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“Allo spezzare il pane i discepoli di Emmaus lo riconobbero e dissero: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?»” (Lc, 24, 13-35)

Carissimi tutti, credenti e non credenti, vicini e lontani,

mi rivolgo a voi con cuore di padre. Sono cosciente che se Dio mi ha voluto in questo ministero è perché io stia con voi, in mezzo a voi, per camminare lungo le tante strade che portano “da Gerusalemme verso Emmaus”, sotto lo sguardo materno della Madonna Santissima della Bruna.

Sono le strade della nostra vita, della nostra storia, spesso abitate dalla paura, dalla delusione, dal dolore, da una sorta di depressione spirituale e fisica, dallo scoraggiamento, dalla mortificazione, dall’ingiustizia…, che ci fanno perdere di vista la speranza.

Sono i momenti in cui ci sentiamo soli, abbandonati da tutti e anche da Dio. Anzi non sentiamo proprio la sua presenza. Il freddo della tristezza ci rende ciechi e incapaci di cogliere che Gesù “si accosta accanto e cammina con noi. Ma i nostri occhi sono incapaci di riconoscerlo”.

Non è stato così per la nostra Mamma Celeste. Ha saputo soffrire, piangere, subire e, sull’esempio del Figlio, continuare a camminare con noi, ancora oggi, per le strade dei nostri paesi, per le strade della nostra città, sempre più gremite di voi tutti, desiderosi di incontrare il suo sguardo di Mamma e ritrovare fiducia. E lei ci mostra Gesù, quel Figlio accolto, amato, cresciuto, per il quale ha sofferto e gioito.

Come per i discepoli di Emmaus, anche i nostri occhi ritroveranno la luce se saremo capaci di aprirci al desiderio di vita, di amore alla vita, nutrendoci di quell’amore divino che proprio nella carne di Maria si è fatto carne, cibo di vita eterna, Eucaristia a noi donata.

Penso soprattutto a voi, carissimi giovani. Anche i due discepoli di Emmaus erano giovani. Anche loro hanno sperimentato che, con Gesù morto, erano morte le loro attese, le loro speranze. Non sono per nulla diversi da voi. Le delusioni e lo scoraggiamento spesso prendono il sopravvento. Eppure io vi assicuro che ogni volta che c’è l’incontro con Gesù, torna ad ardere il cuore come per i due discepoli, che riprendono a credere, a sperare e ad amare. C’è sempre bisogno di qualcuno che si accosti e doni parole che possano illuminare il momento difficile che si sta attraversando. C’è bisogno di imparare ad aprire il cuore rileggendo la storia, rivisitando e riascoltando fatti, situazioni, persone.

A voi è chiesto di accendere speranze di vita. Così è stato per i due del vangelo, così, in particolare, lo è stato per la Madonna. Il confronto con la Parola le ha permesso di cogliere che il progetto di Dio era molto più grande del suo. Sia lei che i discepoli, nel loro vissuto, hanno capito quali sono le vere attese che scaldano il cuore e quali fanno perdere l’entusiasmo e la gioia di vivere.

A voi, giovani carissimi, Gesù, manifestandosi nello spezzare il pane, vuole dire una cosa molto semplice: è sempre vivo e presente in mezzo a noi proprio nell’Eucaristia, ogni volta che celebriamo e partecipiamo alla Santa Messa.

Tutto questo ci insegna che avere fede non significa avere idee chiare su Gesù, su Dio, sulla Madonna, bensì vivere un’esperienza di relazione personale con loro, ed essere capaci di dilatare il proprio cuore verso gli altri: di condivisione e di fraternità. Per questo il Signore ci ha lasciato il segno del pane e del vino che diventano il suo vero corpo e il suo vero sangue.

Sono sicuro che tutti attraverso la Madonna della Bruna, saremo capaci di sentire la presenza viva di Gesù, ascolteremo la sua voce e i nostri cuori torneranno ad ardere.

Abbraccio e benedico ognuno di voi: bambini, ragazzi, giovani, anziani, sofferenti.

 

Santa festa della Bruna.

 

  Don Pino, Arcivescovo