Carissimo vescovo Filippo, grazie per la tua accoglienza generosa e fraterna; fratelli vescovi, sacerdoti, diaconi, consacrati e consacrate, signor sindaco, autorità, membri del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali… grazie!
La pagina del Vangelo ci ha mostrato cosa accade quando permettiamo che il Signore entri nelle nostre città e ci incontri lì dove siamo, nelle case e sulle strade. Gesù – come apprendiamo dall’evangelista Luca – doveva essere appena uscito dalla casa di Zaccheo, ed ecco che ora, lasciando Gerico per continuare il viaggio verso Gerusalemme, il suo cammino è interrotto dal grido di un mendicante. Mentre molti rimproveravano Timèo per farlo tacere, Gesù invece ascolta la sua preghiera: si ferma, lo chiama, e quel cieco ritorna a vedere.
La città dove si è celebrata questa 49ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, Taranto, non è poi così diversa da Gerico: è una delle tante città di questo mondo mediterraneo, dalle quali si alzano ancora le grida di uomini e donne che chiedono aiuto. Ecco perché abbiamo voluto che questo evento così importante per la Chiesa e la società italiana si tenesse nella “città dei due mari”: perché qui si tocca con mano quanto sia difficile scegliere tra salute e lavoro.
Questa splendida città, e la nostra società, soffrono però non solo di una crisi ambientale, ma anche di una crisi sociale: due crisi strettamente legate tra loro. Come ha scritto papa Francesco nell’enciclica Laudato si’, si deve pensare in termini di un’ecologia integrale, in quanto «tutto è intimamente relazionato» (LS137). «Tutto è in relazione», dice il Papa: «tutto è connesso», si legge nel sottotitolo di questa Settimana Sociale.
Che cosa abbiamo cercato di fare in questi giorni? Non un convegno, ma una piattaforma di partenza per dare speranza e avviare dei processi.
In questi giorni, abbiamo compreso ancor di più la complessità dei problemi, ma anche segnalato quei modelli praticabili, quelle buone pratiche, che producono soluzioni. Soprattutto, e grazie al Magistero sociale della Chiesa e alle due encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti, abbiamo capito che non si può scindere l’essere cristiani dal rispetto per il Creato; non si può pensare di seguire il Vangelo, se non custodendo la nostra terra; non si può far finta che l’economia vada per conto proprio, mentre la vita di fede è un’altra cosa…
Dalla loro prima edizione nel 1907, a Pistoia, le Settimane Sociali hanno segnato la riflessione e l’azione della Chiesa italiana in rapporto alle questioni sociali e politiche del nostro Paese. L’iniziatore di esse fu Giuseppe Toniolo, il primo economista beato. Quella di Taranto è stata di particolare rilievo non solo perché abbiamo cercato soluzioni per il presente, ma perché ci siamo resi conto che le decisioni, che prendiamo oggi avranno conseguenze vitali per questa generazione e soprattutto per quelle future.
A questo riguardo, voglio dire con forza che l’apporto dei cattolici per affrontare le crisi di cui si è detto, è fondamentale. Siamo sempre più convinti che le parole e i valori del Vangelo sono in grado non solo di dare una risposta alle domande di senso degli uomini, ma possono anche ispirare l’economia e la politica.
Il Vangelo può sostenere, più precisamente, quelle “alleanze” di cui hanno parlato i giovani qui presenti. Sono i giovani, come quelli impegnati nel progetto della “Economia di Francesco”, nel Progetto Policoro ed altri, che possono aiutare il mondo a «rimettere la fraternità al centro dell’economia».
Cari giovani, sognate e costruite, con l’aiuto di Dio, una Chiesa gioiosa, perché umile e disinteressata; una Chiesa a contatto con gli uomini e le loro storie; una Chiesa che si rigenera nell’ottica della carità.
Insieme, maturiamo la consapevolezza che siamo tutti fratelli e che, senza di essa, l’economia si trasforma in interesse privato e prevaricazione.
Perché si possano trovare soluzioni praticabili alle emergenze ambientali e sociali, è necessario l’aiuto non solo dei cattolici, ma di tutti. Per quanto ci riguarda, come comunità ecclesiale e come pastori della Chiesa, ci stiamo impegnando in questo senso. Penso al prossimo incontro dei Vescovi del Mediterraneo, nel febbraio 2022, che riprenderà il tema del primo incontro “Mediterraneo frontiera di pace”, tenutosi a Bari, per approfondire vari aspetti di attualità. Ma penso anche al Sinodo Universale dei Vescovi e al Cammino sinodale delle Chiese in Italia: entrambi sono uno stimolo a trovare quel cambiamento necessario per rendere la nostra Chiesa più materna e sempre più capace di annunciare il Vangelo di Cristo. Da “testimoni e profeti”, come richiama il tema della Giornata Missionaria Mondiale, che si celebra proprio in questa domenica di ottobre.
Il Signore ci aiuti, ci accompagni in questo compito e ci doni la forza di testimoniare che «chi semina nelle lacrime, mieterà nella gioia» (Sal 126,6).
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