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Dal “Mistero della Carità” al “ministero della Carità”

Il ministero dell’Accolitato

 Anno pastorale 2024 – 2025 

La nostra Chiesa di Matera – Irsina cammina insieme con le Chiese che sono in Italia vivendo il cammino sinodale e attuando il Sinodo già celebrato dalla nostra diocesi.

Nel quadriennio 2022 – 2026, ispirati dalla scelta di conoscere e preparare l’istituzione dei ministeri istituiti del Lettorato, dell’Accolitato e del Catechista, non più riservati esclusivamente a coloro che si preparano al sacerdozio ma anche a laici, uomini e donne, le nostre comunità stanno riscoprendo la propria identità di chiesa ministeriale, dove tante forme di servizio già presenti, ed esercitate in maniera spontanea e gratuita, possano ridare centralità alle comunità nel divenire sempre più consapevole dell’importanza dei ministeri e nel discernere le reali necessità dell’esercizio di questi ministeri per essere chiesa missionaria.

Dopo un primo anno 2022/2023 L’Eucaristia sorgente dei ministeri nella Chiesa, coinciso con la celebrazione del XXVII Congresso Eucaristico Nazionale, nell’anno in corso 2023/2024 “Il Ministero della Parola, feconda e serve la vita”, le nostre comunità vivono la centralità del ministero della Parola non solo nella forma della proclamazione, quanto nel servizio della Parola che diviene annuncio, conoscenza, capacità di offrire il dono della Parola non solo nella liturgia e nella catechesi ordinaria, ma anche nei Cenacoli della Parola, nella Lectio divina, nelle famiglie… e soprattutto l’attenzione alla capacità generativa della Parola. Uno dei punti di verifica del cammino che le nostre comunità vivono è proprio questo: quanto la nostra azione pastorale nutrita dalla Parola di Dio genera alla fede? Quanto è cambiata in senso cristiano la vita e l’azione pastorale delle nostre comunità? Quanto riusciamo a discernere e accompagnare i vissuti personali generati dalla Parola?

Mentre la Parola di Dio è stata, è e sarà alimento quotidiano della vita dei fedeli e delle nostre comunità, nell’anno pastorale 2024/2025 Dal “Mistero della Carità” al “ministero della Carità”, daremo attenzione al Ministero dell’Accolitato.

 

L’accolito

L’accolito è istituito per il servizio al Corpo di Cristo nella celebrazione eucaristica, memoriale della Cena del Signore, e al corpo di Cristo, che è il popolo di Dio, soprattutto i poveri e gli infermi. In particolare richiama la presenza di Cristo nell’Eucaristia e ricorda all’intera comunità la centralità del mistero eucaristico.

 

Esercizio del ministero

L’accolito o l’accolita compiono il servizio all’altare nella celebrazione della Messa. In particolare, avranno a cuore il buon svolgimento della liturgia eucaristica, favorendo l’esercizio dei diversi ministeri e la partecipazione attiva di tutto il popolo di Dio.

Guidano l’adorazione eucaristica e, in assenza di ministri ordinati, possono esporre e riporre il Santissimo Sacramento, a norma dei libri liturgici.

Portano la Comunione eucaristica agli infermi e agli anziani, coordinando il servizio svolto dai ministri straordinari della Comunione.

In collaborazione con i diversi ministri, in particolare con i diaconi, gli accoliti avranno una particolare attenzione alla cura del nesso imprescindibile tra Eucaristia e carità. In questo senso, sono inseriti a pieno titolo nell’attività formativa e di servizio svolto dalla Caritas parrocchiale, promuovono le iniziative pastorali finalizzate ad educare tutti al rispetto e alla cura verso i poveri, gli anziani, i malati.

All’accolito o all’accolita istituiti spetta il coordinamento dei ministranti e dei ministri straordinari della comunione la cui preparazione sarà curata in collaborazione con coloro che, a più livelli, si occupano della formazione liturgica del popolo di Dio. Manterranno il legame tra le comunità parrocchiali e la diocesi in riferimento alle proposte di pastorale liturgica e biblica.

Da queste poche note è ben chiaro il ruolo dell’accolito istituito nella liturgia e nella vita delle comunità, ma dal significato etimologico della parola: compagno di viaggio, accompagnatore di una persona importante, emerge con più chiarezza la necessità di questo ministero non solo nella edificazione della comunità ma anche nella sua missione ad extra. Essendo “colui che si pone accanto”, da quello stesso mistero eucaristico che vuole servire, gli viene partecipato il compito di essere un “facilitatore di comunione” dentro e fuori la comunità.

Il legame inscindibile tra Eucaristia e Carità necessita che nelle nostre comunità ci siano persone che vivano l’Eucaristia e la traducano nel servizio ai poveri, agli ultimi, a chi è ai margini, a chi sperimenta la fame non solo di pane ma anche di senso, di vita, di Parola, di Gesù.

Nelle nostre comunità non mancano persone dedite alla liturgia, ministranti, ministri straordinari della Comunione, gruppi liturgici, si tratta ora di dare maggiore consapevolezza non di un ruolo da svolgere ma di un “senso”, di una missione che è propria di tutta la comunità: rendere la liturgia e in modo particolare l’Eucaristia sorgente di vita e di carità per tutti, anche per i lontani, per i cercatori di Dio.

Una Chiesa che non è estranea alle vicende degli uomini e delle donne di questo nostro tempo, che condivide con tutti “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce”, che intercetta le domande nascoste e di senso, è una Chiesa che si fa accolita, compagna di viaggio di questa umanità offrendo quanto di più prezioso custodisce: Gesù unico salvatore dell’uomo.

Nel cammino sinodale, dopo la fase sapienziale, il 2025 sarà l’anno della fase profetica, in cui la chiesa italiana farà delle scelte evangeliche per proseguire il cammino. La nostra Chiesa ha scelto la ministerialità come via concreta per disegnare un nuovo volto di Chiesa. Essa nell’annuncio del Vangelo, nella celebrazione dell’Eucaristia e nella testimonianza di carità fraterna, fa catechesi che genera nuovi figli alla Chiesa e li forma per un’autentica vita cristiana.

Questi ministeri saranno tanto più utili alla vita della Chiesa quanto più saranno espressione di comunità vive, comunità unite e in comunione, centrate su Cristo e non su personalismi, comunità non clericali ma fatte di persone corresponsabili, che vivono la dignità battesimale.

É necessario che riprendiamo a essere comunità aperte al dialogo con altre comunità, che vivono la inter parrocchialità quale riflesso e rimando alla diocesanità, perché le sfide della Chiesa oggi passano attraverso l’acquisizione della capacità di discernere la volontà di Dio narrando il proprio vissuto, ascoltando la voce dello Spirito, leggendo i segni del tempo, camminando sulle vie degli uomini; tutto questo insieme, non per realizzare eventi ma per essere comunità che testimoniano in comunione tra loro la medesima fede, annunciano lo stesso Vangelo e celebrano l’unica Eucaristia.

Mentre si raccomanda che la pastorale sia programmata insieme nel dialogo tra Consigli Pastorali di diverse parrocchie, almeno tre volte nell’anno pastorale ci ritroveremo nelle Vicarie con i Consigli Pastorali parrocchiali, per riprendere quel dialogo già sperimentato altre volte tra i laici delle nostre comunità.

 

Alcune proposte e iniziative suggerite:

  1. Presentare alle comunità il ministero dell’Accolitato, magari invitando a testimoniare la propria esperienza chi già vive questo ministero anche se in maniera transeunte (penso agli aspiranti al diaconato permanente o a sacerdozio)
  2. Favorire la formazione del gruppo liturgico che aiuti la comunità a vivere bene la liturgia e in modo particolare l’Eucaristia, l’Adorazione eucaristica
  3. Ove possibile che ci sia nelle comunità la presenza di ministranti adulti per la liturgia
  4. Superare la dicotomia tra liturgia e vita, testimoniando nella vita quotidiana la ricchezza dell’Eucaristia, favorendo la comunione con tutti, dentro e fuori la Chiesa
  5. Aiutare le comunità a tradurre la partecipazione all’Eucaristia in servizio di carità verso i poveri, gli ultimi, gli ammalati, perché non siano lasciati soli e sperimentino la compagnia del Signore Gesù
  6. Qualificare le Caritas parrocchiali curando la formazione di adulti nella fede e disponibili al servizio per la promozione dell’umano
  7. In tutti i cammini formativi, dall’iniziazione cristiana agli itinerari per gli adolescenti, giovani e adulti, ci si impegni ad educare a vivere relazioni vere e non virtuali, sincere ed empatiche, perché le comunità siano accoglienti
  8. Si favoriscano esperienze di incontro di riflessione e azione sui temi sociali più sensibili perché la politica ritorni ad essere una delle forme più alte di carità
  9. Far crescere in tutti il gusto per la compagnia nella fede e nell’umanità poiché l’accolitato è il ministero dell’accompagnamento, del farsi accanto
  10. Vivere la settimana biblica scoprendo come la Parola invita al servizio di carità (buon samaritano Luca 10,25-37, lavanda dei piedi Giovanni: 13,1-15, chi vuol essere il primo tra voi sia il servo di tutti Marco 10,35-45, Visitazione Luca 1, 39-56, …)
  11. Valorizzare la Giornata mondiale dei poveri, del malato e la Giornata della Carità
  12. Celebrare in ogni comunità la giornata del servizio
  13. Investire sulle coppie e sulle famiglie cristiane, investite dalla grazia propria del sacramento che le rende missionarie nella chiesa e nel mondo, quali affiancatrici e accompagnatrici di altre coppie e famiglie (fidanzati, conviventi, coppie e famiglie in crisi o ai margini)

 

Ogni comunità, meglio se a livello inter parrocchiale, potrà trovare altre forme o iniziative, soprattutto di carattere formativo, perché cresca in tutti la consapevolezza di una chiesa tutta ministeriale, capace di discernere quelle che possono essere le vocazioni specifiche al servizio.