Novena dell’Immacolata
29 novembre – Maria, Dimora di Dio tra noi
Dal Vangelo secondo Luca (1, 26-38)
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Maria, Dimora di Dio tra noi
Il Vangelo di Luca si apre con due scene di annunciazione, la prima nel tempio al sacerdote Zaccaria e la seconda nella casa di un villaggio sconosciuto, chiamato Nazaret, ad una povera ragazzina di nome Maria. A dispetto della sacralità del luogo in cui avviene il primo annuncio, e la dignità del destinatario del messaggio angelico, sembra che Dio prediliga le periferie e i poveri in spirito. Sia a Zaccaria che a Maria è annunciato il dono di un figlio, ma tra i due il più grande sarà il Nazareno perché in Lui si compiranno le promesse di Dio fatte a Davide. Il re voleva costruire un tempio a Dio, mentre è Dio che gli promette una discendenza. Per Davide la casa di Dio doveva essere un edificio mentre il Signore aveva già pensato di abitare non in una casa di mattoni ma nel cuore di una piccola e semplice ragazza di Nazaret perché per Lui casa significa famiglia. Dio chiede a Maria di essere casa per lui. Davide vorrebbe essere il custode di Dio (ma Dio si rifiuta di farsi imprigionare), Maria si rende disponibile ad ospitare Dio. Maria diviene casa perché accoglie. Maria, trasformata dalla Grazia si mette a servizio dell’altro, Davide è l’immagine della perversione che si vuole asservire a sé l’altro. Davide vuole dimostrare a Dio e agli altri quello che vale, Maria si lascia educare da Dio perché possa diventare profetessa della sua misericordia. Davide è l’uomo che cerca di scalare le vette della fama e del successo ostentando la sua devozione, Maria è l’umanità che si lascia raggiungere e sorprendere da Dio. Dio ci raggiunge infatti nei nostri luoghi più poveri e inaspettati. Ci raggiunge nelle periferie dell’esistenza, là dove ci sentiamo abbandonati, smarriti, senza identità. Ci raggiunge nei luoghi meno conosciuti della nostra interiorità, nei luoghi che ci sembrano insignificanti, negli spazi della nostra vita da cui non ci sembra possa venire qualcosa di buono.
In Maria Dio raggiunge l’umanità. Dio cerca l’uomo, cerca l’umanità, ci chiede casa, si fa ospite. L’angelo si congeda e Dio, la Parola, rimane lì, nella casa dell’umanità, continuando ogni giorno a bussare al cuore di questa umanità per chiedere di essere accolto una volta ancora.
Sì, la nostra casa ha molte crepe, forse le fondamenta sono traballanti, le pareti sono da imbiancare, ma Dio viene a farmi visita; questo è l’unico vero motivo di gioia. Non si può aspettare di rimettere a posto tutta la casa per accogliere chi sta bussando alla porta. Obbedire alla paura o ai sensi di colpa non ci renderà mai persone accoglienti e ospitali.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, tu sei l’immagine della nuova umanità che non fugge e non si nasconde ascoltando la voce di Dio, ma si lascia trovare da Lui. Egli cerca ciascuno dei suoi figli per amarlo e fare di lui la sua dimora. Condividi con noi la gioia dello stupore nell’essere destinatari del dono dello Spirito Santo che fa del nostro corpo il suo tempio. Scenda lo Spirito Santo su di noi nello stesso modo con il quale è disceso su di te ammantandoti di rugiada e fecondando la tua umanità rendendola fruttuosa nell’amore. Insegnaci ad essere servi dell’Eucaristia come tu ti sei messa a disposizione della volontà di Dio. Che i nostri occhi possano aprirsi per riconoscerLo presente nel dono del Pane spezzato ma anche in ogni vita ferita dal peccato o frantumata dal dolore. Il nostro cuore possa ardere di speranza e spingere i nostri passi verso quelli che sono ancora più lontani per condividere con loro la fatica del cammino di fede e la gioia della comunione dei santi.
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