Novena dell’Immacolata – 4 dicembre – Adoriamo l’Eucaristia con gli occhi di Maria
4 dicembre – Maria, pellegrina nella fede e ricercatrice di Dio
Dal Vangelo secondo Luca (2, 41-52)
I genitori (di Gesù) si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni, lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
Per la famiglia di Nazareth era una consuetudine celebrare la Pasqua annuale compiendo il pellegrinaggio a Gerusalemme. Ma quando Gesù ebbe dodici anni quella festa, che sembrava essersi svolta come tutte le altre volte, fu guasta da un imprevisto: Gesù aveva scelto di non tornare con i suoi genitori a Nazaret ma di rimanere a Gerusalemme quasi a voler prolungare la festa. Maria e Giuseppe non avrebbero mai potuto immaginare che da lì a qualche anno, proprio durante la Pasqua degli Ebrei, Gesù avrebbe vissuto la sua Pasqua inaugurando un nuovo rito nel quale è versato il suo sangue, come quello l’agnello pasquale e avrebbe donato il suo corpo come pane spezzato per essere mangiato. Neanche Gesù lo sapeva ma avvertiva dentro di sé la voce dello Spirito Santo che gradualmente lo attirava verso il Padre e al quale era obbediente. Chi di noi non sarebbe caduto nel panico al pensiero di aver smarrito il proprio figlio per averlo perso di vista. La ricerca angosciata avviene prima tra parenti e conoscenti e poi finalmente si dirige verso Gerusalemme dove, dopo tre giorni, ritrovano Gesù che è nel tempio, come se fosse nella sua «casa dell’insegnamento» della sua Nazaret, a dialogare con i maestri. Lo stupore accomuna chi lo ascolta e chi lo ritrova. In Maria e Giuseppe ci sono emozioni contrastanti, gioia e rabbia. Maria domanda «Perché?», reclama una spiegazione, vorrebbe capire il senso di quella scelta che a prima vista sembra essere un’offesa a loro. La risposta di Gesù sposta l’attenzione sul senso della loro ricerca, quasi a chiedere: «cosa vi spinge a cercarmi, cosa o chi cercate?». Questo interrogativo ritornerà la domenica di Pasqua sulla bocca dei due angeli che le donne trovano nella tomba vuota: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo?» (Lc 24, 5). Gesù offre un primo insegnamento ai suoi genitori: essi devono cercare Gesù non per ritornare come prima, ma per seguirlo e imitarlo nel cercare innanzitutto la volontà di Dio. Non si può celebrare la Pasqua e poi ritornare indietro, ma bisogna rimanere, approfondire e cercare la volontà di Dio per metterla in pratica. Gesù insegna agli smarriti di cuore a cercare Dio per ritrovare il centro della propria vita. Senza questo centro si vaga in balia del dubbio e della paura. La fede guida la nostra ricerca e la indirizza verso il cuore della vita. Similmente celebrare l’Eucaristia significa pellegrinare verso Gesù, il cuore del mondo.
Maria, pellegrina nella fede, tu che hai provato angoscia e smarrimento per aver perso di vista il tuo figliolo e con trepidazione lo hai cercato guidata dalla speranza di rivederlo, aiuta i figli tuoi che vagano perché distratti dalle tentazioni e dalle preoccupazioni della vita. Prendici per mano e insegnaci a dare ascolto alla voce dello Spirito che parla in noi e indirizza il nostro desiderio all’incontro col Signore risorto. Guida la nostra ricerca di verità e di senso perché, fissando in Dio il centro della nostra esistenza, possiamo dare ordine alla nostra vita in modo che dall’amore a Dio, come da sorgente, scaturisca anche quello al prossimo.
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