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Montescaglioso - Chiesa di S. Michele Arcangelo


Collocazione geografico-ecclesiastica: Parrocchia Santi Pietro e Paolo – Montescaglioso

Tipologia e qualificazione: chiesa sussidiaria

 

Sorge sulla parte alta del centro storico di Montescaglioso, sui resti dell’acropoli della città italica e greca, le cui strutture urbane e necropoli, datate tra i secoli VII a. C. e l’occupazione romana, sono state rintracciate nei chiostri e negli ex giardini del monastero.

La presenza benedettina nel territorio di Montescaglioso è documentata nell’anno 893, con la chiesa di S. Lorenzo di Murro, appartenente alla grande abbazia di S. Vincenzo al Volturno, poi successivamente ceduta alla comunità monastica montese.

Con la dominazione Normanna del territorio, la comunità benedettina si sviluppa maggiormente grazie alle donazioni, privilegi e benefici ricevuti. In pochi decenni l’abbazia controlla e amministra un vasto territorio che si estende nel metapontino, tra i fiumi Cavone e Bradano e nell’agro di Stigliano e di Gorgoglione.

Il 29 settembre del 1099, è consacrata la nuova chiesa dell’abbazia, dedicata all’Arcangelo Michele, alla presenza di Emma, figlia di Ruggero, Gran Conte di Sicilia.

Dopo una fase di declino, per la presenza di abati commendatari, l’abbazia rinasce nel 1484, con l’annessione alla Congregazione benedettina riformata di S. Giustina da Padova, i cui monaci restaurano ed ampliano il monastero.

Appartengono a questa fase i lavori di rifacimento del chiostro medievale, la realizzazione del chiostro rinascimentale, di cui si ammirano i molteplici fregi ed elementi decorativi.

Con il completamento dei chiostri e di buona parte del piano superiore, l’abbazia assume sostanzialmente l’odierna configurazione. Al piano superiore si conservano resti di un ciclo affrescato, databile alla prima metà del secolo XVI, di cui restano brani raffiguranti l’Annunciazione e Gesù nell’orto del Getsemani.

Nella biblioteca si è, invece, ben conservato un ciclo affrescato agli inizi del secolo XVII, le cui rappresentazioni, racchiuse in riquadri finemente decorati a grottesche, si prestano a interpretazioni differenti, da quella religiosa-cristiana a quella ermetico-alchemica. Sono rappresentati i Santi Benedetto e Scolastica, fondatori dell’Ordine benedettino, i Dottori della Chiesa (S. Ambrogio, S. Agostino, S. Girolamo e S. Gregorio Magno), l’Arcangelo Michele, i teologi S. Bonaventura da Bagnoregio e S. Tommaso d’Aquino, la Vergine Incoronata, le virtù cardinali e teologali, intervallati da otto “emblema” che segnano le fasi del percorso alchemico.

Negli angoli sono collocati il simbolo dell’Ordine benedettino-cassinese e quello dell’abbazia, la spada che sorregge una bilancia. In posizione privilegiata è Arpocrate, dio del silenzio, e il sommo filosofo Pitagora, affiancati dai maestri Platone, Aristotele e Diogene.

Altri numerosi affreschi si conservano nei chiostri, nella chiesa, nella sala del capitolo ed in vari locali del piano terra. Sono rappresentati S. Benedetto, S. Scolastica, l’Arcangelo Raffaele, l’Arcangelo Michele, l’annunciazione della Vergine, la Crocifissione, gli abati fondatori di vari ordini monastici.

Intorno alla metà del secolo XVIII, i monaci realizzano nuovi imponenti lavori di restauro, che interessano la chiesa ed il monastero. Nella chiesa è realizzato un nuovo apparato decorativo in stucco e gessi, del quale si conservano anche parte dei disegni di progetto.

Nel 1735, l’abbazia ospita Re Carlo di Borbone, in viaggio verso la Sicilia. Della visita si conserva una dettagliata descrizione proveniente dall’archivio del monastero.

Nel 1784, i monaci, stanchi della continua contrapposizione con il Marchese e l’Università di Montescaglioso, si spostano a Lecce, dove si insediano nell’ex collegio dei Gesuiti, trasferendovi tutte le opere d’arte, la biblioteca e l’archivio conservati nell’abbazia.

Con l’occupazione napoleonica, l’abbazia è soppressa e, nel 1818, è assegnata ai Francescani di S. Lorenzo Maggiore di Napoli, nel cui possesso resterà fino all’Unità d’Italia, quando il complesso passa in proprietà al Comune di Montescaglioso, che vi alloggerà, per oltre un secolo, servizi pubblici.

L’immenso portale della chiesa, così come quello del monastero, sono stati realizzati da Altobello ed Aurelio Persio. Il campanile, di stile normanno, presenta due bifore per ogni lato ed, a fianco, il tiburio cilindrico con sovrapposta lanterna. Nel pronao ci sono resti dell’antica costruzione. Nel 1590, le navate laterali diventarono quattro cappelle per lato. La chiesa presenta una cupola cilindrica, completata nel 1650, e soffitti a botte. Sulle pareti, stanno emergendo affreschi del Seicento, della scuola del Donadio. Il coro ligneo e il maestoso altare maggiore in marmo, che un tempo adornavano la chiesa, ora si trovano rispettivamente nella chiesa del Gesù a Lecce e nella cattedrale di Matera.




Indirizzo:

Piazza del Popolo - 75024 - Montescaglioso (MT)

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