«TORNIAMO AL GUSTO DEL PANE» Verso il XXVII Congresso Eucaristico Nazionale ” Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”
Eucarestia è missione
«Mi domando: perché lui e non io? Merito io più di lui che sta là dentro? Perché lui è caduto e io no? E’ un mistero che mi avvicina a loro». Papa Francesco, incontro con i cappellani delle carceri, ottobre 2013
- – Gusto del pane: il contesto più che l’idea, quindi il corpo, le relazioni, il nutrimento
- – Comunione, partecipazione e missione: un legame progressivo. Da leggere anche a ritroso Introduzione fondamentale Dt 26 (Piccolo credo storico)
Quando sarai entrato nella terra che il Signore, tuo Dio ti dà in eredità e la possederai e là ti sarai stabilito, prenderai le primizie di tutti i frutti del suolo da te raccolti nella terra che il Signore, tuo Dio, ti dà, le metterai in una cesta e andrai al luogo che il Signore, tuo Dio, avrà scelto per stabilirvi il suo nome. Ti presenterai al sacerdote in carica in quei giorni e gli dirai: «Io dichiaro oggi al Signore, tuo Dio, che sono entrato nella terra che il Signore ha giurato ai nostri padri di dare a noi». Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore, tuo Dio, e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: «Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato». Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio, e ti prostrerai davanti al Signore, tuo Dio. Gioirai, con il levita e con il forestiero che sarà in mezzo a te, di tutto il bene che il Signore, tuo Dio, avrà dato a te e alla tua famiglia.
- – Rapporto uomo/terra: dialettica tra dono e possesso. I discendenti dichiarano “io sono entrato – Mio padre era un errante”, la terra è dono abbondante.
- – Identità del credente: figlio di un migrante, di uno sfruttato umiliato che ha chiesto aiuto e l’ha ottenuto. Ho frutti solo perché li ho ricevuti.
- – Ruolo del sacerdote: colui che non ha terra permette la gratitudine, la memoria, vive del sacrificio. Il pasto di comunione è condiviso: con il sacerdote, con il forestiero, con la famiglia
- Il rischio di non ricordare il dono (Lo stato sociale europeo, a condizione femminile paritaria, la libertà democratica, la scuola gratuita)
- Colui che è salvato è colui che sa ringraziare Domanda per il confronto: come mantenere vivo questo senso di gratitudine? Quali pratiche sviluppare per viverlo?
1. L’eucaristia: benedizione, doni e azione
È vietato ad ogni uomo di godere di qualsiasi cosa di questo mondo senza pronunciare una benedizione. Chi ha goduto (della minima cosa) senza dire una benedizione ha defraudato il Signore. TALMUD BERAKOTH 35a
- Una lunga storia di separazione tra rito e spiritualità, una lenta risalita: Eucaristia, culmine e fonte di tutta la vita cristiana.
- La radice giudaica del rito: la benedizione del pasto. Ogni pasto è dono, altrimenti ingenera la follia del dominio del creato (il senso dei tabù alimentari in Genesi). Ringraziare è porsi nella storia della salvezza e aprirsi al futuro con fede.
• La dinamica tra la liturgia della Parola (Dio parla con la sua Sposa) e la liturgia eucaristica (il Corpo di Cristo presente come popolo, come Cristo mistico totale, come pane eucaristizzato) ha nei riti delle Offerte il passaggio chiave.
La presentazione dei doni
“È bene che i fedeli presentino il pane e il vino” (OGMR 73) “Nessuno si presenterà davanti al Signore a mani vuote” (Dt 16,16)
• “canto d’offertorio n..” Un gesto *inutile, clericale e furtivo/indebitamente prolungato *caricato di discutibili significati allegorici e didattici *privo di ogni legame con l’eucaristia
• L’uomo che offre è invece il sacramento della vocazione più piena dell’umanità nel creato (A. Schmemann, J. Zizoulas).
o Pane: (“l’universo comincia con il pane” Pitagora) 4 elementi, l’essenziale o Vino (con acqua): la festa, la comunità.
o Condivisione di beni
Benedetto sei tu, Signore, Dio dell’universo (Deus universi): dalla tua bontà (de tua largitate) abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell’uomo (operis manuum hominuum; lo presentiamo a te, perché diventi per noi (ex quo nobis) cibo di vita eterna.
- – Natura e cultura, passività e attività, buona stagione e arte.
- – Presentato a Te
- – Destinato a noi, anche non presenti (OGMR 140: per la necessità della chiesa e dei poveri). Domanda per il confronto: Come potrebbe ognuno dare forza al suo rapporto con il cibo e con la tavola?
2. Alcune piccole conseguenze:
Alcuni mangiano per avere la forza di studiare la Parola di Dio. Altri, più svegli, studiano la Parola di Dio per imparare a mangiare. RABBI NACHMAN DI BRESLAU
– Nell’azione liturgica
o Altare vuoto durante la liturgia della Parola, con il solo Evangeliario. Canto
d’offertorio: inno che permette di raccogliere le offerte con il loro senso, senza che l’azione liturgica prosegua nel frattempo. Piccola mensa nella navata con pane/vino, per rendere ordinaria la processione dei doni.
o Immaginare l’invio come gesto fondamentale (Missa est!): legame con i riti di comunione, silenzio, orazione, dialogo, orazione e benedizione (canto?), soglia, sagrato e piazza, relazioni domenicali.
– Celebrando la liturgia:
o L’eucaristia è escatologia, azione del Regno futuro (riprendere speranza, avere una
pausa nelle battaglie lunghe, anticipare il Regno: equilibrio tra i miei spiriti interiori,
equilibrio tra gli uomini, equilibrio tra i viventi, equilibrio nell’universo)
o L’eucaristia è partecipare al sacrificio (poveri danneggiati dal surriscaldamento
climatico, uomini, donne e animali futuri). – L’uomo sacerdote del creato:
o Il cosmo aspetta un umano eucaristizzato per essere in equilibrio (correzione dell’ecologia post-umana, del cristianesimo non ecologico)
o L’umano grato è l’unico capace di “ecologia integrale”.
Domanda per il confronto:
Come potrebbe la nostra comunità dare vita al gesto di offertorio? Come rivitalizzare i riti di congedo e missione?
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