Carissimi,
nell’imminenza delle feste natalizie, vi formulo i più sentiti e sinceri auguri e chiedo per me e per voi, credenti e non, la luce divina di cui, in questo tempo difficile della storia umana, abbiamo tutti bisogno.
Bisogno riflesso nelle tante luci che ornano le strade che percorriamo, i balconi, i negozi, l’intimità delle nostre case, luci che indicano il bisogno di un’altra Luce!
Come Chiesa di Matera-Irsina, grazie anche al vostro impegno e partecipazione, abbiamo vissuto un momento di grazia unico: il XXVII Congresso Eucaristico Nazionale che ha accolto l’intera Chiesa italiana, con i suoi pastori e migliaia di laici.
La visita di Papa Francesco, a conclusione del Congresso, ha lasciato un segno indelebile che rimarrà scritto per sempre nella storia della nobile e antica città di Matera. Vorrei soprattutto richiamare alla memoria la sua omelia, perché sia meditata in vista del Natale del Signore. Ne riprendo un passaggio: “Cari fratelli e sorelle, è doloroso vedere che…: le ingiustizie, le disparità, le risorse della terra distribuite in modo iniquo, i soprusi dei potenti nei confronti dei deboli, l’indifferenza verso il grido dei poveri, l’abisso che ogni giorno scaviamo generando emarginazione, non possono – tutte queste cose – lasciarci indifferenti. E allora oggi, insieme, riconosciamo che l’Eucaristia è profezia di un mondo nuovo, è la presenza di Gesù che ci chiede di impegnarci perché accada un’effettiva conversione: conversione dall’indifferenza alla compassione, conversione dallo spreco alla condivisione, conversione dall’egoismo all’amore, conversione dall’individualismo alla fraternità”.
Questa riflessione, così lucida e impegnativa, ci richiama tutti alle nostre responsabilità: qui è indicata la strada maestra da percorrere affinché diventiamo protagonisti autentici nella costruzione di relazioni traboccanti di umanità.
Tutto sarà possibile se, nello spirito sinodale che stiamo vivendo come Chiesa italiana, saremo capaci di aprire “Cantieri” che, come quelli di Betania, ci indichino la strada, attraverso una fattiva progettualità, che ci consenta di guadagnare orizzonti lontani.
Penso che i “Cantieri” da aprire non possano continuare ad essere quelli assistenziali che sminuiscono la dignità della persona. E’ necessario che nei “Cantieri” aperti siano coinvolti giovani, adulti, anziani che insieme contribuiscano a rendere la nostra Terra più bella, più ricca.
In questi nuovi “Cantieri”, Gesù vuole nascere, portare la sua luce, illuminare menti e cuori perché si sentano “fratelli tutti”: troppo grande è il divario tra chi ha molto e chi non ha nulla.
Capisco le difficoltà che incontrate quotidianamente e che vi portano spesso a chiedere la collaborazione a noi Chiesa, attraverso la Caritas Diocesana, per dare risposta a problemi contingenti. E’ esattamente in queste difficoltà che Gesù vuole nascere.
Con la pandemia e la guerra nel cuore dell’Europa, con tutte le conseguenze che stiamo subendo, scontano il prezzo più alto coloro che già erano in difficoltà. Continuiamo a saldare bollette, dare un piatto caldo o di che vestirsi, consapevoli che ora le difficoltà si sono moltiplicate. Ma questo non basta perché, comunque, la dignità di chi, trovandosi in una situazione di indigenza è costretto a chiedere, è continuamente violata. Gesù è nato nella povertà della grotta di Betlemme per distruggere la povertà.
Abbiamo tutti bisogno del vostro aiuto perché, insieme, si riesca ad abbattere la logica del clientelismo, del tornaconto, dell’assistenzialismo.
Lavoriamo insieme per curare la sanità lucana sempre più malata, fortemente in crisi. Bisognerebbe recuperare più valide relazioni tra le persone bisognose di cure sanitarie, le istituzioni che offrono tali servizi e le altre istituzioni che mettono a disposizione le risorse finanziarie.
Collegata alla cura della sanità mi pare di estrema urgenza la cura dell’ambiente. Riprendo testualmente quanto dice Papa Francesco nell’Enciclica Laudato si’: “l’esposizione agli inquinanti atmosferici produce un ampio spettro di effetti sulla salute, in particolare dei più poveri, e provoca milioni di morti premature”. Spendere di più per la salute e l’ambiente è necessario e improrogabile.
Ogni giorno sono tanti i giovani, gli adulti che mi vengono a trovare chiedendo un posto di lavoro. E’ una grande sofferenza ascoltarli, raccoglierne le lacrime, abbracciare lo sfogo e l’amarezza e, alla fine, non sapere cosa rispondere. Cosa fare per fermare l’emorragia della meglio gioventù costretta ad emigrare impoverendo sempre più la nostra amata terra?
Apprezzo il vostro impegno e quanto fate. Da parte mia, come pastore, vi sento, al pari di tutti, figli bisognosi a cui prestare il mio servizio. Vi esorto ad aprire “Cantieri” che nascano da una visione lungimirante, vi invito a progettare in grande e a non lasciarvi sedurre da facili soluzioni. Celebrare il Natale significa esattamente rivestire la nostra umanità con la divinità che viene in nostro aiuto.
E vi lascio con le parole di Hetty Hillesum, scrittrice ebrea vittima dell’olocausto: “Ora sta a noi aiutare Dio a essere vivo in questo mondo”.
Ancora S. Natale a tutti voi e alle vostre famiglie.
Vi benedico.
✠ Don Pino
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