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Alla Chiesa di Matera-Irsina

Carissimi,

quando Cristo, il Maestro e Signore, chiama, si ascolta la sua voce, seguendolo dove lui vuole e come lui chiede.

Per amore a Gesù Cristo ho detto “Si”, aiutato e sostenuto dalla preghiera e dal sorriso della Madonna della Bruna (da oggi la invocherò con più intensità anche sotto il dolce titolo di Madonna del Carmine e di Fonti) riconsegnando ancora una volta la mia vita nelle sue mani, lasciandomi amare per essere cisterna e canale del suo amore.

Per amore alla Chiesa, ho detto “Si” con il cuore aperto e senza tentennamenti, cosciente che la Chiesa è di Cristo e non mia e che io sono stato chiamato a servirla amandola. Seguo le indicazioni che il Nunzio Apostolico, S. E. Mons. Emil Paul Tscherrig mi ha dato, secondo la prassi della Chiesa: prima Amministratore Apostolico e poi Vescovo affinché le due Diocesi siano unite in persona episcopi. Siamo nella fase di transizione, passaggio obbligatorio.

Per amore a questa meravigliosa terra lucana ho detto “Si” senza riserve e liberamente, cosciente che nulla di ciò che il Signore mi dona è mio, e che tutto devo a Lui: io passo, Lui resta. Io non sono indispensabile e non salvo nessuno, lui è il Salvatore; io per primo ho bisogno di essere perdonato, amato, salvato.

Per amore al ministero pastorale che ho ricevuto, mi appresto ad allargare l’ovile, facendo di tutto per condurre anche il gregge dell’amata Chiesa di Tricarico, in comunione con questa di Matera-Irsina, a pascoli erbosi e ad acque tranquille. Io per primo conoscerò valli, colline e montagne, godendo della loro ricchezza e bellezza, scrutando ogni sguardo, stringendo al petto ogni fratello e sorella che Dio continua a donarmi.

Per amore alla Chiesa di Matera-Irsina, che servo con la stessa gioia e lo stesso entusiasmo del primo momento, ormai da sette anni, non mi tiro indietro di fronte alle difficoltà e la mole di lavoro che da oggi sarà maggiore. Chiedo a tutti di spalancare il cuore favorendo questo incontro, affinché, nonostante le peculiarità diverse delle Diocesi, possiamo iniziare a camminare insieme per mostrare l’unico volto bello della Chiesa. Ho bisogno dell’aiuto di voi preti, diaconi, religiosi e religiose, laici tutti. Il Signore ci chiede di essere ancor più responsabili, favorendo quella ministerialità che la Chiesa, attraverso il percorso sinodale, ci sta indicando. Pregate per me.

Domenica 12 febbraio (è una data che ormai segna la mia vita: morte di mamma nel 1992, annuncio della mia nomina ad Arcivescovo di Matera-Irsina nel 2016), celebrerò nella Cattedrale di Tricarico la mia prima messa alle h. 18.00. Ho chiesto di visitare prima la Struttura sanitaria di Tricarico e salutare gli ammalati alle h. 16.30.

Ora vi do lettura del pensiero che ho inviato alla Chiesa sorella di Tricarico.

Alla Chiesa di Tricarico

Carissimi Fratelli e Sorelle, Fedeli Laici, Sacerdoti e Diaconi, Religiosi e Religiose, della Chiesa che è in Tricarico,

a seguito del trasferimento di S. E. Mons. Giovanni Intini nell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni, il S. Padre, Francesco, mi ha voluto affidare l’incarico, come Amministratore Apostolico, dell’antica e nobile Diocesi di Tricarico. Al Papa rivolgo la mia rinnovata gratitudine accogliendo in oboedientia amoris la sua decisione, affidandomi completamente a Dio Uno e Trino, per la fiducia che mi ha concessa e che allarga il mio ministero pastorale nella vasta e varia realtà di questo nostro territorio. Un territorio che trova nelle tradizioni, nella cultura, nella spiritualità, nella santità e nella storia la sua ricchezza.

Permettetemi, di esprimere gratitudine al confratello Monsignor Giovanni Intini per il suo ministero tra voi vissuto con amore, entusiasmo, da vero padre e pastore nella fedeltà e disponibilità verso voi tutti, ma anche tanta preghiera per il nuovo servizio pastorale che gli è stato affidato. Grazie, carissimo D. Giovanni.

Il Nunzio apostolico mi ha riferito il desiderio del Papa di favorire una collaborazione più stretta fra le due diocesi di Tricarico e di Matera-Irsina, in persona episcopi, nella mia persona. Mi ha chiesto di allargare la famiglia, di conseguenza la casa. Umilmente ho obbedito e accettato, ben sapendo la fatica dell’impegno che l’incarico richiederà.

Per certo dovremo attuare e implementare collaborazioni che non tolgano nulla alle singole diocesi, ma permettano di risparmiare le forze e far circolare energie pastorali e spirituali tra una Chiesa e l’altra. Sono sicuro che davanti a noi si prospettano nuove esperienze di comunione e prossimità, integrandoci, per una reciproca ricchezza, condividendo forze, energie ed esperienze. Tutto servirà per camminare insieme sulle vie indicate dal Vangelo. Il Venerabile Mons. Raffaello Delle Nocche guardando a Maria diceva: «La Madonna Santa era la Mamma di Gesù, lo conosceva tanto bene, eppure Gesù era diventato per Lei allora incomprensibile…Davanti ai misteri della vita noi dobbiamo, come Maria, credere, custodire, meditare ed adorare le parole di Gesù ed operare secondo la sua Volontà».

Solo attingendo alla bella testimonianza d’amore che il Venerabile aveva per voi tutti, mi siete già tanto cari. Ed è per questo che esprimo anche vicinanza e gratitudine a voi, popolo di Dio della Chiesa di Tricarico, chiamati a condividere questo passaggio che mi rendo conto non sarà facile per entrambi: il nuovo spaventa sempre per le incognite che porta con sé, ed è per questo che bisogna guardarlo con gli occhi della fede che saprà evidenziare tutto il positivo e il potenziale che racchiude. Impegniamoci tutti per accompagnare e far crescere questo nostro futuro.

È mio desiderio incontrare voi confratelli sacerdoti, i diaconi e ascoltare i vostri suggerimenti. Confido molto nel vostro aiuto e nella vostra collaborazione: siete tutti figli di questa stupenda e meravigliosa terra di Basilicata, vi conoscete tra voi presbiteri indipendentemente dai confini diocesani e sono certo che piano piano troveremo punti d’incontro che ci permetteranno di lavorare uniti con un unico intento: il bene delle nostre Chiese, il bene dell’unica Chiesa. Grazie di cuore perché siete preti, diaconi, religiosi e religiose, figli tutti.

Questo tempo sinodale della Chiesa italiana ci aiuterà a camminare insieme e semplificare la vita pastorale e la gestione dei beni delle nostre Chiese locali. Siamo invitati a tornare all’entusiasmo della Chiesa delle origini in un momento storico in cui assistiamo al secolarismo e, ancor peggio, all’indifferenza religiosa. Lo Spirito Santo ci guiderà per essere testimoni del Cristo morto e risorto.

A Voi tutti, Fratelli e Sorelle, chiedo di dilatare sempre di più il vostro cuore. Aiutatemi in questo servizio pastorale per camminare, insieme e con entusiasmo, cercando e costruendo la comunione fraterna. La ricchezza dei doni dello Spirito Santo ci avvolgerà e le due Chiese sorelle a me affidate, Matera-Irsina e Tricarico, cresceranno in armonia.

Nei prossimi giorni incontrerò il Collegio dei Consultori, gli organismi di comunione uscenti ai quali per il momento farò riferimento, come il Consiglio presbiterale e il Consiglio per gli affari economici, per poi incominciare a visitare le diverse comunità parrocchiali con la passione e la nostalgia di quando ero parroco. Non ho il dono della bilocazione ma non vi farò mancare la mia presenza e sostegno.

Un particolare pensiero ai seminaristi che inizierò a conoscere meglio nei ritiri mensili che sto tenendo loro al Seminario Maggiore Interdiocesano di Basilicata, e a tutta la vita religiosa e consacrata che mi risulta essere molto ricca e vivace nelle diverse comunità parrocchiali.

Concludendo, saluto e ringrazio anche ogni mamma e papà, i nonni, gli operai nella diversità di professione e mestieri, gli insegnanti e studenti, quanti operano nel campo della sanità e nelle strutture sanitarie di Tricarico e di Stigliano, per tutto il bene che quotidianamente seminate con passione, determinazione e amore, nonostante le criticità nelle quali siete costretti a lavorare.

Permettetemi un pensiero speciale, intriso di preghiera e benedizione, ad ogni famiglia che in questo momento storico, così duro e difficile, avverte il peso di una malattia, di una sofferenza, della morte di una persona cara, ad ogni famiglia che, più delle altre, sta facendo i conti con la crisi economica.

Un ultimo pensiero alle popolazioni della Turchia e Siria duramente provate dal terrificante terremoto. Non ci sono parole che possono consolare un dolore così grande. Mi è rimasta impressa un’immagine in particolare: un papà con il figlioletto morto tra le braccia che lo culla come se fosse ancora vivo. Come cristiani siamo chiamati ad imparare da queste tragedie che la vita ha bisogno di essere accarezzata sempre, aiutata, sostenuta, amata, cullata.

Confido molto nella corresponsabilità di tutti, nell’aiuto materno della Madonna del Carmine, di S. Potito e di S. Pancrazio. Mentre, con il Venerabile Mons. Raffaello Delle Nocche, intoniamo il Magnificat e viviamo, in comunione con la Chiesa celeste, questo momento storico come passaggio importante guardando fiduciosi verso orizzonti nuovi che lo Spirito Santo starà già indicando.

Vi abbraccio e benedico tutti.

 

Matera, 09 febbraio 2023

✠ Antonio Giuseppe Caiazzo

Diretta dal Salone degli Stemmi dell’Episcopio di Tricarico