Novena di Natale – Dalla mangiatoia di Betlemme ai cenacoli domestici – 24 dicembre
Dagli Atti degli Apostoli (At 2, 42-47)
Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
In questo piccolo quadro l’evangelista Luca presenta la Chiesa nascente e la disegna quasi ispirandosi al presepe di Betlemme. C’è un filo rosso che, attraversando il racconto del terzo vangelo dalla mangiatoia giunge alla mensa domestica attorno alla quale si spezza il pane e si prende cibo con animo gioioso. Con brevi pennellate si descrive il clima familiare che si respirava nella comunità cristiana delle origini composta da piccoli gruppi di persone che si riunivano nei cenacoli domestici. Come Maria funge da chiave di volta che tiene insieme le pietre dell’arco apostolico, così la presenza degli apostoli nelle chiese garantisce l’unità della fede nella diversità della storia di ciascuno. Gli apostoli sono il principio di comunione nella chiesa fondata sulla carità, attinta dall’ascolto della Parola e dalla celebrazione dell’Eucaristia. Il ministero apostolico si declina nella predicazione del Vangelo e nelle azioni nelle quali si dispiega la potenza santificatrice dello Spirito Santo che sana, perdona e libera. La vita cristiana, come quella di ogni famiglia, è fatta di gesti ripetuti che diventano buone abitudini. La forza vitale della Chiesa sta nel mantenere vive la virtù dell’ascolto e della condivisione. Come Maria, anche la Chiesa nascente medita e rilegge la sua storia alla luce della Pasqua e, accompagnata dai tanti testimoni della fede del passato e del presente, s’inserisce nella storia degli uomini che per grazia di Dio diventa storia della salvezza. La preghiera è l’anima della vita cristiana perché attraverso di essa accogliamo lo Spirito Santo che fa di noi un solo corpo e un solo spirito. La concordia e l’unanimità sono un dono dello Spirito che soffia nella Chiesa e fa di essa il pane che Dio spezza per tutta l’umanità bisognosa di amore e di gioia. Come il bambino nella mangiatoia è segno di speranza per gli ultimi, che diventano i primi a portare la gioia del vangelo nel mondo, così la comunità cristiana quanto più si fa povera per i poveri tanto più diventa trasparenza del Dio degli umili e luce per chi è nelle tenebre del peccato e gioia per coloro che sono nella tristezza.
Signore Gesù, che hai voluto la Chiesa come segno vivo della tua presenza nel mondo, fa che coltiviamo le stesse virtù che hanno resa santa la tua famiglia di Nazaret e unite le comunità cristiane degli inizi. Effondi il tuo Spirito sopra di noi perché il fuoco della carità bruci il peccato che inquina i rapporti fraterni, purifichi il nostro cuore per aprirlo sempre di più ad accogliere il dono della Parola di vita e di coloro che hanno bisogno del nostro aiuto, alimenti la speranza della concordia e della comunione. Rendici partecipi della tua missione insegnando a predicare il vangelo con la benedizione della tenerezza e dell’amabilità. Dai nostri feriali gesti di carità si spanda il buon profumo del pane eucaristico perché in chi lo sente nasca il desiderio di gustare e sperimentare il tuo amore che dà gioia.
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