- Data di pubblicazione: 19/11/2024
- Data di scadenza:
- Documentazione:
[PNRR, M1.C3 – Investimento 2.2] finanziato dall’Unione Europea
Next Generation EU Codice CUP: G49C22000120006
La Chiesa della Madonna dei Mali, definita dalla comunità locale come “Piccolo Santuario Campestre”, è da sempre stata meta di pellegrinaggio da parte dell’intera Diocesi di Matera, un luogo rurale in cui, la comunità religiosa locale ritrovava, quasi in senso ascetico, la luce di Dio nella figura della Madonna. L’elemento dell’acqua, in questo senso, era particolarmente preminente. La piccola fontana posta al lato della Chiesa, da cui sgorga acqua pura di sorgente, ha da sempre rappresentato l’indicazione di tornare alla sorgente essenziale della vita, per i fedeli e la comunità religiosa che, ab immemorabili, vive la devozione della Madonna.
Le poche notizie documentate, per lo più circoscritte al XVIII sec., attestano che l’edificio adiacente, con uno antico mulino ad acqua, e la tenuta circostante erano di proprietà dei Padri Domenicani, la cui testimonianza rimane sulle volte affrescate della Chiesa (ulteriore conferma della dipendenza dal convento ferrandinese).
La Chiesa, modificata nel corso del tempo, presenta una qualità stilistica ed architettonica tipicamente rurale, semplice nella sua scelta formale e scevra da manierismi ornamentali. L’uso dei materiali poveri del posto, quale la pietra di fiume mista con ciottoli e lacerti di laterizio, rappresenta la qualità effettiva della locale architettura rurale. L’impianto della struttura è ad aula unica con volta a botte e unghie in corrispondenza delle aperture.
La facciata mostra un portale in pietra sul cui architrave è incisa la seguente iscrizione:
MALA NOSTRA PELLIT BONA CUNCTA POSCIT – 1616
Al di sopra di tale iscrizione è posta una nicchia rettangolare che custodisce l’affresco della Madonna con il Bambino, tra i Santi Giuseppe e Domenico. L’interno della chiesa testimonia un rimaneggiamento settecentesco della Chiesa, che ne ha sicuramente modificato, seppur in parte, l’aspetto originario.
La Chiesa conserva al suo interno dei preziosissimi affreschi attribuiti al pittore Pietro Antonio Ferro, rappresentando il più importante valore per la comunità.
Pietro Antonio Ferro rappresenta uno dei più importanti esponenti della pittura tardo-manieristica lucana. La sua produzione artistica è sicuramente copiosa, documentata dal 1601 al 1634, un trentennio in cui le numerose opere presenti sono state diffuse in diversi comuni della Diocesi di Matera ed Acerenza. Il ciclo di affreschi presenti all’interno della Chiesa dei Mali risale, molto probabilmente, alla metà del primo decennio del Seicento.
Sulla parete di fondo, al di sopra dell’altare maggiore, è rappresentato il venerato affresco della Madonna con il Bambino. Lungo le pareti laterali, al di sotto delle arcate, sono rappresentati sei episodi significativi della vita di Maria.
Su alcuni affreschi, come quello della Visitazione e Presentazione di Gesù al Tempio, sono presenti delle iscrizioni tratte dal Vangelo secondo Luca, didascalie che risentono del forte messaggio della controriforma.
Su alcuni affreschi posti all’intradosso della volta sono presenti, in forma ovale o rettangolare, i principali Santi dell’Ordine Domenicano, mentre al centro della volta è posta l’immagine della Madonna dei Mali.
L’obiettivo del presente progetto è stato il restauro conservativo della Chiesa della Madonna dei Mali, ma anche la restituzione alla comunità locale, all’intera Arcidiocesi e ai turisti visitatori di un luogo della cultura e della tradizione rurale che testimonia la devozione del popolo al culto mariano. L’opera di restauro, pertanto, oltre a garantire una conservazione della storia della tradizione legata alla figura della Madonna e alla tradizionale festa che annualmente coinvolge le comunità locali, favorisce la creazione di notevoli servizi a beneficio della fruizione culturale e turistica che già interessa il territorio.
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