Novena di Natale – Dalla mangiatoia di Betlemme ai cenacoli domestici – 23 dicembre – Lo riconobbero allo spezzar del pane – Il gusto della compagnia
Dal Vangelo secondo Luca (24, 28-35)
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!».
Il terzo giorno dopo la crocifissione di Gesù, il primo giorno della settimana, alcune donne erano andate al sepolcro ma lo avevano trovato vuoto. Tutto avrebbe fatto pensare ad un trafugamento del cadavere, ma due angeli avevano rivelano alle donne che Gesù non era lì perché era risorto, come aveva profetizzato. Esse si ricordarono delle parole di Gesù e andarono ad annunciare la risurrezione agli apostoli e agli altri discepoli, ma non furono credute. Pietro, che era corso a verificare l’accaduto, poté solo vedere le bende che non avvolgevano più il corpo di Gesù. Nel frattempo, due dei discepoli che erano a Gerusalemme lasciano la città per dirigersi al villaggio di Emmaus. Mentre sono per strada un tale si avvicina e cammina con loro ma non riconoscono che è Gesù, non perché abbia cambiato aspetto ma per il fatto che la tristezza era calato sul loro cuore inseguito al fallimento delle loro speranze riposte in Gesù. Essi sono vinti dalla rassegnazione che fa interpretare gli eventi in maniera distorta. Dopo averli ascoltati Gesù ripete l’insegnamento che era stato richiamato anche dagli angeli e che s’inserisce negli oracoli profetici della Scrittura. Gli eventi non sono letti alla luce delle categorie umane viziate dal giudizio che tende a colpevolizzare e a screditare, ma nell’ottica della volontà divina. I ragionamenti umani conducono fuori strada mentre l’insegnamento di Gesù è un pellegrinaggio attraverso le Scritture che giunge finalmente a vivere la gioia della condivisione della mensa. Il passaggio dalla compagnia nel cammino a quella della mensa non è automatico. Se non fosse stato per l’invito rivolto dai due discepoli al loro interlocutore, lui avrebbe continuato per la sua strada e il tutto si sarebbe concluso con un’altra separazione dopo quella di Gesù dai suoi e i due discepoli dal resto della comunità. L’insistenza con la quale i due discepoli invitano Gesù a restare con loro rivela che nel loro cuore la tristezza ha lasciato il posto al desiderio come quello ardente che era stato espresso da Gesù nell’ultima cena. La parola di Gesù ha acceso nel loro cuore il desiderio della sua compagnia e in tal modo li ha preparati a riconoscerlo presente nel gesto dello spezzare il pane. A Betlemme non c’era posto per Maria e Giuseppe nell’alloggio e dovettero trovare rifugio in una grotta adibita a stalla. Una mangiatoia fu il primo giaciglio di Gesù che iniziò ad abitare tra noi accolto dai suoi genitori. Ad Emmaus non c’è Maria e Giuseppe ma i suoi compagni di viaggio che lo ospitano. Alla famiglia di origine si sostituisce quella dei discepoli e la piccola comunità, che assomiglia tanto a quella della diaspora, funge da nuovo cenacolo nel quale si rinnova il gesto dello spezzare il pane dopo averlo benedetto. La luce accesa nel loro cuore dalla Parola permette ai due discepoli di credere quello che gli altri invece non avevano accettato. Il gesto dello spezzare il pane richiama alla mente quello che Gesù aveva detto circa la vita donata che diventa anche vita salvata. Lo spezzare il pane strappa dagli occhi dei discepoli il velo della paura per riconoscere in Lui il Signore vivo in mezzo a loro. Il pezzo di pane nelle loro mani sta a ricordare loro che Gesù si è donato una volta per tutte e continua a mettersi nelle nostre mani affinché possa vivere in noi e noi in Lui, per sempre.
Signore Gesù, come ai discepoli di Emmaus, nell’Eucaristia ci sveli il senso delle Scritture e spezzi il pane per noi. Donaci occhi per riconoscerti nel pane spezzato di coloro che soffrono e offrono la loro vita perché altri fratelli e sorelle possano vivere in pace. L’ascolto della tua parola accenda in noi il desiderio della comunione e ci apra a condividere tutto con i fratelli in spirito di solidarietà e sentimenti di compassione. Aiutaci ad essere vigilanti e attenti ai bisogni degli altri e insegnaci ad essere testimoni gioiosi e credibili del tuo amore che trionfa sul peccato e sulla morte.
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