Novena di Natale – Dalla mangiatoia di Betlemme ai cenacoli domestici – 20 dicembre
Il lievito del regno dei cieli – Il gusto della sapienza popolare
Dal Vangelo secondo Matteo (13, 33)
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Il Vangeli ci dicono che Gesù, come ogni uomo, è cresciuto, in età, sapienza e grazia. Tutti sappiamo che questi tre aspetti compongono la totalità della persona: corpo, anima e spirito. Lo sviluppo del corpo si dispiega nell’arco di tempo della vita mentre le dinamiche dell’anima e dello spirito sono declinate non in base al tempo cronologico ma a quello che i greci chiamano kairos, tempo opportuno o evento. La persona cresce non solo nel corpo ma anche nell’anima e nello spirito man mano che vive i fatti come esperienze, delle quali cerca di coglierne il significato e gustarne il senso. Quante volte Gesù avrà visto sua madre Maria impastare il pane. Quel fatto è diventato per lui esperienza allorquando quel gesto ripetuto molte volte si è rivelato a lui con un significato ulteriore. Avrà chiesto a Maria il significato dei gesti che lei faceva e il perché mescolava la farina con il lievito. Le parole della madre erano state luce alla mente per comprendere il meccanismo per il quale qualche pugno di farina misto ad acqua diventava pane una volta cotto al fuoco. Dall’esperienza, in cui sono unite parola e azione, Gesù ha intuito che anche in lui c’era un “lievito” che gli permetteva di crescere in sapienza e grazia. Nel suo insegnamento attinge alla sapienza domestica per rivelare anche a noi che chiunque si lascia “impastare” dalla mano materna di Dio con il lievito dello Spirito Santo cresce in sapienza e in grazia. L’eucaristia è come il lievito madre che una donna conserva e mescola con la farina perché la massa possa crescere morbida e soffice. Con l’eucaristia cresciamo umanamente nella comunione fraterna perché diventiamo pane morbido e tenero che pure i più piccoli possono mangiare anche se non hanno i denti. Tuttavia, Gesù mette anche in guardia dal lievito cattivo, quello che si è corrotto. Si tratta dell’orgoglio e dell’ipocrisia che si insinua nella nostra umanità e ci rende acidi e intrattabili. Il lievito va conservato bene, così come la fede la quale, se non è alimentata dalla preghiera e dalla carità fraterna, diventa qualcosa di dannoso per sé e per gli altri.
Signore Gesù, tu che diventando uomo ti sei mescolato con coloro che chiami fratelli, donaci il tuo Spirito perché, nutriti del tuo corpo, possiamo crescere anche in sapienza e grazia. Purifica il nostro cuore da ogni forma d’ipocrisia che, come lievito corrotto, guasta con l’orgoglio anche le opere buone che possiamo compiere. Guidaci nel continuo discernimento per saper distinguere il lievito buono della Parola che viene da Te e che ci fa essere buoni come il pane, da quello cattivo che rende inservibile tutto ciò con cui entra in contatto. Donaci il gusto della sapienza che viene dal Cielo e dell’amore fraterno perché nel mondo si accresca il numero di coloro che testimoniano con la carità la gioia del Vangelo.
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