Il 19 maggio la Chiesa celebra la memoria dei santi martiri Partenio e Calogero. Nel Martirologio romano si legge: «Sempre a Roma, santi Partenio e Calogero, martiri, che, sotto l’imperatore Diocleziano, resero insigne testimonianza a Cristo».
Di questi due Santi non sappiamo nulla di preciso. Le notizie più attendibili sono desumibili dalla Depositio Martyrum (354 d.C.), una delle fonti più antiche e autorevoli sulle vite dei martiri, che riporta quale dies natalis dei Santi il 19 maggio accompagnata dalla data consolare del 304. Altri manoscritti, meno attendibili, riportano invece come data del martirio l’11 febbraio.
La loro sepoltura si trova nelle catacombe di San Callisto, sulla Via Appia, dove, a sinistra dell’ingresso, si leggono i nomi dei due Santi graffiti sulle pareti: PARTEN(I) MARTIRI e CALO(C)ERI MARTIRI.
Stando al Martyrologium Hieronymianum i due erano eunuchi appartenenti alla famiglia dell’imperatore Decio. Secondo un’altra versione si trattava di due fratelli di origine armena, eunuchi di Emiliano che, in punto di morte, gli affidò la figlia Anatolia Callista. Arrestati durante la persecuzione di Decio furono consegnati al prefetto Libanio per essere martirizzati.
Le reliquie di San Partenio furono donate alla Cattedrale di Matera dal Cardinale Giovanni Domenico Spinola. Egli nacque a Genova il 4 dicembre del 1580 da Giovanni Maria e Pellina Lercari, figlia di Giovanni Battista, Doge della Repubblica di Genova nel 1563. Poco si conosce della sua vita in età giovanile. Ordinato presbitero si stabilì a Roma dove nel 1604 acquistò il Chiericato della Camera Apostolica, ricoprendo, tra il 1611 e il 1626, anche l’incarico di Uditore Generale della stessa.
Nel Concistoro del 19 gennaio del 1626 papa Urbano VIII lo elesse Cardinale con il titolo Presbiterale di San Clemente e successivamente (1629) di Santa Cecilia.
Arcivescovo Metropolita di Acerenza e Matera dal 13 novembre 1630 promosse una visita pastorale nella diocesi (1631) e promulgò il Sinodo Diocesano (1632). Il 26 aprile 1632 a poco più di un anno dal suo insediamento, fu designato, a causa probabilmente delle pressioni esercitate sulla Curia romana dalla Repubblica di Genova, Arcivescovo di Luni-Sarzana ma senza interrompere il suo legame con l’arcidiocesi acheruntina e materana. Il 7 maggio 1643 inviò alla Cattedrale di Matera, da Sarzana, le reliquie di San Partenio martire perché fossero collocate nell’altare maggiore della chiesa. Qualche anno più tardi, precisamente il 1° dicembre 1636 fu designato Arcivescovo di Mazara del Vallo dove morì l’11 agosto 1646 all’età di 66 anni.
Nel 1731 con la realizzazione del nuovo altare maggiore, una tarsia marmorea del maestro napoletano Cristoforo Battimelli, le stesse reliquie furono nuovamente collocate. La portella in argento sbalzato che ne permette l’ispezione raffigura il Santo immerso in un paesaggio rurale con i simboli della fede (croce), del martirio (palma) e della gloria (ghirlanda fiorita).
L’altare dal presbiterio fu spostato nella cappella della Madonna della Bruna nel 1786, su iniziativa di Mons. Francesco Zunica, Arcivescovo di Acerenza e Matera (1776-1796).
Dopo l’arrivo delle preziose reliquie, i materani elessero San Partenio, “Patrono Minore” della città come ricordato negli Ordo Divini Officii, corrispondenti alle odierne guide liturgiche.
Matera, 17 maggio 2023
Marco Pelosi
Museo-Archivio-Biblioteca
© Arcidiocesi di Matera-Irsina
Fonti bibliografiche
Cardella Lorenzo, Memorie storiche de cardinali della Santa Romana Chiesa scritte da Lorenzo Cardella parroco de SS. Vincenzo, ed Anastasio alla Regola in Roma, Tomo VI, Nella Stamperia Pagliarini, Roma 1793, pp. 263-264.
Volpe Francesco Paolo, Memorie storiche, profane e religiose su la città di Matera, Stamperia Simoniana, Napoli 1818, pp. 298-300.
Rorhbacher René François, Le vite dei Santi per ogni giorno dell’anno, vol. I, parte II, Per Alcide Parenti Editore, Firenze 1863, p. 740.
Gattini Giuseppe, Note storiche sulla città di Matera, Stabilimento Tipografico A. Perrotti & C., Napoli 1882, p. 249.
Bibliotheca Sanctorum, IV Edizione, vol. III, Città Nuova Editrice, Roma 1998, p. 699.
Conferenza Episcopale Italiana, Martirologio Romano riformato a norma dei decreti del Concilio Ecumenico Vaticano II e promulgato da Papa Giovanni Paolo II, Libreria Editrice Vaticana, Roma 2004, p. 407.
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