trasferimento tecnologico, anche con la creazione di reti dell’innovazione, che l’USR colloca il proprio ruolo propulsivo, in vista di progetti concreti, attuabili e, soprattutto, allineati ai grandi problemi che società e territori devono affrontare.

Focus groups

Agricoltura

Le attività di approfondimento del tema relativo alla transizione ecologica e sviluppo sostenibile dell’agricoltura lucana sono state sviluppate:

  • Attraverso la distribuzione di un questionario con due domande a risposta aperte rivolte a ricercatori e imprenditori del settore
  • L’organizzazione di una sessione online di approfondimento delle tematiche emerse dalla indagine preliminare.

Il DiscussionPaper frutto del lavoro di approfondimento è qui di seguito allegato.

 

Discussionpaper

  1. Introduzione

La ricerca bibliografica sui nodi da sciogliere e sulle priorità di sviluppo della regione ha individuato nell’Agricoltura un settore strategico per l’importanza che esso ricopre in termini di contributo al PIL e per le potenzialità che offre a favore di un riequilibrio dello sviluppo regionale tra aree interne e costiere.

L’agricoltura, assieme al settore agroalimentare, conta in Basilicata diverse eccellenze produttive. Il suo ulteriore sviluppo, se opportunamente indirizzato, può giocare un ruolo decisivo  per la crescita della regione e per combattere fenomeni di perdita del capitale umano  quali   la continua emigrazione dei giovani, fenomeno questo che, negli ultimi anni, ha aggravato  lo   squilibrio generazionale che pesa sul futuro della regione.

Il tema dello sviluppo agricolo regionale non è solo una priorità della politica, ma è anche sentito come esigenza che interpella la chiesa locale come emerge dall’indagine territoriale condotta in preparazione di Taranto 2021.

  • Le sollecitazioni emerse dall’indagine territoriale

La necessità di una transizione ecologica a cui ci richiama papa Francesco nella enciclica “Laudato si”, è  una sfida fortemente sentita in un settore così importante per la nostra regione. L’agricoltura  ha grandi  capacità di innovazione e può contribuire significativamente all’implementazione un modello di sviluppo regionale  sostenibile  e resiliente.

La sfida della transizione ecologica non riguarda soltanto gli organismi di direzione politica, ma interpella direttamente la Chiesa nella sua opera educativa e di crescita personale per l’esigenza, avvertita, di far crescere nelle nostre comunità una sensibilità nuova verso i temi ambientali. Le ricchezze naturali della nostra regione offrono opportunità uniche di sviluppo delle nostre comunità e sistemi di coltura innovativi e sostenibili che possono coniugare bene crescita e custodia dei territori.  

Lo spopolamento dei nostri territori, specie quelli delle aree interne, deve interpellare le chiese locali perché si facciano promotrici di iniziative che favoriscano la formazione all’agricoltura delle nuove generazioni,  di  laici conoscitori delle nuove metodologie produttive, ma anche in grado di riprendere, allo stesso tempo, le antiche sapienze agricole. È attraverso una rivitalizzazione dell’agricoltura che è possibile promuovere una conversione ecologica nella nostra regione.

La sviluppo di una “buona agricoltura” è importante perché essa    non solo produce beni alimentari di qualità, ma costruisce e conserva il paesaggio, salvaguarda il capitale naturale e contribuisce a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.

  • Il lavoro di approfondimento del FG

L’analisi di settore ci presenta un quadro qui di seguito riportato sinteticamente:

  • Il comparto agricolo della Basilicata si presenta con unità aziendali piuttosto piccole e frazionate
  • La prevalenza dei conduttori di aziende agricole ha un’età avanzata
  • Il livello scolastico e formativo degli imprenditori agricoli è piuttosto modesto ed una bassa percentuale di imprenditoria giovanile (10%)
  • Sul territorio è presente un elevato numero di aziende con colture intensive (76%) prevalentemente nel Metapontino.
  • Bassa è l’adesione delle aziende lucane a processi di sviluppo e colture che fanno un uso sostenibile di prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti come evidenziato dalle esigue risposte alla misura agroalimentare “produzione integrata” (misura 10 del PSR della Basilicata)

Tre sono le realtà che possono  sinteticamenterappresentatare l’agricoltura lucana:

  1. Quella delle aree pianeggianti e irrigue, dove si concentrano le produzioni ortofrutticole, e le aree vocate alla viticoltura enologica (Vulture-Melfese);
  2. L’agricoltura estensiva, prevalentemente cerealicola, della Collina materana;
  3. L’agricoltura (“eroica”) dell’alta collina e della montagna lucana.

Tutte e tre queste aree andrebbero sviluppate perché rispondono alla vocazionalità del territorio.

In Basilicata, il processo di sviluppo del settore, al di là e oltre il tema della sostenibilità, deve affrontare e risolvere tre questioni chiave:

  • Lo sviluppo delle aree interne;
  • Il tema delle manodopera costituita oggi, in gran parte, da immigrati su cui ancora grava in maniera notevole il fenomeno del caporalato e che va gestito favorendo l’inserimento di questi lavoratori nel tessuto sociale. 
  • L’accesso al mercato ancora limitato e il quale sconta ancora un approccio individualistico da parte dei produttori e che manca di adeguate strutture  commerciali e logistiche.

Il superamento, delle carenze formative ed informative dei conduttori di aziende a favore  di tecniche produttive più sostenibili è il primo passo da compiere nello sviluppo di una agricoltura eco-sostenibile. L’uso corretto dei prodotti fitosanitari che possono risultare   altamente impattanti dal punto di vista ambientale è fondamentale.

Importante per uno sviluppo agricolo equilibrato regionale è inoltre la rivitalizzazione delle aree interne che può contribuire a combattere la fragilità e vulnerabilità del territorio. Essenziale, in questo senso, è la fornitura di servizi idrici adeguati per favorire lo sviluppo di colture  nelle aree collinari. Questo sviluppo potrebbe beneficiare opportunamente dalla realizzazione di piccoli invasi aziendali e multi aziendali per fornire acqua a tutti gli agricoltori.

Lo sviluppo rurale nella nostra regione va promosso coniugando assieme tradizione ed innovazione, per non esercitare violenza sul nostro territorio e la nostra società

Occorrerà lavorare ed impegnarsi alla realizzazione di un progetto comune attraverso il quale lo sviluppo delle aree più forti dovrà servire da sostegno e traino a quelle più deboli.

Ci sono nella nostra regione realtà agricole che si prestano ad una riconversione che li avvicini al “ciclo chiuso” dove promuovere l’uso di fertilizzanti e ammendanti biologici creando filiere a “Km 0” tra aziende agricole, allevamenti e impianti di compostaggi.

Nell’area del metapontino l’eccessivo uso di pesticidi e fertilizzanti, l’avanzamento del cono salino e l’innalzamento del mare per effetto dei cambiamenti climatici assieme ad un eccessivo emungimento di acqua di falda rappresentano rischi che, a medio termine, possono provocare la perdita di terreni e aziende, con una involuzione generale del quadro produttivo.

Scelte strategiche della Regione cui è delegata la gestione delle attività di supporto alle aziende e l’ammodernamento di una infrastruttura di monitoraggio e sistemi di supporto alle decisioni potrebbero essere di grande utilità. 

La svolta decisiva per un progresso in questa direzione dovrebbe essere un piano regionale dedicato allo sviluppo di un’agricoltura moderna, orientata inevitabilmente alla sostenibilità.

Vanno attuate politiche di tutela del territorio che evitino il declino generalizzato dei suoli e, in particolare, del loro contenuto di carbonio.  Oggi, in molti suoli agricoli nel Sud Italia, il livellodel  carbonio è intorno  all’1%, valore limite  per  classificare  i  suoli  desertici  dal  punto  di  vista  microbiologico.  L’adozione   di tecniche  sostenibili  di  coltivazione  (inerbimento,  potatura  razionale  ed  annuale, irrigazione  con  acque  reflue,  riciclo  dei  residui  vegetali  di  sfalcio  e  potatura,  aggiunta  di ammendanti organici), favorisce il ripristino della fertilità del terreno   attraverso   l’incremento  del  contenuto  di  carbonio  e  della  biodiversità  microbica.

Sono da prevedere il riciclo di risorse e dei sottoprodotti considerati fino ad oggi semplici scarti, l’uso di letame naturale e compost in miscela con carbone vegetale (biochar), tutti materiali da produrre in impianti locali.

Parlare di transizione ecologica vuol dire anche prendere coscienza che questo processo non può essere correttamente avviato se non si affronta il tema dei suoli inquinati presenti sul nostro territorio come quelli delle aree agricole in Val Basento dove, dopo trent’anni dalla cessazione delle attività della Pozzi, il contenuto di mercurio nei fiori misurato 7 anni fa è ancora molto elevato.

Bisogna pensare alla possibilità di utilizzare questi suoli oggi non ancora bonificati, per la produzione di energie alternative (con l’ausilio per esempio di centri di ricerca come l’Enea).

C’è bisogno di un piano di sviluppo integrato che non può reggersi sulla implementazione di misure di sostegno puntuali, ma non inserite in un quadro più generale di sviluppo del settore agricolo.

Il processo di transizione ecologica deve passare attraverso il coinvolgimento delle giovani generazioni che guardano con molto pessimismo al futuro.

  • Sintesi e proposte

L’analisi dei nodi da sciogliere, l’indagine territoriale, il lavoro di approfondimento del focus group, ci restituiscono le seguenti priorità relativamente alla tematica “Agricoltura”:

  1. Promuovere processi di aggregazione tra le aziende in modo da consentire adeguate economie di scala (specialmente per la frutticoltura);
  2. Supporto allo sviluppo di settori come la “vitivinicoltura” puntando su produzioni locali;
  3. Promozione, attraverso l’allargamento delle superficie, della conversione al biologico delle colture cerealicole;
  4. Sviluppo delle aree interne e montane puntando su produzioni a “marchio” e sulla trasformazione in loco dei prodotti;
  5. Recupero e monitoraggio della qualità dei suoli specialmente nelle aree interne;
  6. Promozione della formazione di competenze adeguate nei conduttori di aziende;
  7. Recupero dei suoli inquinati;
  8. Cura dell’insufficienza di manodopera e inclusione sociale dei lavoratori stranieri;

Formazione

 

 

Discussionpaper

  1. Introduzione

In un mondo in rapida evoluzione, sempre più caratterizzato da complessità, veloci mutamenti e continue sfide, l’educazione e l’istruzione sono chiamate a svolgere un ruolo chiave, così come emerso dalla ricerca bibliografica. Come evidenziato anche dalla Strategia Europa 2020 esse risultano centrali in quel processo di acquisizione di capacità e di competenze utili a cogliere le opportunità che la realtà offre, anche in previsione dei cambiamenti della società e dei mutamenti che caratterizzano il mondo del lavoro. Alla luce del significativo disallineamento tra domanda ed offerta del mondo del lavoro lucano, con impatti sociali significativi in termini di disoccupazione ed emigrazione soprattutto giovanile, tale settore risulta cruciale nel delineare un modello di sviluppo per la regione Basilicata.

La creazione di percorsi di istruzione e formazione in cui si affermi una maggiore interdipendenza tra conoscenze tecniche, competenze digitali e abilità relazionali, una corretta cultura del lavoro e della cura del Creato sono indispensabili per facilitare l’accesso dei giovani al mondo del lavoro, sostenere la riqualificazione dei lavoratori e ridurre il fenomeno del disallineamento (mismatch).

  • Le sollecitazioni emerse dall’indagine territoriale

La piattaforma programmatica delle piccole e medie imprese ha individuato come priorità nello sviluppo della economia regionale la necessità di cambiare le logiche delle priorità nella programmazione della spesa pubblica regionale, così da definire una politica di sviluppo che possa:

  1. consentire il consolidamento e il rilancio dei settori tradizionali quali l’edilizia, l’impiantistica, la meccanica;
    1. migliorare e qualificare le competenze professionali degli imprenditori, delle maestranze e dei giovani lucani in linea con gli assi di sviluppo regionali in modo da ridurre il divario tra mondo della formazione e del lavoro, promuovendo job profilesinnovativi.

Tanto le associazioni datoriali quanto quelle sindacali concordano nel ritenere necessaria una riforma degli ammortizzatori sociali e del lavoro che superi la logica della pura assistenza a favore della formazione e della rioccupabilità dei tanti che sono rimasti senza lavoro.

Così come va colmata la distanza tra ricerca pubblica e produzione industriale e allineata la formazione verso le nuove competenze green, insieme a un’importante azione di semplificazione delle procedure ed efficientamento della pubblica amministrazione. Anche gli Enti di Ricerca intervistati hanno sottolineato l’importanza di attivare circoli virtuosi che leghino alta formazione, non solo universitaria, sviluppo scientifico, innovazione e trasferimento tecnologico alle imprese. E’ emersa altresì la necessità di una progettazione congiunta dell’offerta formativa con il mondo delle imprese. La mancanza di operatori adeguatamente specializzati è stata sottolineata nei principali settori (agricoltura, turismo, automotive, attività estrattive, edilizia, ambiente, cura agli anziani) e dovrebbe essere maggiormente innervata la proposta di scuole di educazione e conoscenza della dottrina sociale della Chiesa quali opportunità concrete di educazione alla politica, di formazione dei giovani che si dedichino in maniera permanente al servizio del bene comune.

Per quanto attiene ai giovani, il 55% delle comunità parrocchiali intervistate può contare sul loro impegno nelle attività di promozione dello sviluppo sostenibile e nelle attività di formazione estive.

Dai questionari somministrati ai giovani nelle scuole e fra gli animatori del Progetto Policoro è emerso che Il 74% dei giovani intervistati è soddisfatto del tipo di scuola e ben il 95% di essi intende continuare negli studi. Purtroppo, però, l’87% ritiene di non poter trovare sbocchi di lavoro adeguati nella propria regione.

  • Il lavoro di approfondimento del FG

 

Numerose iniziative sono state messe in campo dal Dipartimento per le Politiche di Sviluppo, Lavoro, Formazione e Ricerca della Regione Basilicata, di cui ci è stata fornita una attenta disamina con particolare riferimento al bando over 35 (Destinazione Over35 Percorsi di Politiche del Lavoro e di Inclusione attiva) ed all’attivazione Fondo “Garanzia Giovani 2 “ (NEET e non NEET fino ai 35 anni). Fra gli altri, si è fatto riferimento alla opportunità di procedere a bandi per nuovi Istituti Tecnici Superiori (meccatronica, ecc.), nonché alla necessità di stipulare in tempi brevi un protocollo con l’Ufficio Scolastico Regionale per l’accreditamento dei Centri di formazione professionale – CFP e dare avvio al piano di rafforzamento dei Centri per l’impiego.

Nella costruzione di un modello di sviluppo con cui attuare una resilienza trasformativa per la Basilicata, è stata enfatizzata la necessità di considerare la resilienza non meramente come la capacità di resistenza bensì quale capacità di acquisizione di nuove conoscenze. A tal fine concorre la personalizzazione dei progetti ossia a partire dall’analisi dei bisogni si verificano le attitudini individuali applicando i principi dell’apprendimento in profondità o dell’apprendimento collaborativo. In tale direzione va il Learning Management System con i Massive Open Online Courses MOOC, che sono gratuiti ed hanno una rilevanza e una struttura accademica quindi con contenuti di altissimo livello. L’auspicio è la realizzazione di percorsi formativi in grado di educare alla capacità di pensiero divergente.

Dall’esperienza di ANPAL Servizi a livello nazionale, è emersa la necessità di agevolare i contratti di apprendistato di I e III livello per connettere mondo della formazione ed imprese, un rafforzamento delle politiche attive del lavoro, della proattività di tutti gli attori ed a tal fine ben si prestano le Industry Academy un nuovo approccio di partenariato pubblico-privatoche punta a creare una sinergia tra la rete dei servizi per le politiche del lavoro e il sistema della domanda.

Dalla conoscenza diretta dell’Ufficio Scolastico Regionale, è emerso che il sistema scolastico lucano non ha mai avuto una notevole dispersione scolastica quanto piuttosto un problema più diffuso di demotivazione, di scarso interesse da parte degli studenti che in assenza di un mondo del lavoro meritocratico, non sono adeguatamente stimolati a dare il meglio di sé. Pur con i problemi causati dalla pandemia, sono stati implementati percorsi laboratoriali di inclusione ed orientamento, insegnamento dell’educazione civica, Patti di comunità (interazione sulla base di specifici obiettivi) nonché la didattica digitale integrata. E’ necessario valorizzare i Centri Provinciali per gli adulti per garantire una riqualificazione professionale.

L’area Formazione di Confindustria Basilicata assolve alla funzione di ridurre la distanza fra domanda ed offerta di lavoro, realizzando corsi di alta formazione, master anche per imprenditori e attraverso Fondimpresa Basilicata. Quest’ultimo è un ente interprofessionale a carattere nazionale che con una programmazione chiara e tempi certi cerca di soddisfare le esigenze delle aziende ossia snellezza,rapidità,chiarezza. Per calibrare al meglio le strategie risulta necessario il monitoraggio dei risultati delle azioni messe in campo nonché puntare all’orientamento già dalle scuole medie. I ragazzi di tali scuole risultano poi i target ideali della divulgazione scientifica e dei progetti di alternanza scuola-lavoro sulla base dell’esperienza dell’Agenzia Spaziale Italiana-ASI.

Anpal Servizi della Basilicata ha sottolineato l’importanza strategica dell’orientamento quale processo che permette di creare relazioni tra le capacità e le attitudini già a partire dai tre anni di vita, con la collaborazione della famiglia prima e della scuola poi in un diritto permanente su tutto l’arco della vita. Orientare nella scuola secondaria di I grado significa porre l’alunno nelle condizioni di conoscere sè stesso per operare scelte consapevoli ed efficaci, sia nell’ambito degli studi da intraprendere dopo la terza media, sia nell’ambito delle scelte professionali e del mercato del lavoro. In Basilicata, sono state realizzatefinora attività di orientamento solo nelle scuole superiori.

Infine, di fondamentale importanza sono i processi di transizione scuola formazione istruzione lavoro volti a promuovere l’orientamento, qualestrumenti di contrasto alla dispersione scolastica ed alla disoccupazione giovanile ed a promuovere una corretta cultura del lavoro. Essi prevedono l’apprendimento in modalità duale (co-progettazione, condivisione e co-valutazione tra impresa edistituzione formativa) che mira all’integrazione tra scuola e lavoro, in cui viene riconosciuto il valore formativo delle competenze acquisite durante l’esperienza pratica svolta all’interno delle imprese (PCTO e apprendistato di I livello)

  • Sintesi e proposte

E’ necessario ed urgente aumentare il livello di corrispondenza tra formazione ed esigenze delle imprese; rispondere all’obsolescenza delle competenze; estendere i percorsi e le pratiche di alternanza scuola-lavoro e rafforzare il sistema duale; incrementare l’offerta formativa, anche terziaria, rilanciare gli ITS.

Pertanto una strategia efficace deve prevedere:

  1. la programmazione di un’adeguata offerta formativa partendo dal monitoraggio dei fabbisogni professionali e formativi e delle relative competenze, procedendo alla revisione ed aggiornamento del CUR – catalogo unico regionale dell’offerta formativa ad accesso individuale;
    1. promuovere l’orientamento, scolastico (a partire dalla scuola primaria e secondaria) e professionale realizzando percorsi su misura che valorizzino le vocazioni personali, gli interessi e gli stili di apprendimento individuali;
    1. il potenziamento delle misure per la transizione istruzione, formazione, lavoro;
    1. lo sviluppo di un rapporto stabile con il sistema della domanda e con gli altri attori della transizione (Scuole, Università, ITS e CFP-IeFP, imprese);
    1. rafforzare la rete dei servizi formativi e per le politiche attive, attraverso il consolidamento della governance pubblico/privato.

FG Politiche industriali

Discussion paper

  1. Introduzione

L’economia lucana è caratterizzata da livelli complessivi di terziarizzazione in linea con i valori medi nazionali e nella quale, tuttavia, la quota di contribuzione al valore aggiunto totale costituita dal settore agricolo è nettamente la più alta d’Italia (ben oltre il 5% contro circa il 2% a livello nazionale), mentre più contenuta è quella del settore industriale (con un differenziale di 4-5 punti percentuali rispetto alla media nazionale). Il sistema delle imprese è caratterizzato soprattutto da micro, piccole e medie imprese a conduzione familiare e sottocapitalizzate, con specializzazioni produttive basate su settori tradizionali e quindi più esposte alla competizione con i mercati emergenti. Hanno una bassissima propensione all’internazionalizzazione e, anche per le loro dimensioni, spesso un limitato accesso al credito.

Il tessuto economico della Basilicata appare fragile e molto provato dalla pandemia.Nonostante ciò, il sistema del credito regge ancora, l’indebitamento è ancora basso, e il comparto agricolo e industriale sembra aver retto alla scossa.

La regione non ha ad oggi un vero e proprio piano di sviluppo industriale pur ospitando importanti industrie internazionali, fra le quali il polo automotive di Melfi, con l’impianto Stellantis e l’annesso indotto e l’industria estrattiva e di pretrattamento degli idrocarburi con la presenza di Eni e Total.

Sono presenti nove aree industriali che sono state sinora gestite dai consorzi industriali delle due province, di cui quello di Potenza oggetto di riconversione attraverso la costituzione della società API- Bas S.p.A.

  • Le sollecitazioni emerse dalla ricerca bibliografica e indagine territoriale

La ricerca bibliografica sui nodi da sciogliere e sulle priorità di sviluppo della regione ha individuato nelle politiche industriali un ambito strategico per indirizzare correttamente e verso la sostenibilità lo sviluppo futuro del settore in Basilicata.

E’ emersa la necessità di investimenti infrastrutturali materiali ed immateriali nonché di implementare politiche industriali e del mercato del lavoro, su strategie e prospettive di valorizzazione delle competenze, di attivazione circolare della scuola, dell’università e del mondo della ricerca.

L’industria manifatturiera (Automotive, agroalimentare, legno arredo, aerospazio, energetico ed edilizia), infatti, va sostenuta con attività di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico. In generale, va colmata la distanza tra ricerca pubblica e produzione industriale e allineata la formazione verso le nuove competenze green.

Occorre un riassetto dei consorzi industriali con la creazione di un unico consorzio e diversi portatori di interesse intervistati hanno auspicato la definizione di un disegno unitario di politica industriale, che prendendo atto degli errori commessi in passato ed alla luce degli ingenti flussi economici in arrivo, promuova uno sviluppo auto propulsivo in grado di valorizzare la prospettiva green e la strategia Euro-mediterranea con il Mezzogiorno centro logistico e infrastrutturale di questa strategia.

Numerose fonti ed interviste riferiscono dell’opportunità rappresentata dalla Zona Economia Speciale- ZES ionica Puglia-Basilicata Dl n. 91/2017.

  • Il lavoro di approfondimento del FG

Grazie alla partecipazione del Dipartimento di Formazione, Politiche di Sviluppo, Lavoro, Formazione e Ricerca è stato possibile enfatizzare come il problema delle politiche industriali in Basilicata risenti di un problema di tipo culturale, infrastrutturale e sociale. L’attuazione dell’Agenda ONU 2030, il nuovo ciclo di programmazione ed il Recovery Fund mirano a potenziare le cinque “aree” prioritarie di innovazione della regione Basilicata: Aerospazio, Automotive, BioEconomia, Energia,Industria culturale e creativa . Il tessuto imprenditoriale è estremamente frammentato essendo costituito da micro imprese. Per innovare tale sistema imprenditoriale sono stati realizzati i cluster con il raggruppamento delle eccellenze del territorio e sono stati implementati i contratti di sviluppo per attrarre investimenti in tutte le aree industriali (premialità per recupero strutture produttive dismesse). Fra questi, si può annoverare quello con Stellantis sull’elettrico mentre la Basilicata si candida a divenire l’hub italiano dell’idrogeno sia per la produzione sia per lo stoccaggio (uno dei sette centri di ricerca di sperimentazione). Anche alla luce di quanto previsto per le ZES, per la cui attuazione si è resa necessaria una legge di semplificazione (D.L. 77/2021) in vista di un Testo Unico, si sta lavorando ai Piani di Sviluppo Industriali (premialità riduzione del consumo di risorse, riduzione degli sprechi) ed a Piani di investimento (premialità autoproduzione da FER). Infine, il governo regionale attraverso l’istituzione della nuova società API-BAS S.p.A. ha gettato le basi per la realizzazione di modelli di governance per la gestione sostenibile delle aree industriali, fra cui le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate-APEA. Degni di nota, infine, risultano gli accordi con ENI e Total per le nuove compensazioni ambientali che prevedono investimenti in no oil, fra cui a titolo esemplificativo si cita il centro eccellenza droni.

A supporto di quanto pianificato dal governo regionale, quale sua società in house, si pone l’attività di Sviluppo Basilicata che propone gli strumenti tecnici necessari per realizzare le politiche strategiche regionali. I destinatari delle misure di sostegno finanziario sono le imprese già esistenti, i nuovi soggetti imprenditoriali e anche il cosiddetto terzo settore, accumunati, tutti, dalla difficoltà di accesso al credito. Le misure agevolative previste sono volte a garantire il sostegno alle imprese sia dal lato degli investimenti che dal lato delle operazioni finanziarie sul capitale circolante, ovvero per garantire le esigenze di liquidità delle imprese. La maggior parte delle misure previste sono a fondo perduto o con un tasso di finanziamento molto basso rispetto al mercato. Sono previsti poi strumenti innovativi di ingegneria finanziaria che prevedono anche l’apporto di parte del capitale di rischio per finanziare l’avvio o la crescita di un’attività; successivamente è previsto l’abbandono dell’attività recuperando in parte il capitale investito e proponendo lo stesso finanziamento ad altre imprese. Si parla così finanziamenti rotativi che hanno la caratteristica di usare il capitale iniziale più volte su attività diverse, generando l’effetto leva, ovvero il beneficio si trasmette su più imprese.

Confindustria Basilicata ha ribadito la necessità del riconoscimento della centralità dell’impresa e di una maggiore cultura di impresa nella risoluzione del problema lavoro in Basilicata. Dando voce alle istanze degli imprenditori ed alle difficoltà riscontrate nel trovare figure professionali adeguate, è stata enfatizzata la necessità di una progettazione partecipata fra istituzioni ed impresa con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder ed il riconoscimento del ruolo chiave della formazione ed in particolare degli Istituti Tecnici Superiori al fine di ridurre il disallineamento fra domanda ed offerta. Nel contempo, è stata auspicata la necessità di snellimento delle procedure autorizzative per una maggiore competitività delle imprese.

L’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata, infine, nel rimarcare il proprio impegno istituzionale nelle attività di controllo e di ispezione, ha indicato l’opportunità della creazione del profilo di dialogo fra ARPAB e le imprese e del potenziamento degli strumenti di pianificazione, fra cui il Piano di Indirizzo Energetico –Ambientale –P.I.E.A.R. e delle procedure di valutazione degli impatti ambientali delle tecnologie a fonte energetica rinnovabile.

  • Sintesi e proposte

L’analisi dei nodi da sciogliere, l’indagine territoriale, il lavoro di approfondimento del focus group, ci restituiscono le seguenti priorità relativamente alla tematica “Politiche industriali”:

  • Contratti di sviluppo per attrarre investimenti in tutte le aree industriali (premialità per recupero strutture produttive dismesse)
  • Piani di Sviluppo Industriali (premialità riduzione del consumo di risorse, riduzione degli sprechi)
  • Piani di investimento (premialità autoproduzione da FER)
  • Miglioramento, in ottica sostenibile ambientale dei servizi delle aree industriali puntando alla conversione delle stesse in Aree Ecologicamente Attrezzate (APEA)
  • Potenziamento strumenti di ingegneria finanziaria per ridurre difficoltà di accesso al credito (sostegno imprese esistenti e favorire sviluppo successivo)
  • Realizzazione di Istituti Tecnici Superiori-ITS e di strategie di formazione anche presso le aziende, frutto di progettazione partecipata fra istituzioni ed impresa con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder
  • Necessità di snellimento delle procedure autorizzative
  • Opportunità della creazione del profilo di dialogo fra ARPA Basilicata ed imprese
  • Potenziamento di strumenti di pianificazione e di valutazione degli impatti da FER

FG Ambiente

 

Discussionpaper

  1. Introduzione

La ricerca bibliografica sui nodi da sciogliere e sulle priorità di sviluppo della regione ha individuato nelle politiche ambientali uno strumento di importanza strategica per lo sviluppo “green” della economia della regione a favore di una transizione ecologica integrale che renda più resiliente il tessuto economico sociale.

Il concetto di resilienza è utilizzato sempre più frequentemente nel dibattito sull’innovazione dei modelli di gestione, cura e manutenzione dell’ambiente sociale e naturale e dei progetti di trasformazione, rigenerazione e sviluppo del territorio. Il termine resilienza, infatti, allude ed evoca in modo efficace il mutamento di approccio ritenuto necessario per continuare a garantire prospettive di sostenibilità, a fronte dei cambiamenti ambientali, economici e sociali che hanno rapidamente investito (e continuano a investire) gli ambienti di vita delle comunità locali.

In questo, il controllo dell’ambiente naturale e la gestione dello stesso come una risorsa per lo sviluppo locale e la qualità della vita giocano un ruolo fondamentale nella costruzione della resilienza di un territorio, contribuendo significativamente allo sviluppo economico dello stesso (attrattività turistica e qualificazione delle produzioni locali).

Territorio, quale quello della Basilicata caratterizzato dalla compresenza di significative risorse naturali da salvaguardare, basti pensare ai 2 parchi nazionali, 3 regionali e 7 fra riserve naturali e oasi, e da importanti attività antropiche con conseguenti pressioni sulle matrici ambientali. Fra queste, a titolo esemplificativo, si annoverano le attività estrattive su terraferma con i due impianti di Tempa Rossa e dell’Alta Val d’Agri,i Siti di Interesse Nazionale di Tito e della Val Basento da bonificare ed il sito Enea-Sogin di Rotondella con lo stoccaggio di rifiuti tossici.

Allo sfruttamento intensivo delle fonti fossili, la regione Basilicata ha, inoltre, affiancato in maniera crescente quello delle Fonti Energetiche Rinnovabili, portando la quota dei consumi finali lordi di energia da FER a quasi il 48%, ultimo dato disponibile, superando abbondantemente quanto previsto dal Decreto Ministeriale, il cosiddetto Burden Sharing, ma con risultati migliorabili nel futuro prossimo,ad esempio per quanto attiene all’impatto ambientale e paesaggistico degli impianti eolici.

  • Le sollecitazioni emerse dalla ricerca bibliografica e indagine territoriale

La ricerca bibliografica e l’indagine territoriale ci restituiscono le seguenti sollecitazioni riguardo alle politiche ambientali .

Diverse fonti attestano la necessità di incrementare la cultura ambientale attraverso azioni di sensibilizzazione, informazione e formazione adeguatamente realizzate a partire dai più piccoli, non soltanto nelle scuole ma anche in famiglia e nelle azioni di pastorale e nei percorsi di catechesi.

Tale cultura è precondizione per una maggiore consapevolezza del rispetto dell’ambiente e, dunque, dell’esercizio della responsabilità individuale a partire dal fare propri stili di vita maggiormente sostenibili e della partecipazione dei cittadini, senza le quali nessuna politica ambientale risulta davvero efficace.

Fondamentale risulta, dunque, una corretta informazione da parte delle Istituzioni preposte, innanzitutto attraverso l’operato dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale –ARPA, per la quale gli stakeholder intervistati auspicano, anche alla luce della attuale fase di programmazione di nuovi Piani di investimento, un potenziamento per garantire un adeguato monitoraggio delle matrici ambientali ed una sempre più efficace azioni di controllo e di ispezione ambientali.

In tal senso, molto può essere realizzato anche dai centri di ricerca presenti in regione che, coerentemente con i propri compiti istituzionali, dovrebbero supportare maggiormente le Istituzioni locali nello sviluppo sostenibile del territorio anche attuando un più efficace trasferimento tecnologico volto ad innovare in termini non solo economici ma anche di sostenibilità ambientale il sistema produttivo lucano. Quest’ultimo, poi, dovrebbe poter contare su procedure autorizzative non rallentate dai ritardi burocratici e da meccanismi di premialità della sostenibilità ambientale.

Notevole preoccupazione è stata espressa nei confronti delle attività estrattive, percepite come notevolmente pericolose e dannose per la salute umana ed è stata auspicata la realizzazione di osservatori indipendenti per il monitoraggio delle matrici ambientali in territori caratterizzati da significative pressioni ambientali, quali l’Alta Val d’Agri, Tempa Rossa e la Val Basento

La percezione del rischio ambientale trapela dalle fonti consultate ed il questionario somministrato ai giovani restituisce il 99% degli intervistati che ritiene molto/abbastanza importante la relazione tra ambiente e salute.

Quali principali criticità o nodi da sciogliere individuati, vi è la gestione sostenibile delle risorse ambientali e la necessità di strumenti di pianificazione e gestione del territorio.

Si auspica, infatti, una transizione energetica verso la decarbonizzazione con conseguente riduzione delle estrazioni di idrocarburi ed incremento delle rinnovabili, sebbene l’eolico selvaggio ed i campi fotovoltaici a terra vengano già percepiti come significativi danni ambientali al territorio ed alla comunità lucani.

Coerentemente con i principali obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda Onu del 2030 e di quanto auspicato dalla Laudato sì l’indagine territoriale e la ricerca bibliografica individuano nella transizione ecologica la priorità politica per lo sviluppo economico, sociale ed ambientale della Basilicata.

Come è noto in Basilicata insistono grandi emergenze ambientali, in primis i due impianti estrattivi di Tempa Rossa e di Viggiano, il sito Enea-Sogin di Rotondella, Rendina Ambiente (ex Fenice), Tecnoparco e Ferriere Nord (Sider Potenza) su tutti.

Il tema guida è la transizione ecologica ed energetica che non è solo una grande priorità politica globale, ma rappresenta l’unico vero fattore di sviluppo per un territorio come quello della Basilicata, che ancora conserva un vantaggio competitivo rispetto a molte regioni italiane in termini di elevata dotazione di infrastrutture ambientali e basso impatto antropico.

  • Il lavoro di approfondimento del FG

La Provincia di Potenza ha ripercorso il proprio impegno a partire dagli anni 2000 nello strutturare il rapporto con il territorio e con i diversi portatori di interesse a tutti i livelli in un sistema italiano oltremodo decentrato. Si è partiti con la raccolta dei dati per la Protezione Civile, con un’azione conoscitiva volta alla caratterizzazione dei rischi, all’informazione  ed ai modelli di intervento, condivisione e governance territoriale. A tal fine, è infatti fondamentale poter contare su di un quadro conoscitivo aggiornabile nel tempo sui principali rischi naturali e sulle pressioni antropiche. La comunicazione ambientale, in termini di risorse umane e strumentali è strategica così come poter contare su interlocutori del volontariato. Notevole impegno è stato profuso nell’implementazione del Piano Strutturale Provinciale, quale base per le azioni di governo finalizzate ad incrementare la resilienza non soltanto in termini di rischi civili ma anche di sviluppo territoriale, ossia di sviluppo sostenibile, riduzione del rischio di disastri ed azioni sul clima. In linea con le più importanti agende internazionali, è stato realizzato un modello per la resilienza territoriale che si è avvalso anche di esperienze sulle politiche energetiche, di Community e Stakeholder engagement. Il coordinamento delle politiche territoriali è stato realizzato dalla Provincia di Potenza con un approccio di mainstreming, di integrazione e partenariato volto a migliorare la governance interna ed esterna, attraverso l’assemblea dei sindaci ed il collegamento col territorio per perseguire gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile; implementare l’agenda digitale sul tema della resilienza ed implementare il piano di sviluppo strategico in una visione di medio e lungo termine.

L’Assessorato all’Energia e Ambiente della Regione Basilicata ha strutturato le proprie attività volte al controllo ambientale, alla pianificazione ed allo sviluppo sostenibile. In dettaglio, per la prima finalità è stato previsto il potenziamento dell’ARPAB in termini di risorse umane (80 unità) e di dotazione finanziaria con la realizzazione di un master. Accanto a tali iniziative, sono stati presi provvedimenti dalla Giunta regionale per il Piano di ispezione per le aziende soggette ad AIA, la zonizzazione dell’aria, si stanno per redigere il Piano di monitoraggio dell’aria ed ulteriori provvedimenti per quanto attiene alle emissioni odorigene ed i non metallici. Per quanto riguarda le attività di pianificazione, è stato creato uno staffa dedicato all’implementazione del Piano Paesaggistico ed è in via di definizione il Piano costa per il mar Ionio e a seguire, quello per la costa tirrenica. In programma, inoltre, vi sono il Paino per le acque, quello dei rifiuti e quello di indirizzo energetico ambientale- PIEAR, scaduto nel 2020, da aggiornare. Per quanto concerne la terza finalità, sono da annoverare gli accordi con le compagnie petrolifere con compensazioni ambientali di 220 mln di euro ogni quinquennio destinate ad iniziative per lo sviluppo sostenibile della regione. Fra queste, si pone il Centro di eccellenza dei droni che sarà realizzato a Stigliano per il 2022 con una ricaduta occupazionale di 50 posti. Vi è, inoltre, la volontà di strutturare un’unica cabina di regia per la valorizzazione delle risorse lucane, in particolare aree protette e parchi, in un’ottica di promozione turistica delle stesse. Infine, allo scopo di incrementare la produzione di energia elettrica da FER, sono allo studio l’aumento delle capacità degli impianti da idroelettrico e la realizzazione di filiere per la valorizzazione energetica delle biomasse da silvicoltura pubblica. Tali strategie sono alla base di una nuova visione di comunità nei confronti delle tematiche ambientali.

La Provincia di Matera ha fornito una rappresentazione delle principali attività di pianificazione realizzate già a partire dagli anni 2000 con l’implementazione del Piano Civile Provinciale, attraverso la creazione di una rete informatizzata interattiva comune tra la Provincia ed i comuni della provincia stessa. Per superare la mancanza di strumenti di pianificazione dinamici, è stato realizzato il Piano Strutturale Provinciale. La Provincia di Matera ha inoltre aderito al patto dei Sindaci mediante un protocollo di intesa con la Commissione Europea espletando la funzione di coordinatore provinciale dei 31 comuni. Per ciascuno di questi e suddividendo il territorio in cinque distretti, sono stati sviluppati i Piani di Azione per l’Energia Sostenibile, con la rilevazione fisica dei consumi energetici. Si sta lavorando all’aggiornamento del Piano Strutturale e del Piano Civile, nell’ambito della strategia del Piano Nazionale di Resilienza e Ripartenza e finalizzato alla digitalizzazione dell’intero territorio provinciale. Per rendere quanto più concrete le azioni perseguibili da tale PNRR, sarebbe auspicabile l’implementazione di una cabina di regia regionale con le due Province. Infatti, la conoscenza del territorio si può attuare attraverso una gestione coordinata degli Enti istituzionalmente competenti che devono essere capaci di lavorare insieme. In sintesi, il Piano Strutturale Provinciale e la digitalizzazione sono strumenti necessari all’ottenimento di un quadro conoscitivo serio, puntuale ed approfondito del territorio.

L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile-ENEA, da poco sotto il diretto controllo del Ministero della Transizione Ecologica, ha condiviso il proprio impegno quale bacino di conoscenza, in particolare sullo sfruttamento delle Fonti Energetiche Rinnovabili, riportando a titolo esemplificativo la pubblicazione dell’Atlante delle Biomasse, con l’analisi territoriale delle potenzialità di sfruttamento delle stesse. Sono state anche illustrate le attività di ricerca svolte dal centro della Trisaia nell’ambito del monitoraggio ambientale su aree antropizzate, anche di supporto alla Pubblica Amministrazione, come ad esempio quelle condotte sulla discarica del comune di Matera. Per quest’ultimo, è stato realizzato un progetto di elettrificazione del trasporto pubblico con sistemi per la ricarica rapida da fonte fotovoltaica. E’ stata anche presentata l’attività di valutazione dell’esposizione ambientale ai contaminanti nel Sito di Interesse Nazionale della Val Basento, per il quale sono state misurate le concentrazioni di Hg proveniente dai letti di lavaggio dei materiali di alcuni processi industriali che nella fase di esercizio ha contaminato diverse matrici ambientali e la cui esposizione al rischio è tuttora presente come testimoniato dalle elevate concentrazioni riscontrate nelle piante presenti. E’ stato, in tal modo, enfatizzato il ruolo fondamentale della ricerca nel produrre conoscenza, nel sostenere applicazioni volte alla risoluzione di problemi reali. Per perseguire tale finalità, occorre una efficace collaborazione fra portatori di interesse perché è necessaria la promozione di una visione del futuro per affrontare la complessità del problema ambientale. Sono state, infine, enunciate delle proposte attinenti ai siti contaminati, al monitoraggio nonché all’erosione costiera ed alla gestione dei corpi idrici.

L’Agenzia Spaziale Italiana-ASI con il suo Centro di Geodesia a Matera profonde notevole impegno per lo sviluppo economico sostenibile dell’Italia e della Basilicata. Infatti, il Know-how acquisito sull’utilizzo dei sistemi di navigazione satellitare, consente lo studio della sismicità, attraverso le deformazioni crostali, così come lo studio delle frane supportando l’implementazione della cartografia del territorio. Tali sistemi consentono il monitoraggio del livello del mare e, dunque, dell’erosione delle coste così come la realizzazione di previsioni metereologiche precise su scala regionale, la realizzazione di impianti per l’agricoltura di precisione così come numerose applicazioni professionali topografiche, catastali e cartografiche. Esse risultano in definitiva strategiche nel monitoraggio dei rischi ambientali e nella gestione delle emergenze. Alla luce di ciò, è ancor più evidente che i Centri di Ricerca assolvono ad una funzione fondamentale nel trasferimento tecnologico alle imprese ed a tal fine sarebbe auspicabile che il Centro di Geodesia divenisse un progetto pilota per la sperimentazione delle tecnologie aerospaziali per l’osservazione della Terra.

Legambiente Basilicata, con il coordinamento regionale dei dodici circoli locali,ha fornito una rappresentazione dei cinque principali ambiti di azione a livello nazionale, ossia le campagne sui temi (es. Puliamo il mondo), l’educazione ambientale, la formazione, i rapporti di approfondimento scientifico ed i progetti. A livello nazionale, in vista dell’implementazione del PNRR, Legambiente ha individuato 23 priorità che attengono all’economia circolare, alla lotta al cambiamento climatico, alle energie rinnovabili, alla mitigazione dei rischi, in particolare, a quello idrogeologico. E’ stata sottolineata l’importanza del fare sistema, della comunicazione ed informazione ambientale anche per incrementare l’accettabilità sociale degli impianti. Sono state auspicate iniziative volte alla realizzazione di comunità energetiche per una energia democratica nonché la possibilità di usufruire di strumenti adeguati di pianificazione energetico-ambientali e che la digitalizzazione possa avvenire in un territorio già ampiamente messo in sicurezza.

  • Sintesi e proposte

L’analisi dei nodi da sciogliere, l’indagine territoriale, il lavoro di approfondimento del focus group, ci restituiscono le seguenti priorità relativamente alla ematica delle “Politiche ambientali”:

  1. Bonifica dei siti contaminati (in particolare SIN)
  2. Ripensare ad un sistema di monitoraggio ambientale calibrato sulle peculiarità del territorio (es. per discariche e siti industriali)
  3. Necessità di monitorare l’erosione costiera e la gestione dei corpi idrici
  4. Necessità di una cabina di regia regionale con il coinvolgimento delle due Province per la gestione del PNRR ed in generale per una gestione coordinata degli Enti istituzionalmente competenti con reti permanenti di partenariato
  5. Necessità di adeguati strumenti di pianificazione (Paesaggistico, Coste, Acque, Rifiuti, Piano di Indirizzo Energetico Ambientale-PIEAR, Piani Strutturali Provinciali-PSP, ecc.) e governance territoriale (migliore gestione e riduzione del rischio)
  6. Necessità di un quadro conoscitivo puntuale delle principali pressioni antropiche e dello stato delle matrici ambientali
  7. Garantire corrette informazione, formazione e comunicazione ambientale per incrementare la partecipazione consapevole dei cittadini
  8. Potenziamento dell’ARPAB
  9. Potenziare le attività di trasferimento tecnologico alle imprese con il coinvolgimento attivo dei Centri di Ricerca (ad es. per le osservazioni della Terra)

FG Turismo

 

Discussion paper

  1. Introduzione

La ricerca bibliografica sui nodi da sciogliere e sulle priorità di sviluppo della regione ha individuato nel Turismo un settore strategico.

Negli ultimi anni, prima della pandemia, tale settore ha raggiunto livelli elevati di espansione, anche grazie all’operato dell’APT, con una capacità attrattiva costantemente crescente sia per il buon livello di vita legato alla scarsa presenza della criminalità organizzata sia grazie al buono stato ambientale che caratterizza la regione. Tale apice si è raggiunto con Matera capitale della Cultura Europea 2019 evento che, però, ha in parte disatteso le aspettative di attrattività dell’intero territorio regionale.

Tutto questo nonostante l’assenza di significativi investimenti volti ad accrescere la capacità infrastrutturale della regione ed a migliorarne la mobilità ed un costante ed inesorabile calo demografico accompagnato da uno spopolamento significativo che ha interessato specialmente le aree interne, provocandone un declino evidente.

  • Le sollecitazioni emerse dalla ricerca bibliografica e indagine territoriale

La ricerca bibliografica e l’indagine territoriale ci restituiscono le seguenti sollecitazioni riguardo al settore del Turismo .

La risorsa turistica non è purtroppo ad oggi fattore culturale del popolo lucano e della sua classe politica. Si riscontra una mancanza di visione di insieme capace di accrescere la percezione da parte della popolazione del valore del patrimonio culturale, di meglio specializzare le competenze degli operatori e di innescare meccanismi virtuosi di valorizzazione economica di tali risorse con conseguente aumento di attrazione di investimenti privati.

In particolare, è emersa la necessità di sviluppare

  • Le opportunità del turismo di prossimità;
  • La valorizzazione delle filiere dell’agroalimentare e del turismo quali “attrattori” locali, nazionali e internazionali

Alla luce della pandemia, sono stati individuati i nuovi trend con le seguenti priorità:

  1. Viaggi domestici, di prossimità e breve durata
  2. Predilezione per strutture ricettive più piccole e in natura
  3. Minor interesse per luoghi affollati e grandi eventi
  4. Turismo all’aperto e attività di wellbeingin natura
  5. Attività per piccoli gruppi o solo traveller
  6. Esperienze friendly ed eco-sostenibili
  7. Nuovi bisogni (distanziamento sociale, sicurezza, salute, informazione)
  8. Tecnologie per vita più smart (delivery, prenotazione da remoto, tracciamento dei flussi, smartworking)

Le risposte del turismo lucano possono basarsi su un nuovo modello che sia:

  1. Aperto e inclusivo (coordinamento tra istituzioni, collaborazione con residenti, rete con aree interne, scambi formativi con altri operatori del settore);
  2. Identitario ed esperienziale (attrattività culturale delle mete, rigenerazione dei borghi, turismo all’aperto;
  3. Accessibile e smart (disponibilità di servizi, infrastrutture digitali, piani di sicurezza per il viaggiatore “arrivi sano, parti sano”;

Cultura e Turismo costituiscono il binomio vincente per l’attrattività della Basilicata post Matera 2019

Il grande patrimonio materiale e immateriale regionale svolge una funzione importantissima non solo per il turismo in generale, ma anche come strumento educativo e di riattivazione delle comunità̀.Per questo motivo occorre:

  • costruire innovativi modelli di fruizione e gestione;
  • lavorare ad un progetto strategico per sostenere e valorizzare le filiere turistiche, artistico‐creative e culturali che si sono definite negli ultimi anni;
  • infrastrutturare e rigenerare le aree periferiche e i borghi consentendo così anche la messa in sicurezza dei territori, il recupero di attività̀ commerciali e artigianali;

È necessario trovare meccanismi di incentivazione di un turismo sostenibile con il supporto delle imprese che lavorano nel settore.

Perché si possano offrire più opportunità di lavoro, i giovani, nelle loro visioni di futuro, ritengono che la regione dovrebbe investire prioritariamente nella formazione e nel turismo.

  • Il lavoro di approfondimento del FG

I lavori del Focus Group hanno evidenziato la necessità di una visione di lungo periodo che si può costruire solo innescando processi di tipo culturale volti ad accrescere la cultura dell’ospitalità e che possa avvalersi di personale adeguatamente formato. La qualità della proposta turistica della regione è infatti funzione dell’attrattività complessiva dell’intero ecosistema lucano che gode della reputazione del territorio, dei servizi resi, della capacità di accoglienza della comunità e dei processi culturali.

Risultano necessari allo scopo ingenti investimenti infrastrutturali materiali per accrescere la capacità di attrazione dall’esterno ma anche il grado di mobilità all’interno della regione, rendendo maggiormente sicure e adeguatamente mantenute anche le strade interne, specie quelle di montagna.

Nel contempo, occorre garantire un adeguato accesso ad internet sull’intero territorio regionale, anche alla luce del South working, ossia il rientro al Sud di molti lavoratori emigrati al Nord grazie allo smartworking concesso per via della epidemia da Covid 19.

Il sistema dei trasporti deve essere efficace, le strutture ricettive adeguate, il decoro urbano garantito e, più in generale, lo stato dell’ambiente tutelato, i servizi resi devono essere di tipo professionale, le comunità devono essere adeguatamente educate alla cultura dell’ospitalità (rinvigorendo le antiche tradizioni greche), i percorsi museali e culturali devono essere fluidi. L’esperienza degli anni più recenti insegna, infatti, che l’intuizione degli attrattori culturali musei, aree archeologiche, complessi storici e architettonici già attualmente (o con potenzialità di divenire) attrattori di domanda turistica di qualità e ad alto valore aggiunto e del relativo sistema culturale territoriale (volo dell’angelo, ponte tibetano, ecc) è stata vincente.

Al binomio turismo-cultura deve essere affiancato anche il termine enogastronomia, con una adeguata valorizzazione delle risorse enogastronomiche regionali.

Al fine di accrescere non soltanto la resilienza, in termini di capacità di resistenza, ma anche l’antifragilità, quale possibilità di miglioramento ed adattamento del sistema Basilicata, la visione dello sviluppo di tale regione non può che basarsi sul protagonismo, sull’esercizio della responsabilità individuale e sul principio di autonomia, che deve caratterizzare le dinamiche non solo lucane ma anche dell’intero Mezzogiorno d’Italia. Ciò comporterebbe uno slancio imprenditoriale con il protagonismo dei giovani in rapporti virtuosi con il pubblico regolati anche da partenariati pubblico-privati. Questi ultimi concorrerebbero a migliorare le condizioni anche di coloro che da anni hanno scelto di essere imprenditori in Basilicata, riuscendo a costruire realtà di assoluto pregio anche in aree interne. Nonostante condizioni di sistema non favorevoli, è da riscontrare un significativo dinamismo imprenditoriale privato che ha portato anche all’implementazione di piattaforme digitali Made in Basilicata. Anche grazie all’esperienza delle 130 guide ambientali escursionistiche della Basilicata, che svolgono un meritorio lavoro di promozione del territorio, è stato possibile ottenere un profilo del turista medio che viene in Basilicata, un turista di ritorno interessato alla qualità dell’ambiente (legami con gruppi di ricerca su cicogna nera, orchidee), ai percorsi sportivi, di tipo religioso ed enogastronomico. Vi è una forte richiesta di autenticità con un recupero di relazioni autentiche con le persone e con il territorio, la cui fruizione in uno scenario di turismo “lento” potrebbe essere migliorato con investimenti mirati e dotazioni maggiori.

Risultano indispensabili, infine, strumenti di pianificazione e governance a supporto delle politiche territoriali, es. Piano Strategico del Turismo.

  • Sintesi e proposte

L’analisi dei nodi da sciogliere, l’indagine territoriale, il lavoro di approfondimento del focus group, ci restituiscono le seguenti priorità relativamente alla tematica “Turismo”:

  • Necessità di visione di lungo periodo di tipo culturale
  • Necessità di personale adeguatamente formato (formazione on the job)
  • Investimenti infrastrutturali materiali ed immateriali
  • Necessità di un Piano Strategico del Turismo in Basilicata
  • Necessità di partenariati pubblico-privati
  • Creazione di Hub culturali (Matera e costa ionica con collegamenti verso aree interne)
  • Valorizzazione dei prodotti agro-alimentari ed enogastronomici

Conclusioni

La ricchezza di contenuti di questo rapporto, sia in termini qualitativi, per le proposte emerse, che quantitativi per la eterogeneità dei soggetti coinvolti, da merito alla scelta fatta dalla commissione regionale di avviare un processo,  di progettazione partecipata  per preparare la comunità lucana alla 49° Settimana Sociale dei Cattolici Italiani. Con la finalità precipua di costruire insieme una visione di sviluppo sostenibile per la nostra amata regione, si è scelto di adottare un approccio scientifico nell’individuazione di percorsi volti a costruire la resilienza, accrescere la vivibilità e la capacità di inclusione sociale della società lucana. Attraverso le diverse fasi metodologiche di progettazione partecipata, è stato possibile, infatti, addivenire ad individuare delle azioni strategiche prioritarie per ambiti di intervento, in un’azione politica integrata volta a supportare la nostra regione verso una transizione ecologica, integrale e giusta, capace di non lasciare indietro nessuno e di realizzare il sogno di un futuro in e per la Basilicata!

ALLEGATI: questionari e richieste di contributi

Questionario Parrocchie

Regione Basilicata

Questionario in preparazione della 49esima settimana sociale dei cattolici

  1. Conoscenza e consapevolezza dei valori e del messaggio della Enciclica “Laudato si”.

L’enciclica «Laudato si» di Papa Francesco ci ricorda che la Terra è la nostra casa comune con la quale condividiamo l’esistenza. Essa va custodita e preservata «dal danno che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei» (LS, 2)

E’ necessaria una rivoluzione di tipo culturale, cioè della mentalità, del modo di essere, di pensare e, quindi, di agire per attuare la quale è necessario recuperare lo sguardo contemplativo verso Dio Creatore e fare nostra la proposta di ecologia integrale.

“ L’esistenza umana si basa su tre relazioni fondamentali strettamente connesse: la relazione con Dio, quella con il prossimo e quella con la terra” (LS, 66). Si sviluppa così un’ecologia che non è solo ambientale, ma anche sociale, culturale, umana. Tutto è connesso, tutto è in relazione (inserire citazione): le persone non sono separate dalle relazioni con gli altri, dalla cura della casa comune e dalla custodia del creato, che non può che essere intimamente connessa ed inscindibile alla custodia della vita umana.

  1. Nella nostra comunità abbiamo avuto modo di approfondire il messaggio della Enciclica?
  • Si     •
    • No   •
  • Se sì, in che misura questo ha contribuito a modificare i nostri itinerari catechetici?
  • Per niente   •
  • Poco             •
  • Abbastanza •
  • Ci sono state iniziative concrete prese all’interno della nostra comunità per promuovere i valori e gli ideali della enciclica?
  • No    •
  • Si      •
  • Se sì, quali?

[Descrizione breve …..]

  1. La Pandemia: coscienza e cambiamento
  1. La coscienza delle difficoltà, sofferenze e fragilità acuite dalla pandemia sono entrate a far parte del nostro vissuto?
  1. Personale      •
  2. Familiare       •
  3. Comunitario •
  • Quali iniziative sono state prese nella nostra comunità per fronteggiare le difficoltà aggiunte dalla pandemia?

[Descrizione breve …..]

  1. Il futuro: i giovani e la responsabilità di ognuno
  1. Esistono all’interno della nostra comunità iniziative che coinvolgono i giovani nella promozione di uno sviluppo sostenibile integrale, rispettoso dell’ambiente e che promuova stili di vita che scoraggino atteggiamenti come il consumismo estremo [es.adozione di stili di vita e di consumo responsabili]?
  • No    •
  • Si      •
  • Se sì, quali?

[Descrizione breve …..]

  1. Lavoro e ambiente

Le attività antropiche, siano esse stanziali o produttive, producono delle alterazioni delle diverse matrici ambientali, aria, acqua, suolo. La qualità della vita in un determinato territorio è fortemente dipendente dalla qualità dello stato dell’ambiente, ossia di tali matrici. Per vivere bene in un territorio, è necessario respirare aria pulita, avere garantito l’approvvigionamento di acqua potabile nonché godere di un terreno non inquinato. “L’intervento umano che favorisce il prudente sviluppo del creato è il modo più adeguato di prendersene cura, perché implica il porsi come strumento di Dio per aiutare a far emergere le potenzialità che Egli stesso ha inscritto nelle cose” (LS, 124) Nella realtà, invece, anche nella nostra regione, ci ritroviamo a vivere in territori feriti da un’azione umana incapace di custodire la bellezza del creato.  

  1. Quali iniziative occorre prendere per far fronte a questo problema? Quale ruolo debbono/ possono avere le istituzioni, le imprese e le organizzazioni di categoria in questo senso?

[Descrizione breve …..]

  1. Le fragilità della società moderna: gli anziani

L’attenzione verso i più deboli, le situazioni di disagio, gli ammalati e gli anziani in modo particolare, è compito primario della Chiesa, nella sua opera di evangelizzazione del mondo. Essa diventa preminente per la nostra Chiesa locale che opera in una regione con un quarto della popolazione con oltre 66 anni di età.

  1. Quali iniziative possono essere avviate per favorire un’assistenza adeguata a questa categoria di persone, promuovendo da un lato la creazione di nuove opportunità di lavoro e dall’altro l’inclusione degli anziani all’interno della comunità? [relazioni inter-generazionali]

[Descrizione breve …..]

  1. Le responsabilità della politica: promozione di un cambiamento
  1. Quali iniziative possono essere adottate a livello ecclesiale per favorire un cambiamento politico e istituzionale che promuova un nuovo modello di sviluppo a partire dalla nostra realtà locale?

[Descrizione breve …..]

  1. L’ecologia integrale: una meta il cui raggiungimento può essere veicolato attraverso l’uso di linguaggi diversi

La nostra regione ricca di bellezze artistiche e naturalistiche, offre numerose opportunità per veicolare  in maniera originale il messaggio della enciclica «Laudato si».

  1. Quali percorsi di crescita personale e comunitaria possono essere immaginati in modo da favorire un processo di sviluppo armonico delle nostre comunità, attraverso, per esempio, la valorizzazione delle bellezze artistiche presenti sul territorio?

[Descrizione breve …..]

  1. Alla luce dei segni dei tempi e delle sollecitazioni della Laudato sì, quali ritieni debbano essere le tre principali sfide che la nostra Chiesa locale deve fare proprie per guidare una transizione ecologica nella nostra terra di Basilicata?

[Descrizione breve …..]

Questionario Giovani

Anagrafica

  • Sesso ___________________
  • Eta’______________________
  • Classe e  Scuola_____________________

Sei soddisfatto della scuola che frequenti?

  • Si
    • Perché’
  • No
    • Perché

Al termine dell’attuale ciclo di studio continuerai a formarti/studiare

  • Si
  • No
    • Perché

Quali aspetti consideri importanti nella tua vita?

Dai una valutazione (da 1 a 5)

  • Famiglia
  • Amici
  • Benessere economico
  • Ambiente
  • Salute

Quali fattori ritieni che siano importanti per il benessere della comunità in cui vivi?

  • Benessere economico
  • Ambiente salubre
  • Salute
  • Relazioni sociali
  • Opportunità di lavoro

Quanto è importante per il rapporto ambiente-salute ?

  • Poco
  • Abbastanza
  • Molto

Ti fa paura il mondo del lavoro?

  • Se sì, perché motiva la tua scelta
  • Se no, motiva la tua scelta

Dove immagini il tuo futuro lavorativo?

  • Nella mia regione
    • Perché
  • Fuori Regione
    • Perché

Ritieni che la regione in cui vivi offra adeguate opportunità di sviluppo personale ?

  • Si
  • No
    • Perché

Cosa bisognerebbe fare per migliorare la situazione?

In quali aree dovrebbe investire di più la tua Regione per favorire maggiori opportunità lavorative?

  • Turismo
  • Agricoltura
  • Formazione
  • Altro 

Ritieni che i giovani possano con la capacità di visione di futuro  influenzare positivamente le istituzioni pubbliche nelle scelte politiche?

Hai fiducia nel superamento delle difficoltà economiche causate dalla Pandemia?

  • Si
    • Perché
  • No
    • Perché

Quali sono stati gli aspetti più negativi vissuti durante la Pandemia?

  • L’isolamento
  • Le difficoltà nello studio
  • La paura della esposizione al virus
  • Altro

Ci sono stati degli aspetti positivi?

  • La riscoperta dell’importanza delle piccole cose
  • La vita in famiglia
  • Il valore della solidarietà
  • Altro

QUESTIONARIO AZIENDE

Regione Basilicata

49esima Settimana Sociale dei Cattolici

Questionario di Autovalutazione Aziende 

Clausola di rispetto della privacy

L’azienda acconsente all’utilizzo dei dati forniti con la compilazione del presente questionario al solo scopo  di ricerca ed al loro utilizzo e condivisione in maniera  del tutto  anonima.

Si 

Nota: lasciare in bianco le domande per cui non si hanno risposte disponibili al momento e laddove applicabile, dopo la compilazione di ciascuna domanda, è richiesto di fornire un punteggio di autovalutazione da 1 a 5 per ciascun indicatore, alternativamente è possibile crocettate la casella “N.A.”se si ritiene che il punteggio non sia applicabile

ANAGRAFICA

  1. NOME DELL’AZIENDA:
  • CODICE ATECO:
  • NUMERO DI ADDETTI:
  • Indirizzo email:

DOMANDE

AREA 1: L’AZIENDA E IL GOVERNO DELL’ORGANIZZAZIONE

  1. Trasparenza dei soci e della provenienza del capitale

È garantita la trasparenza dei soci e della provenienza del capitale in azienda?

Come?

Punteggio

12345N.A.
      
  1. Cultura e sistemi di contrasto all’illegalità e alla corruzione

L’illegalità e la corruzione sono problemi sentiti in azienda? Come vengono controllati e contrastati? Esiste un controllo anche della catena di fornitura?

Punteggio

12345N.A.
      
  1. Strategia di direzione e gestione attenta ai diversi portatori di interesse/stakeholder

Come vengono gestite le relazioni con i portatori di interesse/stakeholder dai quali dipende la sopravvivenza dell’azienda o che hanno a che fare con essa?

Quali sono gli stakeholder della sua azienda?

Come vengono garantiti i loro interessi? Vengono analizzati sistematicamente i loro bisogni?

Punteggio

12345N.A.
      
  1. Partecipazione e collaborazione dei lavoratori alle scelte strategiche dell’azienda

Condivisione degli obiettivi e delle scelte strategiche. In che misura e come sono coinvolti i lavoratori?

Punteggio

12345N.A.
      
  1. Differenziale tra la retribuzione minima e massima all’interno dell’azienda

Qual è il rapporto tra retribuzione max e minima netta?

Mettere 5 per un rapporto da 7 a 1, 4 tra 8 e 15, 3 tra 16 e 30, 2 tra 31 e 60, 1 oltre 60

Punteggio

12345N.A.
      

AREA 2: LE PERSONE E L’AMBIENTE DI LAVORO

  •  Clima di lavoro collaborativo, partecipato e solidale

Come vengono favorite: la collaborazione, partecipazione agli obiettivi strategici dell’azienda e lo spirito di solidarietà tra le diverse componenti dell’impresa (lavoratori, management e proprietà) ? Vengono stimolate le relazioni interpersonali?

Punteggio

12345N.A.
      
  • Rispetto della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori attraverso la remunerazione equa (in relazione a orario, funzioni svolte e responsabilità assegnate)

L’inquadramento delle lavoratrici e lavoratori rispetta le norme nazionali ed e’ in linea col ruolo svolto da ciascun lavoratore?

Punteggio

12345N.A.
      

2.3 Presenza di una rappresentanza organizzata delle lavoratrici e dei lavoratori

Si e se no perchè’

Punteggio

12345N.A.
      
  • Sistema di conciliazione dei tempi di vita/lavoro (opportunità di genere, lavoro agile, ecc.)

Come vengono conciliate le responsabilità lavorative con le esigenze di vita famigliare dei lavoratori? (es. Cura dei figli, genitori…etc, necessità di orari di lavoro ridotto). Sono normate le necessità di flessibilità negli orari di lavoro ?

Punteggio

12345N.A.
      
  • Sviluppo professionale delle lavoratrici e dei lavoratori, con riconoscimento delle competenze e delle esperienze personali, tramite formazione e apprendimento permanente.

Esiste un piano di sviluppo professionale aziendale?

Punteggio

12345N.A.
      

AREA 3: I RAPPORTI CON I CITTADINI/CONSUMATORI

  • Strumenti di ascolto, dialogo e relazione con i clienti e/o consumatori finali, per comprendere e aumentare la loro soddisfazione, nel rispetto degli altri stakeholders (facilitando il dialogo anche attraverso i canali Web 2.0, i media tradizionali, ecc.)

Come vengono gestiti i contatti con i clienti?

Punteggio

12345N.A.
      
  • Informazione completa e documentata ai clienti sulla sostenibilità dei prodotti, con attenzione all’intera filiera di approvvigionamento, e dei processi produttivi

Quale materiale informativo viene distribuito ai clienti per informarli sulla sostenibilità del processo produttivo? (Depliants etichette sui prodotti etc.)

Punteggio

12345N.A.
      
  • Valorizzazione dei clienti quale stimolo per l’innovazione (partnership con i clienti e co-progettazione di prodotti e servizi)

C’è interazione con i clienti per favorire l’innovazione dell’azienda?

Punteggio

12345N.A.
      
  • Modalità efficaci di gestione e risoluzione dei reclami, garantendo una adeguata gestione delle tempistiche di risposta e del grado di soddisfazione

Punteggio

12345N.A.
      
  • L’impresa opera come fornitrice di un’altra (schema B2B: business to business)? In questo caso si è conoscenza dell’uso finale del prodotto fornito e se la catena completa è ecosostenibile? Nel caso di interfaccia diretta col cliente finale B2C (Schema: business to customer) come si procede a informare direttamente il cliente della sostenibilità socio-ambientale del prodotto?

Punteggio

12345N.A.
      

AREA 4. LA CATENA DI FORNITURA

4.1 Tracciabilità della catena di fornitura

      Controllo su tutti passaggi della catena di fornitura

Punteggio

12345N.A.
      
  • Attivazione di criteri e procedure, basati anche sulla sostenibilità socio-ambientale, relative alla scelta dei fornitori

Come vengono scelti i fornitori? Esistono dei criteri codificati nelle procedure aziendali?

Punteggio

12345N.A.
      
  • Adozione e applicazione di strumenti di monitoraggio del grado di applicazione dei criteri di sostenibilità sociale e ambientale da parte dei propri fornitori

Punteggio

12345N.A.
      
  • Patti equi e trasparenti per i pagamenti dei fornitori (ad es. contratti di lunga durata, prefinanziamento della produzione, non esclusività di contratto, formazione continua, ecc.)

Punteggio

12345N.A.
      
  • Rispetto dei principi dell’approvvigionamento equo e solidale per l’acquisto di prodotti grezzi o trasformati

Punteggio

12345N.A.
      

AREA 5. I COMPORTAMENTI VERSO L’AMBIENTE NATURALE

  • Misure di contrasto al cambiamento climatico, per ridurre le emissioni inquinanti e climalteranti

L’azienda è attiva nel prendere misure che contengano/riducano le emissioni di CO2 nella catena produttiva e nelle attività di logistica (trasporti con mezzi a basse emissioni di CO2) ?

Punteggio

12345N.A.
      
  • Approccio di economia circolare attraverso una corretta gestione degli imballi, scarti/rifiuti e riduzione delle materie prime utilizzate

Punteggio

12345N.A.
      
  • Programmi di riduzione dei consumi energetici e approvvigionamento da fonti rinnovabili

Esistono programmi/progetti per la riduzione dei consumi energetici?

Punteggio

12345N.A.
      
  • Programmi di riduzione dei consumi energetici e approvvigionamento da fonti rinnovabili

Ci sono attività nei confronti dei consumatori per aumentare la loro sensibilità rispetto ai temi ambientali?

Punteggio

12345N.A.
      
  • Consumo responsabile delle risorse naturali, dell’acqua e della terra/suolo (ove previsto)

AREA 6:I COMPORTAMENTI VERSO LA COMUNITA’ LOCALE

  • Apertura e confronto, dell’attività aziendale e delle sue ricadute, con le comunità locali e i cittadini

Il benessere della comunità in cui opera l’azienda è un bene condiviso che va preservato e a cui le aziende possono contribuire (es. Attraverso una redistribuzione del profitto per attività di pubblica utilità di natura filantropica, supporto ai bisogni extra dei dipendenti come assistenza sanitaria aggiuntiva, accesso al credito aziendale, nidi aziendali…). Esistono azioni in tal senso?

Punteggio

12345N.A.
      
  • Apertura e confronto, dell’attività aziendale e delle sue ricadute, con le comunità locali e i cittadini

C’è interazione con gli altri portatori di interesse che operano sul territorio?

Punteggio

12345N.A.
      
  • Partecipazione e supporto alle politiche di sviluppo del territorio, anche attraverso progetti per la valorizzazione  del patrimonio della comunità locale

Quali azioni intraprese? (es. supporto ad iniziative di valorizzazione del patrimonio artistico/turistico del territorio)

Punteggio

12345N.A.
      
  • Partecipazione e supporto alle politiche di sviluppo del territorio, anche attraverso progetti per la valorizzazione  del patrimonio della comunità locale

Punteggio

12345N.A.
      
  • Collaborazione con altre imprese o soggetti del territorio per realizzare la propria mission in logica di rete

L’azienda opera in logica di rete? (caso per esempio delle imprese che operano nel settore agricolo condividendo risorse, macchinari, know-how in modo da migliorare la competitività a livello globale)

Punteggio

12345N.A.
      

RICHIESTE DI CONTRIBUTI

SINDACATI

Domanda 1

Nell’esercizio del vostro ruolo sindacale e sulla base della conoscenza da voi maturata del mondo del lavoro regionale, indicate nel seguito quali sono le principali questioni, ossia i più significativi nodi da sciogliere ad oggi esistenti  motivandone brevemente la scelta.

Domanda 2

Alla luce di tali problematiche e tenuto conto delle possibilità legate all’attuazione del  Piano Generazione Futura UE, quali sono a vostro avviso le principali sfide da affrontare nella costruzione di un modello di crescita più sostenibile nella regione Basilicata.

AGENZIE/ASSOCIAZIONI

Domanda 1

Nell’esercizio del ruolo svolto dalla vostra Associazione/Agenzia e sulla base della conoscenza maturata della realtà regionale indichi nel seguito quali sono le principali questioni, ossia i più significativi nodi da sciogliere ad oggi esistenti motivandone brevemente la scelta.

Domanda 2

Alla luce di tali problematiche e tenuto conto delle possibilità legate all’attuazione del  Piano Generazione Futura UE, quali sono a suo avviso le principali sfide da affrontare nella costruzione di un modello di crescita più sostenibile nella regione Basilicata e quale contributo è in grado di offrire la ricerca pubblica al perseguimento di tale fine?

perseguimento di tale fine?