Riflessione di Mons. Erio Castellucci, Vicepresidente della CEI, al termine della Via Lucis Eucaristica.
Un breve spunto finale, perché riecheggino alcune parole e suggestioni di questa Via Lucis Eucaristica, nello stupendo scenario di Matera, che ci accoglie.
Abbiamo vissuto una celebrazione davvero sinodale: popolo di Dio in cammino, sui sentieri aperti del mondo, alla luce della Parola e del Pane di vita che è il Signore Gesù. Questi sono gli ingredienti essenziali del Cammino sinodale, perché sono gli ingredienti essenziali della Chiesa: non un popolo ritagliato a parte, non un popolo già arrivato alla meta, non un popolo seduto in attesa della conversione del resto del mondo, ma un popolo che cammina. La Chiesa nasce itinerante: si sente dire fin dall’inizio dal Maestro: “vieni e seguimi”, non “vieni e siediti”. I discepoli di Gesù restano in viaggio per tutta la durata della storia, diretti verso il Regno.
Il Cammino sinodale è prima di tutto movimento di Chiesa, cambiamento, conversione dei discepoli, liberazione da ciò che non odora di Vangelo, da ciò che non ha il gusto del pane, suo Corpo donato. Il Cammino sinodale trova il suo paradigma nella Celebrazione eucaristica, che è come un Sinodo concentrato: è un popolo radunato per riconoscersi peccatore – siamo peccatori in cammino –, per bagnarsi nella freschezza dell’ascolto di una Parola intramontabile, per rigenerarsi alla mensa del pane e del vino, per rinsaldare la fraternità, per intrecciare la vita quotidiana con “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” e con il pane che lo Spirito stesso rende Corpo di Cristo; un pane che la Chiesa, resa a sua volta Corpo dall’Eucaristia, deve spezzare con tutti – specialmente con i troppi Lazzaro esclusi dalle mense dei ricchi – se vuole essere fedele alla chiamata del suo Signore.
Commenti recenti